SEMI, UOVA E OSPEDALI
L'albero dei bambini,
Sophie Blackall
Gallucci 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"Dopo colazione
la mamma e il papà mi hanno detto che avevano una bella notizia.
E la notizia era: 'È
in arrivo un altro bambino'.
In testa avevo mille
domande, ma la prima che mi è venuta è stata:
'Posso avere altri
cereali?'"
Certe
notizie è meglio assorbirle a stomaco pieno. Questo bimbetto dallo
sguardo perplesso ha subito pronta anche la seconda domanda, la cui
risposta non si esaurisce in un surplus di cereali. E la domanda è
quella regina: dove andremo a prendere il bambino?
Le
risposte che ciascuno si premura di dare alla questione, da dove
vengono i bambini, sono molto diverse. Olive, la sua tata, parla di
un albero dei bambini, nato da un seme piantato. La maestra dice
invece che i bambini vengono dall'ospedale. Il nonno sostiene che i
bambini li porta la cicogna. Il postino, a sua volta, dice che i
bambini nascono dalle uova. Non c'è chiarezza e forse la cosa più
saggia è chiedere ai diretti interessati. E allora loro raccontano
come vanno in verità le cose. Si parla di semi, di uova, di
ospedali, ma non di cicogne...Forse toccherà a quel bambino spiegare
un paio di cosette al nonno!
Il
tema è sotto gli occhi di tutti: come nascono i bambini. Non è un
tema nuovo e non è nuovo neanche l'approccio che arriva alla
soluzione per approssimazioni progressive. Il carattere distintivo
però qui è l'onestà di prospettiva, ovvero quella capacità di
raccontare la curiosità di un piccolo e nel contempo certo pudore da
parte degli adulti. E' un libro che sa essere contemporanemente un
albo e un libro divulgativo, nel suo apparato finale, soprattutto.
Il
motivo che però mi pare emergere su tutto il resto sta proprio nel
tipo di illustrazione. A parte una copertina che assomiglia non poco
nella soluzione del bambino racchiuso nel bocciolo a quella di un
altro recente libro che di bambini in arrivo parla (Casa albero, Ilya Green, Il leone verde 2015),
una volta aperto L'albero dei bambini
conquista gli occhi per come sono organizzate le illustrazioni nella
pagina. Al principio, su un fondo avorio, la sequenza della giornata
di questo bambino è scandita da piccoli disegni; bozzetti di scene
familiari: il risveglio dei genitori, la pappa al gatto, la
colazione. Quando il tema della storia si fa pregnante, allora
arrivano le tavole grandi, ai margini delle quali, tuttavia continua
a roteare un insieme di particolari di vita quotidiana, che
conquistano l'attenzione. Ed è proprio questa attenzione al
particolare che rende le tavole di questa grandissima illustratrice
di origine australiana, ma ormai radicata in modo stabile a New York,
di molto interesse. Non a caso questo libro è uno dei quattordici
migliori titoli selezionati per il 2014 da Maria Popova in Brain Pickings.
La
sua capacità di affrontare la complessità anche solo attraverso una
singola immagine, non a caso è illustratrice anche in famose testate
americane, le deriva da una sottile ironia che attraversa sempre le
pagine: dal barattolino con i due calcoli renali del nonno, ritratto
a letto mentre fa le parole incrociate, fino ai genitori tentacolari
'in ritardissimo'.
Un'attenzione fotografica nella descrizione della
vita di tutti i giorni: il giornale sotto le ciotole del gatto, il
tragitto della buccia di banana dal piatto al lavello. Tutto questo
conferisce leggerezza e freschezza alle tavole ad acquerello della
Blackall che continuano ad essere nel contempo raffinate, attente e
di disarmante semplicità.
A
parte le sue illustrazioni per la narrativa per più grandi e la
serie di Ely+Bea che è lontano dall'albo illustrato, ricordo un
altro bellissimo libro da lei illustrato già qualche anno fa,
pubblicato da Motta junior, il cui titolo in inglese è Ruby's
Wish. La storia di una bambina
cinese che voleva a ogni costo studiare all'università...
Per
ovvie ragioni aspetto con trepidazione che qualche editore italiano
pubblichi A Fine Dessert...
Carla
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