DIVERSAMENTE ADOLESCENTI
Mi è
capitato spesso, negli ultimi tempi, di chiedermi quale sia la
matrice del successo di alcuni romanzi seriali per adolescenti,
domanda alla quale riesco a dare solo risposte ipotetiche. Di sicuro
esiste una fascia di giovani lettrici che cercano nei libri loro
dedicati grandi emozioni e una rappresentazione più o meno
verosimile del rapporto con l'altro sesso. A questi romanzi, che
dovrebbero spiegare alle ragazze i 'segreti' dell'amore, si
avvicinano lettrici sempre più giovani, con risultati che posso
immaginare.
Credo
che sia pensando a questo pubblico che Feltrinelli ha dato vita alla
collana Up, rivolta non proprio a young adults, ma a
ragazzine/i che vivono quel momento infelice in cui non si è né
piccoli né grandi.
In
questa collana è uscito il seguito di Vampiri contro Amet, in
cui si parlava del mondo dei Different People, cioè fate, vampiri,
gnomi, inseriti nella vita dei Normal People. Nel secondo romanzo,
Solo Flora, l'autrice, Stefania Bertola, ci descrive una
ragazza normale costretta a passare un anno con la zia fata nel paese
piemontese di San Mirtillo. Se si astrae da incantesimi, sparizioni e
apparizioni, il quadro è quello di una ragazzina spaesata, divisa
fra due amori e circondata da amiche e nemiche. Ovvero, un ritratto
di un'adolescente come tante, rappresentata nel difficile momento del
diventare grandi; grande spazio alla gelosia fra ragazze e alla
descrizione dei baci, più o meno lunghi, più o meno conturbanti. Il
tutto avvolto dall'atmosfera irreale di un mondo fatato. La
leggerezza e l'ironia dell'autrice rendono il testo scorrevole e
vivace, ma a me la domanda di fondo rimane: è questo che vogliono
leggere le ragazzine?
Un
approccio del tutto diverso in E poi diventai farfalla, di
Luisa Mattia. Ci racconta la storia di Fiamma, ragazzina normale con
i problemi normali della sua età, quattordici anni: amicizia, vera,
ma fino a un certo punto, batticuori e primi baci sperimentali. Per
puro caso scopre il segreto di famiglia, che tanto perfetta non è;
nel giro di poco tempo i genitori si separano e il padre va a vivere
con un'altra donna da cui aspetta un figlio. La madre sembra incapace
di reagire e i figli si sentono lasciati soli nel loro comprensibile
smarrimento.
Da qui,
la deriva: la frequentazione di pub, l'alcol, la provocazione, l'uso
del corpo come vetrina di un sé alterato.
Fiamma
sembra perdersi, ma ci sono nella sua vita punti fermi, il nonno, e
nuovi incontri che riescono ad aiutarla ad uscire dal bozzolo in cui
si è chiusa, per farla diventare farfalla.
Questa
storia racconta bene due aspetti dell'adolescenza, la confusione e la
rabbia. Il non sapere chi si è, cosa conta davvero, le
sperimentazioni sessuali. E la grande rabbia impotente che impedisce
la comunicazione con la famiglia se non con il mondo adulto tout
court, ma nello stesso tempo rompe i legami, consente alle fragili
ali di dispiegarsi.
Il
percorso delle adolescenti e dei loro coetanei maschi oscilla fra
onnipotenza e autodistruzione, pericolosamente. Ma è un percorso
necessario.
Luisa
Mattia riesce a renderci partecipe di tutto questo con una narrazione
in prima persona, asciutta, obbiettiva, una visione quasi da
entomologa che osserva la fragilità e la bellezza di una farfalla
che emerge alla vita.
Apprezzo
infinitamente l'assenza di retorica, lo stile asciutto, essenziale,
la resa anche brutale di certi momenti, di passaggi duri, che una
madre non vorrebbe sapere mai.
Niente
aiuta di più che vedere i ragazzi come sono, mostrando loro che,
comunque, in momenti in cui tutto sembra perduto, c'è sempre una
possibilità, uno scarto, un incontro che possono aiutare ad uscire
dal tunnel.
Letture
dunque molto diverse, che cercano di rappresentare il mondo dei quasi
adolescenti e di costruire una narrazione in cui possano
riconoscersi; scelte stilistiche e narrative quasi opposte, pur nel
comune obbiettivo di parlare la lingua dei ragazzi.
Letture adatte,
ovviamente, a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Solo
Flora”, S. Bertola, Feltrinelli 2016
“E
poi diventai farfalla”, L. Mattia, Lapis 2016
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