FAR STRADA ASSIEME
Caterina e
l'orso, a zonzo per il mondo, Christiane Pieper
(trad.
Gabriella Manna)
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Il grosso orso
se ne andava a zonzo per il mondo (e Caterina dietro...)
a volte camminando
all'indietro...
a volte camminando
in avanti...
ballonzolando...
e rotolando...
a volte in
silenzio...
altre volte
cantando..."
Dopo
aver camminato controvento sulla spiaggia, attenti a non pestare un
granchio, dopo essersi rotolati su un prato in pendio, dopo essere
passati in punta di piedi dietro due guardie dietro due ladri, e dopo
aver cantato a squarciagola in un campo di iris e peschi con il Fuji
sullo sfondo, i due si apprestano a strisciare nel deserto, a saltare
tra i canguri in Australia, a portare un otre sulla testa in Africa o
a inchinarsi per entrare in una caverna che nasconde un tesoro, per
poi provare l'ebbrezza di camminare a una, due, tre o quattro
zampe...e magari anche a cinque. No, cinque no: sono davvero troppe e
rallenterebbero il loro passo.
Che
questi due, orso e ragazzina, siano fatti l'uno per l'altra, lo si
intuisce fin da subito. Entrambi hanno il nasone, entrambi hanno
voglia di girare il mondo, entrambi hanno un gran gusto per il gioco
e per il divertimento. Per l'avventura.
E
se così è, diventa del tutto naturale che l'una si metta sulle orme
dell'altro, quando se lo vede passare davanti così sicuro di sé.
Irresistibile, addirittura impossibile non andargli dietro per fare
strada assieme. In quegli occhi chiusi dell'orso, in quell'incedere
sicuro, in quelle zampe che cadenzano un andatura fiera c'è tutta
una filosofia della vita che Caterina, la bimbetta dalla maglietta a
righe, fa sua all'istante. D'altronde anche lei, con le sue treccine
al vento, con i suoi calzini bassi e le sue scarpe rosse non sembra
essere una che si tira indietro di fronte alla scoperta, all'andare
più in là. Così, in una vera e propria danza a due, in perfetto
sincrono, e con un ritmo che non prevede sosta, l'orso e Caterina
attraversano il mondo, attraversano le esperienze, pesticciandolo di
impronte, non curandosi di dover arrivare a un traguardo preciso.
Il
loro obiettivo è andare, e da pagina due in poi, andare assieme.
Gli
acrilici di Christiane Pieper creano a tal punto l'effetto di volumi
che si muovono in uno spazio, che si rivelano naturali generatori di
movimento, in chi li ha davanti agli occhi. Talmente perfetti che
diventano contagiosi nella resa dei gesti, dall'andare a retromarcia,
al camminare controvento, dall'avanzare in punta di piedi con
andatura furtiva all'incedere rigido ed eretto con un vaso sulla
testa.
Grande
sensibilità nel pennello che trova un suo controcanto nel testo così
musicale, ma anche nel gioco di sguardi e di piccoli gesti tra i due
e anche tra loro e gli astanti, compresi i lettori. Valga come
esempio lo sguardo ancora 'timido', sottolineato dalla caviglia
flessa di Caterina al passaggio dell'orso ad occhi chiusi, cui segue
la tavola successiva in cui Caterina guarda in direzione del lettore,
come ad invitarlo a seguirla nell'impresa e l'orso, dal canto suo,
spalanca gli occhi perché si accorge che qualcosa ora è diverso:
c'è qualcuno che lo tampina...
Pieno
di movimento, pieno di luoghi panoramici, pieno di suoni, pieno di
animali, pieno di libertà questo libro è un buon concentrato di
sapienti idee.
Arrivato
direttamente (si fa per dire, perché l'edizione tedesca risale al
1998) dalla Germania, in dettaglio da Peter Hammer, che pubblica
calibri come Henning Wagenbreth o Nadia Budde, Kreuz und
Quer, Josephine und der Bär ha
un suo particolarissimo swing
che, dopo averci fatto ballare e scodinzolare, ci mette in testa
l'idea che nella vita è sempre meglio andare, osare, dandosi
all'occorrenza il ritmo adatto.
Carla
Noterella
al margine. C'è da augurarsi che Kalandraka porti in Italia anche
Josefine, der Bär und Peer che dimostra come la
canzone del Mapim mapom abbia un suo fondo di verità...
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