mercoledì 17 giugno 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

NASO A TERRA

Muschio, David Cirici, Federico Appel (trad. Francesco Ferrucci)
Il Castoro 2015



NARRATIVA PER MEDI (dai 9 anni)

"Stavo ormai per rinunciare a cercare quella traccia minuscola quando, all'improvviso, la trovai ancora alla staccionata di un giardino. Sì! Era l'odore di Janinka, come se lei avesse passato le mani sulle assi verticali della staccionata. L'odore di Janinka fluttuava tra l'odore di legno e di vernice, di muschio ed erba, e l'odore di domenica pomeriggio e di lavatrice. Dopo, in fondo al mio paesaggio di odori, percepii il sentore vecchio e rancido, proveniente dall'interno di una casa, e ancora più indietro, molto lontano, un profumo di dolci appena sfornati."

Un vero paesaggio di odori. Una mappa olfattiva di chi, con il naso, è in grado di decodificare segnali, di individuare tracce: un cane.
Nero, con il pelo riccio, Muschio è un cane in cerca.
Durante un tremendo bombardamento che ha distrutto la casa in cui viveva, si ritrova da solo perché l'intera famiglia è scomparsa sotto le macerie. Muschio però non si rassegna, non molla e non perde la speranza che un giorno li ritroverà.
La sua è una storia di ricerca. Comincia a mettersi dietro le sparute tracce dei due bambini, i fratelli Janinka e Mirek, al fianco dei quali aveva trascorso bellissimi momenti, prima che la guerra scoppiasse. E lo fa come lo fanno i cani: naso a terra a cercare e inseguire ogni loro possibile segno. Ma gli odori sono molti e sono labili, volatili.
Preso a calci, catturato per lavorare in un circo, sempre più affamato, sporco, pulcioso, Muschio non smette di sperare, di cercare, ma per sopravvivere si unisce ad altri cani che, come lui, la guerra ha reso randagi e girovaghi. 


Quei cani dai nomi strani, Pepe, Pisciovecchio, Treny, Vicoletto, Menta, diventano una banda. Ma piano piano le loro fila si assottigliano.
In ultimo, imprigionati, Muschio e i superstiti tra i suoi compari vengono alla fine utilizzati come guardie feroci di un gruppo di prigionieri in un campo di concentramento.
Solo Muschio e Menta, grazie al buon cuore e all'astuzia proprio di uno di quei prigionieri, riescono a mettersi in salvo. E lui con loro.


Il peggio sembra essere alle spalle e anche la guerra nel frattempo è finita. A completare la felicità ritrovata di Muschio manca solamente un tassello: ritrovare i bambini con i quali un tempo condivideva allegria, gioco e affetto.

La guerra raccontata da un cane. Attraverso 15 tappe, quanti sono i capitoli di questo libro premiato con l'Edebé de Literatura Infantil y Juvenil (un premio indetto dalla omonima casa editrice catalana che lo ha premiato per la narrativa per lettori dai 7 ai 12 anni), David Cirici racconta l'orrore ma anche la quotidianità di un conflitto attraverso una prospettiva insolita, quella di un cane.
Ed proprio in questo elemento che mi pare si possa cogliere il maggior valore del libro. In tale prospettiva il racconto scorre leggero, nonostante la pesantezza del contesto di fondo. Ad eccezione di qualche piccola sbavatura e qualche ingenuità di intreccio, il racconto appare convincente e avvincente. Con cura David Cirici filtra ogni episodio, ogni avventura del gruppo di randagi, attraverso il loro olfatto, il loro sguardo con meno colori del nostro, raccontando sempre da una prospettiva 'bassa' ad altezza ginocchia, quale è appunto quella di un cane.
In tal senso il libro mantiene dal principio alla fine questa doppia valenza: da un lato è il racconto molto verosimile di un cane, dall'altro è il racconto di una guerra terribile. Una guerra che viene tratteggiata con delicatezza, a tal punto che non mi pare possibile identificarla. Sebbene ci siano velate allusioni ai campi di sterminio degli ebrei, sebbene i nomi dei protagonisti alludano all'Est Europa, tuttavia mi pare evidente che il desiderio di Cirici non sia quello contestualizzare troppo lo scenario, identificandolo come la Polonia durante la Seconda Guerra mondiale, quanto piuttosto quello di rendere ancora più universale l'orrore che una qualsiasi guerra porta con sé.
Raccontare la guerra attraverso lo sguardo di un randagio ha un suo corrispettivo nelle illustrazioni sempre molto comunicative di Federico Appel. In bianco e nero, le immagini si alternano al testo, svolgendo egregiamente il compito di 'alleggerire' un tema, purtroppo, così drammaticamente autentico e attuale.

Carla

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