MAYER SI FA GRANDE
Una strana
creatura nel mio armadio, Mercer Mayer
(trad. Gabriella Manna)
Kalandraka 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"C'era una
strana creatura nel mio armadio.
Prima di andare a
dormire chiudevo sempre la porta dell'armadio.
Avevo paura di
voltarmi a guardare.
Al sicuro nel letto,
a volte mi facevo coraggio e sbirciavo."
Nel ripostiglio della
camera di quel bambino si nasconde nell'ombra 'qualcuno' o
'qualcosa': una strana creatura o un brutto sogno? Chiunque ci sia
dietro quella porta, ha il potere di spaventarlo a morte. Occhi
sgranati, elmetto calato sul naso, fucilino a tappo a portata di mano
e un buon cuscino come trincea.
Una notte dopo l'altra,
il bambino guerriero, come in un rituale propiziatorio, chiude la
porta e comincia a tremare. Finché un giorno, o meglio una notte,
prende una storica decisione: affrontare in campo aperto e da soldato
coraggioso la strana creatura, avvolta nell'ombra. L'ombra però si
combatte più che con i fucili, con lame di luce. Così al chiarore
della sua abat-jour, la strana creatura si rivela per quello che è,
ovvero un mostro chiazzato di verde, con pochi denti in una grande
bocca, con molte orecchie tra pochi capelli, ma soprattutto con una
fifa blu del fucilino a tappo. Al primo 'colpo' scoppia in un pianto
dirotto e troppo rumoroso.
Al bambino guerriero non resta che
prenderlo con sé sotto le coperte per consolarlo e per evitare che i
'grandi' entrino a mettere ordine in questa storia a misura di
bambino.
Resta, però, ancora
tutto da provare che in quell'ampio ripostiglio la strana creatura
vivesse da sola...
Mercer Mayer diventa
grande. In verità Mercer Mayer era già molto grande di suo: in
qualità di autore di culto di più di 300 libri per bambini...Ciò
nonostante piccoli e 'costretti' in un formato pocket sono stati i
suoi pochi titoli tradotti in Italia. Una strana creatura nel mio
armadio circolò in Italia alla fine degli anni Ottanta con il
bellissimo titolo Brutti sogni in ripostiglio. Pubblicato
nella collanina Un libro in tasca di Edizioni EL, il libro stava
davvero in una tasca perché era lungo 18 centimetri. Così come il
suo omologo Un coccodrillo sotto il letto di qualche anno
posteriore.
A Kalandraka l'onore e
il merito di aver ripescato questo titolo dal ripostiglio. E averlo
reso grande. Scritto nel 1968 in piena rivoluzione culturale, questo
libro fu -inevitabilmente- comparato con Where the wild thing are,
di cinque anni precedente. Nonostante all'epoca la critica,
capeggiata da James Woods preferisse Sendak, Mayer si conquistò un
suo successo di pubblico, costruito sul consenso dei suoi piccoli
lettori e sulla convinzione che il suo bambino rassomigliasse al Max
di Sendak, così come un bambino rassomiglia ad un altro.
Dal punto di vista del
contenuto, dell'ambientazione i due libri sono molto diversi, anche
se nel segno, è sotto gli occhi di tutti, molto si somigliano.
Se è vero, e non vedo
ragioni per dubitarne, che il bambino di Mercer Mayer è costruito
sulle proprie esperienze d'infanzia, mi pare che fucilini, aeroplani,
elmetti, soldatini e cannoni siano lo specchio di quello che fu il
suo repertorio di giocattoli di bambino, figlio di un militare di
carriera. Già sento un'eco di protesta che, mi auguro, saprà
storicizzare e vedere oltre, oltre la gittata di quel cannoncino e di
quel tappo di fucile. Insomma spero che di questa storia i lettori
siano capaci di cogliere quanto di autenticamente infantile ci sia
nel sentirsi guerriero, quanto di autenticamente infantile ci sia nel
giocare a farsi un nemico, a farsi paura e a saperla affrontare e a
saperci dormire assieme. E tutto da soli, lontani dalle mamme e dai
papà, e soprattutto dalle loro ideologie.
Carla
Noterella al margine:
ineguagliabile la traduzione 'storica' di Lughi, tiene in ombra
questa recente.
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