lunedì 26 ottobre 2015

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

STORIA MAPUCHE

La storia che quest'anno ci regala Luis Sepulveda (qui rifessioni sul suo libro precedente) non è propriamente una favola, o meglio lo è nel suo impianto fantastico, ma è anche un racconto ben ancorato alla realtà e alla storia.


Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà è prima di tutto il pagamento di un tributo nei confronti di un popolo nativo americano, i Mapuche*, cui l'autore è legato da una lontana parentela. I Mapuche sono uno fra i tanti popoli che hanno dovuto subire gli effetti della cosiddetta civilizzazione e hanno rischiato di perdere anche la memoria di sé. A questo vuol mettere rimedio Sepulveda con una storia che divide nettamente i buoni e i cattivi.
A raccontarla è un cane, un cucciolo di pastore tedesco perduto nella neve, salvato da un giaguaro e poi consegnato da questi ad un villaggio di Gente della Terra, i Mapuche, appunto. Qui viene accolto, gli viene dato nutrimento e un nome, Aufman, e diviene compagno di un cucciolo d'uomo, Aukaman. I due crescono insieme, fino al triste giorno, nove anni dopo, in cui gli uomini bianchi scacciano i Mapuche dalle loro terre e uccidono il saggio Wenchulaf. Prendono con sé il cane, perché è una bella bestia, che può accompagnarli nella caccia.


Passano altri nove anni, che per Aufman, che vuol dire fedele e leale, sono solo di sofferenza; il suo destino e quello di Aukaman, però, s'incontrano nuovamente. E' a lui che il branco di uomini dà la caccia, in quanto uomo libero che lotta per i diritti del suo popolo; ed è al vecchio cane che il branco di uomini si rivolge perché li aiuti.
Aufman deve stanare il fuggitivo, che è stato ferito, ma farà ben altro.
E' una storia forte dal sapore fiabesco, con un cane che ci racconta con pazienza le differenze fra gli uomini: chi vive di poco e prende dalla natura solo ciò che è necessario e chi della natura fa scempio; chi vive di odio e chi cerca di vivere in pace. E' una differenza anche linguistica e rendere omaggio ad un popolo vilipeso significa anche restituirgli la parola, le parole con cui il racconto si arricchisce. A Sepulveda piace la ripetizione: come nelle leggende e nelle favole, la situazione, la parola si ripetono e segnano il ritmo della narrazione. Agli uomini 'bianchi', a noi, o a quella parte di noi che si identifica nell'idea di dominio del mondo, la parola viene tolta, non ci sono nomi propri, non c'è traccia di civiltà.
E' una storia dura, questa, a vederla nel suo fotografare un dato di fatto storico; i giovani lettori saranno sicuramente presi dalla storia del cane Aufman, ma dovranno anche farsi delle domande. Come nei film western, dovranno decidere con chi stare, i cowboy o gli indiani, se accettare l'ingiustizia come qualcosa di inevitabile, questo è il messaggio che il mondo adulto sostiene nel nome del realismo, o se è più giusto seguire la lealtà e la fedeltà a se stessi e ai propri ideali, come fanno Aufman e Aukaman.


E' una storia bella, emozionante e densa di significati, che costringe a pensare e a discutere; è una storia di parte, dalla parte di chi è stato, almeno per ora, sconfitto.
Questa volta Luis ci spiazza, ma è bello raccogliere la sua sfida e mettersi, col cuore, dalla parte degli indiani.

Eleonora

Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà”, L. Sepulveda, copertina di S. Mulazzani, Guanda 2015




* i Mapuche sono un popolo amerindo che vive nel Cile meridionale e in Argentina. Uno dei pochi popoli che è riuscito a resistere alla dominazione spagnola, per poi soccombere al governo cileno alla fine dell'ottocento.



Nessun commento:

Posta un commento