DOPO IL BOCCIOLO ARRIVA IL FIORE
Io, Elvis Riboldi, Bono Bidari
Sironi ragazzi, 2015
NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)
"Come ogni compleanno, mio padre
mi ha preparato una torta a sorpresa. Anch'io ho voluto fargli una
sorpresa: saltar fuori dalla torta. Ovviamente, prima mi ci sono
dovuto infilare dentro.
Alla fine mio padre non mi ha ucciso,
però mi è toccato pulire il bagno a casa e in pasticceria. Dopo,
con i risparmi di una vita, ho dovuto ricomprare un'asse da stiro,
una sveglia, degli occhiali nuovo per Boris e una scatola di matite
per Emma."
Gli occhiali di Boris questa volta
Elvis li ha rotti tirandogli addosso la sua palla al piede che la
preside Jennifer gli aveva fissato alla caviglia per punizione, le
matite di Emma le ha divorate per la troppa fame, la tavola da stiro
l'ha usata per fare surf nella vasca. La sveglia l'ha distrutta con
un pugno, che erano ancora le sette del mattino...
Questo è Elvis, ragazzino un po'
vivace. Intorno a lui ruotano nel vano tentativo di ammansirlo,
contenerlo, educarlo, essergli amici diversi personaggi, anch'essi
piuttosto originali. Quelli che lo amano sono: Boris, il suo migliore
amico, che in realtà si chiama Baris che in pakistano vuol dire
pace. lui è un ragazzino mansueto che ad Elvis vuole bene. Boris sa ogni
cosa. Emma, la sua compagna di banco, lo nutre a matite colorate e
gli passa i compiti in classe. Il signor Lugosi, vicino di casa vecchietto con la
passione per la fotografia, adora Elvis e lo sprona ad avere più
fiducia in se stesso. Il signor Lugosi da giovane era un hippie.
La
mamma e il papà di Elvis, rispettivamente Irlanda e Leonida, postina
e pasticciere in cura per disturbi nervosi. Sono quelli che si accorgono della sua
scomparsa solo notando che il latte è finito nel frigo...
Quelli che invece non lo sopportano
sono la preside Jennifer, una vera aguzzina, sadica; il signor Pinkerton e
Lagunilla, ragazzino ricco e saccente, figlio del suddetto Pinkerton.
Queste sono le avventure di Elvis, o meglio
le sue disavventure. Un tentativo di fuga sugli alberi, come fece
Cosimo a suo tempo; una sospensione a scuola che genera nei genitori
una riflessione sul comportamento di questo figlio un po' troppo
agitato; un susseguente viaggio in sidecar da un professorone
strizzacervelli; la scoperta dell'iperattività e i relativi consigli
per migliorare la qualità della vita di Elvis e di chi gli vive accanto e gli vuole bene.
Diamo il benvenuto a Elvis Riboldi e
alla sua squadra. Un po' racconto un po' fumetto, Io, Elvis Riboldi,
si preannuncia un successo tra i piccoli lettori.
Ricorda un po' per ritmo, contesto e
struttura la ben nota Schiappa di Jeff Kinney. Ma nello stesso tempo,
sembra di vedere in azione il suo conterraneo Manolito Gafotas di Elvira
Lindo. Anche qui come lì siamo di fronte a una storia corale,
costruita con efficacia, dai dialoghi incalzanti che prendono il
posto di narrazioni più posate. Questo piacerà ai ragazzi.
In entrambi i casi, comunque, sia La
Schiappa, sia il ragazzino di Carabanchel Alto, ovvero Manolito, sono modelli di
rango e Elvis deve impegnarsi per rimanere a quell'altezza.
La sua storia di ragazzino un
po' speciale è sempre un po' sopra le righe, come è giusto che sia, e con le sue improvvise
irruzioni nel fumetto, la vivacità si moltiplica. Ma non
potrebbe essere diversamente. Si tratta di una storia dal ritmo così
veloce che si suda a stargli dietro. Una storia molto divertente,
ironica, ma anche molto sottile nel saper dire cose importanti con assoluta
leggerezza.
Dietro il nome insolito dell'autore si nascondono quattro firme importanti, tre penne (quelle di Jaume Copons, Daniel Cerdà e Ramon Cabrera) e una matita (quella di Óscar Julve).
Per chi se ne innamorasse e ne diventasse immediatamente un fanatico lettore, diciamo che in Spagna, terra d'origine di Elvis, ne sono già stati pubblicati altri 10 titoli e che il primo della serie, io, Elvis Riboldi è alla terza ristampa.
Lunga vita a Elvis!
Carla
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