The Enchanted Lion 2013
Bambino newyorkese di buona
famiglia, il piccolo Brown trascorre gran parte delle sue giornate in
compagnia di maggiordomi e addetti agli ascensori di servizio nel
vasto ed elegante edificio in cui abita con i suoi genitori. Un
labirinto verticale i cui sotterranei immettono direttamente nei
corridoi della metropolitana, tantoché babbo e mamma non hanno
bisogno di uscire all’aperto nemmeno quando vanno a lavorare. Un
sofisticato sistema di raccordi, saliscendi e inabissamenti – la
città! - li travasa direttamente in ufficio senza bisogno di mettere
il naso fuori. Anzi, se e quando capita loro di uscire per strada…
facilmente prendono il raffreddore.
Così, quando
il piccolo Brown ottiene di poter accompagnare la governante Hilda
fuori città per andare in visita dalla famiglia di lei, la cosa
assume i caratteri di una vera epopea. Una sortita - in tutto e per
tutto - fuori dal comune, un’avventura dall’A alla Z.
Dopo un lungo tragitto in autobus,
l’energica Hilda trasborda il pargolo in un contesto assai più a
misura d’uomo. Alla stazione dei bus li attende il fratello di lei,
un simpatico poliziotto che li conduce in automobile fino al cottage
di famiglia, dove senza nemmeno conoscerlo la madre di Hilda
sbaciucchia il nuovo arrivato con empatico slancio. Una prima
meraviglia lo attende, una rampa di scale che porta alle camere da
letto e che può addirittura salire e scendere senza bisogno di
ascensore, solo muovendo i piedi. C’è poi da recarsi nella
legnaia per fare rifornimento di ciocchi da ardere e, in cucina,
bisogna giusto dare una mano alla mamma di Hilda, che non sa come
smaltire un surplus di glassa se non dandola in pasto all’euforico
ragazzino. E che dire del canarino che svolazza libero per casa
allietando tutti col suo canto? E del cagnone che può uscire senza
guinzaglio e quando vuole, sempre desideroso di coccole?
A mezzogiorno, quando il padre di
Hilda rientra dopo aver chiuso la sua bottega di droghiere, la
famiglia può concedersi uno scambio di chiacchiere, hanno molto da
raccontarsi (e, da immigrati quali sono, possono farlo persino in due
differenti idiomi!). Dopo pranzo arriva la neve, è bello stare
seduti davanti al caminetto mentre la vecchia signora sferruzza e,
quando Hilda ha finito di rigovernare la cucina, si può andare fuori
a fare un bel pupazzo di neve. E all’ora del tè, è incredibile
poter proseguire la conversazione davanti a una grande torta di
cioccolato e facendo conversazione niente meno che con un poliziotto
in carne ed ossa.
Arriva l’ora della partenza, baci
e abbracci e il poliziotto riporta Hilda e il bambino alla fermata
del bus. E’ amico del conducente e gli presenta il piccolo Brown,
che si sentirà molto fiero di essere il solo a conoscerlo in mezzo
agli sconosciuti che via via salgono e prendono posto accanto a lui.
Una volta in città, gli spazzaneve hanno già cancellato il poetico
manto bianco e quando si ritrova in ascensore, è talmente affollato
che il piccolo Brown non riesce suo malgrado a raccontare al portiere
della magnifica giornata trascorsa. Ma la sera, grazie a Hilda che fa
finta di trovarlo già addormentato, il bambino può almeno saltare
il rituale del pigiama e acciambellarsi tenendosi addosso i panni con
cui ha trascorso ore indimenticabili. Tutto quello che desidera è
prendere sonno fingendo di essere ancora nel piccolo cottage in mezzo
alla neve…
Daniela (Tordi)
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