venerdì 30 ottobre 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

FARE STRADA ASSIEME

Lenny & Lucy, Philip C. Stead, Erin E. Stead (trad.Cristina Brambilla)
Babalibri 2015


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Quella notte Peter e Harold guardarono dalla finestra del piano di sopra, al di là del ponte di legno, verso il bosco buio. Molte cose terribili si nascondevano fra gli alberi. Né Peter né Harold riuscirono a chiudere occhio."

Casa nuova al di là di un ponte di legno e di un bosco buio. Peter lo aveva già detto durante il viaggio in macchina che non gli sembrava una buona idea andare a vivere in una casa, che per arrivarci devi attraversare un bosco fitto. E, una volta arrivati a destinazione, neanche la casa nuova gli era parsa un granché, se messa a confronto con la sua vecchia e buona casa. Ma suo padre che lo ha condotto fino a lì non sembra ascoltarlo, scarica i bagagli che erano stipati nella loro giardinetta.
Quella sarà la loro nuova casa: la casa di Peter, di suo padre e del cane Harold, un buon cane. 

E' un fatto.
Perché quel ponte verso il fitto del bosco, non diventi un pericolo, un brutto sogno, occorre trovare un rimedio. La mattina seguente Peter, con una coperta e sei cuscini modellati come una pagnotta, costruisce Lenny: il guardiano del ponte.


A lui il compito di difendere bambino e cane dal buio.
A vederlo lì, infagottato e silenzioso, Lenny sembra soffrire una gran solitudine.
Con questo pensiero Peter e Harold non chiudono occhio. Con un mucchio di foglie cadute, avvolte in un'altra coperta e modellate come una pagnotta, Peter, il mattino seguente, costruisce Lucy.
L'amicizia con Lenny è immediata. I due si fanno compagnia e, insieme, sorvegliano il ponte e tengono il buio a distanza.
Peter, Harold, Lenny e Lucy quella notte dormono bene.
Ma poi arriva Millie, la ragazzina della casa accanto, e con lei, cercando cose interessanti da osservare, nessuno, ma proprio nessuno da quel giorno si sente più solo.


Poetico, rarefatto nella narrazione, raro nei rari colori e perfetto nel disegno a matita, il nuovo libro della coppia Philip ed Erin Stead è semplicemente bellissimo.
Partiamo dalla storia. Raccontata da una voce esterna, e vista da un occhio attento, forse quello del gufo in prima pagina, è una storia di solitudini, di sguardi e di amicizie che nascono.


Nelle misurate parole della traduzione felice della Brambilla, si percepiscono il disagio e la malinconia iniziali dei tre viaggiatori che stanno sperimentando un distacco.
Tutti è tre hanno attraversato un bosco inospitale e hanno fatto una strada tortuosa e sconnessa. Palpabile appare la solitudine e la nostalgia che li avvolge all'arrivo. Ognuno, come può, cerca di porvi rimedio. Il sistema che si rivela più efficace sta nella costruzione del morbido Lenny. 


Grande e grosso, lui sarà sentinella fedele e terrà lontano il bosco inospitale e pieno d'ombra. Non gli permetterà di oltrepassare quel ponte di legno, confine ideale tra la vecchia vita e la nuova. Al di qua del ponte bisogna stare, al di qua del ponte bisogna costruire, o meglio, ricostruire.
Chi conosce la solitudine sa quanto gelida possa essere, ma sa anche che se si è in due è più facile tenerla a distanza.
Con l'arrivo di Millie e del suo binocolo per guardare il gufo il cerchio si chiude: Peter ed Harold sono con lei, Lenny ha Lucy, il papà di Peter trova una vicina che gli offre un buon caffè. E il bosco è solo lì, ma al di là del ponte, dove è giusto che stia.
Le immagini. In una atmosfera soffusa, piena di sfumature e di grigi, questi pochi personaggi arrivano dal nulla in punta di piedi, attraversano la scena e lasciano nel nostro sguardo un senso di struggimento. Teneri, malinconici, pieni di mistero sono i ragazzini, i cani e i rari adulti che abitano i libri degli Stead. Torna, come maturata e più consapevole, il tipo di illustrazione che tanto ci aveva convinto in Amos Perbacco, o nell'orto del bambino che aspetta con il suo cane il verde della primavera, o nella balena che appare a chi tanto l'ha saputa aspettare. Un ritmo lento, poetico e cadenzato che trova espressione nei pochi colori, la quadricromia nella sua essenza, nell'equilibrato contrappunto tra i tronchi del bosco e i fiori della carta da parati. La Stead riconferma il suo grande e raro talento nel dare anima ed espressione anche agli inanimati bottoni di un cuscino, nel rendere volume di corpo, delle foglie racchiuse in una coperta.
Ed è ancora una volta maestra di piccoli gesti e di piccoli sguardi per raccontare grandi temi.
Quegli sguardi inimitabili che hanno bambini e cani, quando si incontrano per fare strada assieme.


Carla

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