BUGIARDI, SPECIE PROTETTA
Le volpi non
mentono mai, Ulrich Hub, Heike Drewlow
(trad.
Alessandra Valtieri)
Rizzoli
2016
NARRATIVA
PER MEDI (dagli 8 anni)
"'La
solita vecchia storia. Per colpa del mio aspetto tutti pensano che
sia un criminale. Ma cosa posso farci io, se ho la pelliccia rossa?
Sono nato così. Nessuno si sceglie il colore della pelliccia.' Gli
occhi neri si riempiono di lacrime. 'Ecco perché faccio sempre del
mio meglio per aiutare chi ha bisogno. Quando un animale è in
difficoltà io...' Deglutisce e con la voce che le trema aggiunge:
'Ho appena salvato un gruppetto di galline da un granaio in fiamme.
Ma questo, ovviamente, non interessa a nessuno.'"
Al
contrario, tutti gli animali riuniti in quel lounge dell'aeroporto,
in attesa che la situazione dei voli si sblocchi, muoiono dalla
curiosità di sapere come la volpe abbia salvato quel gruppetto di
galline.
Un
panda, con il passaporto di specie protetta, che dorme tutto il tempo
e quando è sveglio molla puzze che ammorbano l'aria, una scimmia che
ha il vizio di impasticcarsi, un'oca ciarliera e un po' sciocca, una
coppia di pecore gemelle che sanno molte lingue, compreso il latino,
una tigre diva della pubblicità che tenta di porre rimedio all'età
che avanza con una serie di piccoli trucchi e infine un cane
guardiano dell'aeroporto sono il pubblico della volpe arrivata da
chissà dove.
Se
gli altri sono tutti lì con regolare biglietto aereo e passaporto,
l'unica a essere 'fuori legge' è proprio lei, la volpe, introdottasi
nel lounge attraverso il canale di areazione con l'unico scopo di
fare incetta di documenti.
Occhioni
lucidi, sguardo innocente, la volpe comincia a raccontare la sua
storia.
Qualche
dubbio sul fatto che lei stia mentendo, potrebbe sorgere
effettivamente...tuttavia è lei stessa che nella premessa al libro,
pur avvertendo il lettore che gli animali mentono almeno duecento
volte al giorno, di se stessa e della categoria volpi smentisce
l'indole bugiarda.
Viene
creduta e non solo sulla storia delle galline. Ma agli altri, che da
giorni aspettano di partire, si può credere con altrettanta
sicurezza?
A
sentir la volpe che la sa lunga, ciascuno di loro ha una o più bugie
in valigia. C'è chi mente consapevolmente, come la tigre che si
ringiovanisce in modo artificioso e chi, più sottilmente, omette di
dire alcune parti di verità, come il cane che per non perdere il suo
posto non dice che ha perso l'olfatto in un brutto incidente. Altri
mentono inconsapevolmente come le pecore e la scimmia che si sono
autoconvinte di una verità fittizia.
L'oca fa l'oca e il panda
racconta balle, facendosi forza su un luogo comune che lo riguarda.
In
questa circostanza così sospesa, in un non luogo, sei ingenui
animali in transito e un cane guardiano sono in balia essi stessi di
una grande bugia che li avvolge. E la volpe, tra loro, è di fatto
l'unica che, sebbene agisca nell'ombra e nasconda un grande mistero
in sé, sebbene rubi imbrogli, menta, illuda e fugga, sa qual è la
verità e quale sia la strada da percorrere: il canale d'areazione.
Senza
mentire, ma omettendo alcune parti di verità, ho cercato di non
raccontare troppo di una trama fitta e bellissima che tiene su questo
secondo libro italiano di Ulrich Hub. L'arca parte alle otto (Rizzoli 2009) è da considerarsi un piccolo gioiello di perfezione
narrativa. Un libro indimenticabile perché illuminante e coerente in
ogni sua riga, organizzato in una trama solida, complessa e, sebbene
infida per il tema trattato, eppure così intelligente, ironica e
apprezzabile nella lettura anche da chi sia alle prime armi.
Così
come è avvenuto per L'arca,
anche per Le volpi non mentono mai
il tema si presenta in tutta la sua complessità e universale
importanza.
Là
si ragionava del credere in Dio, qua del mentire.
Anche
in questo suo secondo titolo italiano Hub non si tira indietro e
coraggiosamente e con metodo smonta, pezzo dopo pezzo, i nostri
luoghi comuni, le nostre certezze e, più in generale, il pensiero
condiviso e di ognuna di queste sfaccettature indaga connessioni,
valori e debolezze. E lo fa con una leggerezza che si fonda su un continuo variare dello scenario, un vivace susseguirsi di colpi di scena.
Sottile
e mai esplicito è il modo di introdurre questioni importanti. Si
pensi, per esempio, al leitmotiv che attraversa tutta la vicenda e
che, drammaticamente attuale, ruota intorno al passaporto e a cosa significhi possederlo o no.
E in questo senso, il gioco di nascondere l'umanità dietro una serie
di personaggi animali, veri e propri tipi, in qualche modo
riconoscibili e familiari è una modalità che si rivela efficace una
volta di più.
Impossibile
non cedere al desiderio di intrecciare le due storie e andare a
vedere quante bugie si raccontino nella prima storia e quanto di
divino si nasconda nella seconda.
A ciascuno, le proprie conclusioni.
Un
paio di fatti sono certi: entrambi i libri sono strumenti
fondamentali, vere e proprie mappe immaginarie, per l'orientamento di
bambini e bambine in crescita. E di più, sono entrambe letture di
ottima qualità stilistica, assecondate e sostenute anche da un bel
dialogo creato con le immagini, forse più felice nel secondo libro
rispetto al primo.
Carla
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