SE L'ARTE SALVA LA VITA
L'arte,
nel romanzo di Kim Slater, Smart, è rappresentata da Laurence
Stephen Lowry, pittore britannico non fra i più noti, ma che è la
fonte d'ispirazione di Kieran Woods, il protagonista. Kieran è un
ragazzino 'problematico', affetto da una non meglio identificata
sindrome, supponiamo dello spettro autistico, ma è anche un
ragazzino 'speciale', che compensa i suoi limiti con grandi doti: è
un acuto osservatore, ha un'ottima memoria e soprattutto fotografa
mentalmente quello che vede, per poi riportarlo in un accurato
disegno nel suo taccuino segreto.
E'
anche fan di CSI, la serie televisiva dedicata alla polizia
scientifica, ed è dotato di grande coraggio e determinazione. Tutto
questo gli permette di portare avanti delle sue indagini personali,
quando un suo amico barbone viene ritrovato morto nel fiume. Lui e
Jean, un ex ostetrica e barbona anche lei, sono gli unici a non
credere all'incidente e dai loro dubbi si dipana la trama che ha
tutte le caratteristiche di una detective story,
con tanto di pedinamenti, agguati e colpi di scena.
Il
romanzo ruota però soprattutto intorno alla descrizione di un
ambiente sociale, una periferia degradata in cui si aggirano
miserabili e bulli, piccoli delinquenti e spacciatori; e di una
cerchia familiare fra le più fragili, la mamma, rimasta vedova, che
convive con un brutale spacciatore, violento e manesco; la nonna,
abbandonata da sola in un ospedale. L'ambiente scolastico non
scherza, con il solito coro di bulli che non può mancare. Per
fortuna ci sono gli amici, pochi, e la signorina Crane, l'insegnante
di sostegno, che comprende Kieran ben oltre quello che sarebbe il suo
ruolo professionale.
Insomma
una descrizione d'ambiente che rimanda alla tradizione dei romanzi di
Conan Doyle, ma con una ventata di positività e di freschezza
rappresentata proprio dal protagonista, capace, con la sua
ostinazione, di invertire il corso degli eventi e modificare non solo
la sua vita, ma anche quella della sua famiglia.
Il
paragone più facile è con Il Mistero del London Eye, dove
il protagonista, autistico, riusciva a sciogliere l'enigma della
sparizione del cugino; ma qui non c'è la presa così diretta sulla
'diversità', non c'è la speciale sensibilità di Siobhan Dowd; c'è,
in misura maggiore, la rappresentazione di un quadro sociale
disastroso, in cui il massimo di solidarietà e di tenuta dei legami
sociali può essere trovato nel mondo dei barboni. E' un mondo in cui
il consumismo e la droga svuotano le vite delle persone e minano le
stesse relazioni familiari.
Kieran
è sicuramente un personaggio riuscito, con i suoi taccuini nascosti
sotto il letto, le sue fissazioni, i disegni, la fame perenne e la
paura delle botte. I lettori e le lettrici non avranno difficoltà a
prenderne le parti, all'interno di quel girone infernale che è la
sua vita. Può essere proposto come giallo molto soft o come romanzo
a tutto tondo, con una lettura avvincente a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Smart”,
K. Slater, trad. di A. Carbone, copertina di H. Crawford-White, Il
Castoro 2015
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