lunedì 16 maggio 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


UN COLORITO BATTIBECCO

Signorina attaccabrighe, Jane Austen, Andrea Joseph 
(trad. Bianca Lazzaro)
Donzelli 2016


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 9 anni)

"I biglietti di invito, per il giorno in cui compiva il suo 55° anno, furono puntualmente recapitati a tutti i vicini. A dire il vero, le sue conoscenze in quella parte del mondo non erano poi così numerose, e infatti comprendevano solo Lady Williams, Mister Jones e signora, Charles Adams e le tre signorine Simpson, che tutti insieme formavano il vicinato di Pammydiddle e che animarono il ballo in maschera."

Tutto comincia durante il ballo in maschera a palazzo Johnson, dato in occasione del compleanno del capofamiglia.
I Johnson, ospiti affabili e gioviali, sono conosciuti tuttavia per il loro spiccato debole per gli alcolici e per ogni tipo di gioco d'azzardo. Così anche quella sera scorrono litri di rosso a confondere le menti degli invitati: sette invitati nascosti dietro le loro maschere e i padroni di casa, riconoscibili per la bottiglia di vino da cui non si separano mai. 


Tre zitelle, le Simpson, Charles Adams un bell'imbusto pieno di sé, i coniugi Jones che si riconoscono per la loro altezza, e in ultimo Lady Williams, donna piena di charme e saggezza e morigerata nel bere.
Alice Johnson, figlia del festeggiato, in occasione del ballo, si scopre innamorata del bellissimo Charles. Le pene di un amore, il primo, ad evidenza non corrisposto, la conducono, sbronza come al solito, a casa di Lady Williams dalla quale cerca conforto. Confessione dopo confessione, le due signore arrivano a discutere animatamente sul colore 'troppo rosso' delle gote di tale Lady Watkins. A ben vedere sembrerebbe piuttosto che il 'troppo rosso' è quello che ha bevuto la giovane innamorata. Di scaramuccia, in riappacificazione, di bicchiere in bicchiere la storia si intreccia con l'entrata in scena di altre fanciulle dal destino sfortunato. Per intanto, la povera Alice non riamata dal vanitoso e superbo Adams si consola con molteplici cicchetti che l'aiutano a dimenticare.
E mentre gli amori sbocciano e finiscono e le vendette si puniscono, nell'ombra l'avvenente Charles Williams ha deciso di mettere testa a partito e di capitolare davanti al sacramento del matrimonio.  
All'altare, ma con chi?


Piccolo saggio del genio di Jane Austen quando ancora era in bocciolo.
Qui è Jane Austen a quindici anni in uno dei racconti degli Juvenilia dal titolo Jack and Alice, che scrisse tra il 1787 e il 1793.
Anche se acerba, dentro questo brevissimo racconto, che ha comunque incredibilmente la medesima godibilità di un romanzo, c'è già tutta Jane Austen che, con somma e raffinata ironia, fa il verso a se stessa.
Intrighi, amori non corrisposti, buon senso femminile, vanagloria maschile, apparenze ingannevoli, convenzioni sentimentali, bugie, tante bugie, insomma 'ragioni e sentimenti', 'orgogli e pregiudizi', sempre annaffiati e colorati da ottimi vini francesi.
Una mappa perfetta per orientarsi nel mondo complesso dei suoi romanzi da grandi, o dovrei dire dei suoi grandi romanzi?; un assaggio gustoso del suo stile letterario, un piccolo saggio di come il racconto sia, a così alti livelli, un vero e proprio romanzo in miniatura.


Pubblicato nel 2010 da Donzelli nella collana Wallpapers, con il titolo Jack e Alice, e già allora illustrato da Andrea Joseph, Signorina attaccabrighe nel diventare un illustrato di grandi dimensioni  si muove in due direzioni precise. Da un lato va in cerca di lettori giovani, ancora più giovani del solito, e dall'altro concede il meritato respiro alle illustrazioni di Andrea Joseph che tanto lo meritano. Se la sottile ironia di Jane Austen è già un valore in sé, i disegni di questa illustratrice britannica ne sono raffinata amplificazione.
Testo e immagini sebbene organizzati in uno schema 'classico' duettano piacevolmente: dal principio alla fine.


Ogni disegno porta in sé, oltre a un talento enorme nella riproduzione degli oggetti dal vero, siano essi tavoli da back gammon o tappi di sughero usati, una vena caustica che non arriva subito, ma a scoppio ritardato. Al pari di molte parti del testo.

   
Le carte da gioco ritoccate a dovere, o il rocchetto di filo di cotone da ricamo che apre il libro e che giustifica la sua apparizione solo nella penultima pagina, le innumerevoli tracce di fondi di bottiglie di vino che accompagnano l'intera lettura. E poi, quasi invisibili, una serie di piccoli dettagli che, al pari del testo, appaiono qua e là con il compito di gratificare lettori e lettrici più attenti e sensibili della media.  
E su ogni cosa il colore del vino. 
Imperdibile.


Carla

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