venerdì 1 aprile 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


BUGIARDI, SPECIE PROTETTA

Le volpi non mentono mai, Ulrich Hub, Heike Drewlow 
(trad. Alessandra Valtieri)
Rizzoli 2016


NARRATIVA PER MEDI (dagli 8 anni)

"'La solita vecchia storia. Per colpa del mio aspetto tutti pensano che sia un criminale. Ma cosa posso farci io, se ho la pelliccia rossa? Sono nato così. Nessuno si sceglie il colore della pelliccia.' Gli occhi neri si riempiono di lacrime. 'Ecco perché faccio sempre del mio meglio per aiutare chi ha bisogno. Quando un animale è in difficoltà io...' Deglutisce e con la voce che le trema aggiunge: 'Ho appena salvato un gruppetto di galline da un granaio in fiamme. Ma questo, ovviamente, non interessa a nessuno.'"


Al contrario, tutti gli animali riuniti in quel lounge dell'aeroporto, in attesa che la situazione dei voli si sblocchi, muoiono dalla curiosità di sapere come la volpe abbia salvato quel gruppetto di galline.


Un panda, con il passaporto di specie protetta, che dorme tutto il tempo e quando è sveglio molla puzze che ammorbano l'aria, una scimmia che ha il vizio di impasticcarsi, un'oca ciarliera e un po' sciocca, una coppia di pecore gemelle che sanno molte lingue, compreso il latino, una tigre diva della pubblicità che tenta di porre rimedio all'età che avanza con una serie di piccoli trucchi e infine un cane guardiano dell'aeroporto sono il pubblico della volpe arrivata da chissà dove.
Se gli altri sono tutti lì con regolare biglietto aereo e passaporto, l'unica a essere 'fuori legge' è proprio lei, la volpe, introdottasi nel lounge attraverso il canale di areazione con l'unico scopo di fare incetta di documenti.
Occhioni lucidi, sguardo innocente, la volpe comincia a raccontare la sua storia.
Qualche dubbio sul fatto che lei stia mentendo, potrebbe sorgere effettivamente...tuttavia è lei stessa che nella premessa al libro, pur avvertendo il lettore che gli animali mentono almeno duecento volte al giorno, di se stessa e della categoria volpi smentisce l'indole bugiarda.
Viene creduta e non solo sulla storia delle galline. Ma agli altri, che da giorni aspettano di partire, si può credere con altrettanta sicurezza?
A sentir la volpe che la sa lunga, ciascuno di loro ha una o più bugie in valigia. C'è chi mente consapevolmente, come la tigre che si ringiovanisce in modo artificioso e chi, più sottilmente, omette di dire alcune parti di verità, come il cane che per non perdere il suo posto non dice che ha perso l'olfatto in un brutto incidente. Altri mentono inconsapevolmente come le pecore e la scimmia che si sono autoconvinte di una verità fittizia. 



L'oca fa l'oca e il panda racconta balle, facendosi forza su un luogo comune che lo riguarda.
In questa circostanza così sospesa, in un non luogo, sei ingenui animali in transito e un cane guardiano sono in balia essi stessi di una grande bugia che li avvolge. E la volpe, tra loro, è di fatto l'unica che, sebbene agisca nell'ombra e nasconda un grande mistero in sé, sebbene rubi imbrogli, menta, illuda e fugga, sa qual è la verità e quale sia la strada da percorrere: il canale d'areazione.

Senza mentire, ma omettendo alcune parti di verità, ho cercato di non raccontare troppo di una trama fitta e bellissima che tiene su questo secondo libro italiano di Ulrich Hub. L'arca parte alle otto (Rizzoli 2009) è da considerarsi un piccolo gioiello di perfezione narrativa. Un libro indimenticabile perché illuminante e coerente in ogni sua riga, organizzato in una trama solida, complessa e, sebbene infida per il tema trattato, eppure così intelligente, ironica e apprezzabile nella lettura anche da chi sia alle prime armi.
Così come è avvenuto per L'arca, anche per Le volpi non mentono mai il tema si presenta in tutta la sua complessità e universale importanza.
Là si ragionava del credere in Dio, qua del mentire.
Anche in questo suo secondo titolo italiano Hub non si tira indietro e coraggiosamente e con metodo smonta, pezzo dopo pezzo, i nostri luoghi comuni, le nostre certezze e, più in generale, il pensiero condiviso e di ognuna di queste sfaccettature indaga connessioni, valori e debolezze. E lo fa con una leggerezza che si fonda su un continuo variare dello scenario, un vivace susseguirsi di colpi di scena.


Sottile e mai esplicito è il modo di introdurre questioni importanti. Si pensi, per esempio, al leitmotiv che attraversa tutta la vicenda e che, drammaticamente attuale, ruota intorno al passaporto e a cosa significhi possederlo o no. E in questo senso, il gioco di nascondere l'umanità dietro una serie di personaggi animali, veri e propri tipi, in qualche modo riconoscibili e familiari è una modalità che si rivela efficace una volta di più.
Impossibile non cedere al desiderio di intrecciare le due storie e andare a vedere quante bugie si raccontino nella prima storia e quanto di divino si nasconda nella seconda. 
A ciascuno, le proprie conclusioni.
Un paio di fatti sono certi: entrambi i libri sono strumenti fondamentali, vere e proprie mappe immaginarie, per l'orientamento di bambini e bambine in crescita. E di più, sono entrambe letture di ottima qualità stilistica, assecondate e sostenute anche da un bel dialogo creato con le immagini, forse più felice nel secondo libro rispetto al primo.

Carla

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