IN FUGA
Decisamente
avventuroso, il romanzo che Eliot Schrefer dedica alla Repubblica
Democratica del Congo e al conflitto straziante fra salvare vite
umane e salvare animali, che in una lingua locale è il
plurale di carne.
La
guerra attraversa la narrazione di In pericolo, romanzo
di fantasia eppure intensamente realistico;
la guerra qui raccontata è un'invenzione letteraria, che
vale, però, per tutte le guerre fratricide che hanno insanguinato e
tuttora travolgono il continente africano. Una guerra, dunque, per
niente intelligente, ammesso che ce ne siano, in cui si uccide a
colpi di machete chiunque ti si opponga. E cosa può succedere, in
una situazione del genere al rifugio dei bonobo, specie di scimmie
antropomorfe vicinissime a noi? Il rifugio è gestito dalla madre
della giovane protagonista, una ragazzina mezzosangue, poiché il
padre è americano, che commette il grave errore di comprare un
cucciolo di bonobo da un venditore ambulante.
Fra i
due nasce un legame strettissimo che impedisce alla quattordicenne
Sophie di abbandonare il Congo ai primi accenni di violenza, per
cominciare una lunga, difficile dolorosa fuga attraverso la giungla,
fino a raggiungere la madre in un luogo sicuro.
Sophie,
che pure ha passato i suoi primi anni in Congo, per poi trasferirsi
col padre negli Stati Uniti, deve usare tutte le sue risorse, tutta
la sua intelligenza, tutte le nozioni accumulate in anni a fianco
della madre, per uscire viva, salvando anche il piccolo Otto, da
situazione che sembra disperata.
Questa,
dunque, è la trama; e il romanzo può anche essere visto così, come
un bel romanzo d'avventura d'ambientazione esotica. Ma credo che il
suo interesse risieda essenzialmente in quello che racconta al di là
della trama in senso stretto: il dramma dell'Africa, continente
ricchissimo di risorse e depredato dai potentati economici
occidentali e non solo; lo sfruttamento delle contraddizioni etniche
per fomentare conflitti che distruggono le basi dei fragili stati
nazionali; e il grande tema della salvaguardia del patrimonio
naturale, immenso, che si affianca e si sovrappone ai ricorrenti
disastri umanitari, alle epidemie, alle masse di disperati
perennemente in cammino per sfuggire ai massacri e alla fame.
La
situazione descritta non è lontana dalla realtà, da quello che le
associazioni umanitarie e quelle ambientaliste devono affrontare.
Salvare le popolazioni umane e quelle animali, ridotte allo stremo in
habitat sempre più ristretti, non dovrebbe essere in contraddizione.
Tema
difficile e grande, che richiederebbe il dovuto approfondimento e
magari anche lo sforzo di sostenere, poi, concretamente, questo o
quel programma di aiuti e alla fine del libro sono riportate le
associazioni che li propongono. E questo fa comprendere come i
giovani lettori, in questo caso, debbano avere la necessaria maturità
e l'interesse ad affrontare questi temi.
Ma
credo che alla fine la cosa più difficile da spiegare ai ragazzi e
alle ragazze sia proprio la capacità distruttiva della specie umana,
che con ferocia sorprendente e con insipienza distrugge se stessa e
il mondo in cui vive. La terribile contraddizione che già Sofocle
vedeva, usando, per descrivere l'uomo, in un coro dell'Antigone, il
termine deinon, terribile e
meraviglioso, capace di imprese grandiose e di inaccettabili
nefandezze.
Eleonora
“In
pericolo”, E. Schrefer, Il Castoro 2015
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