THIS IS NOT-A-PIG
Mango e Bambang, Polly
Faber, Clara Vulliamy (trad. Laura Bortoluzzi)
Il Castoro 2016
NARRATIVA PER MEDI (dai
7 anni)
"Mango si
accorse che il dosso tremava. Si chinò e ci posò sopra una mano con
delicatezza. Era caldo e coperto da una leggera peluria. Gli diede
una grattatina di incoraggiamento e poi gli sussurrò: 'Ciao, io mi
chiamo Mango Non avere paura. Posso aiutarti?' In una delle strisce
nere si aprì un occhietto triste, che scrutò Mango e poi si
richiuse lasciando cadere una lacrima."
Mango
Propriotutto è una ragazzina molto gentile che fa bene ogni cosa che
fa. E anche in questo caso sta facendo la cosa giusta: nel mezzo di
un ingorgo enorme nella sua città indaffarata dove tutti vanno di
corsa, lei si ferma e pone attenzione a qualcosa di anomalo. C'è un
dosso al centro delle strisce pedonali, un dosso che respira e
seppure solo lievemente, si muove. Trema e piange terrorizzato da
tutta quella rumorosa confusione che lo circonda. I clacson delle
macchine gli ricordano troppo il terrificante ruggito della tigre.
Così comincia una tenera amicizia tra questa dolcissima bambina
Mango e il tapiro fuori contesto Bambang. La bambina lo invita a casa
sua per offrirgli pancakes alla banana. Come non accettare? Da quel
momento in poi i due diventano inseparabili, o quasi.
Piccolo,
intinto nel viola, questo nuovo libro uscito per Il Castoro introduce
una serie di piccole varianti al modello classico di libri del
genere, ovvero testi che non hanno nulla di epocale ma che fanno
onestamente il loro lavoro di libri di buon artigianato.
Mango
e Bambang presentano una prima evidente novità: il tapiro. E nel
dettaglio, quello malese che ha la pelliccia bianca e nera. Animale
per lo più ignorato nell'immaginario 'occidentale', questo tapiro (che non-è-un-maiale),
pur essendo parlante, sembra essere tapiro in molte altre cose che
fa: la timidezza, ma soprattutto il suo buon rapporto con l'acqua e
il fango.
La
seconda novità è il contesto piuttosto surreale in cui i due
protagonisti si muovono, con un mondo di adulti troppo occupati a
far quadrare i conti per avere tempo di occuparsi dei figli, oppure
collezionisti crudeli e a ogni costo.
Terzo
elemento che rende Mango e Bambang diversi dalla maggior parte
di libri per questa fascia di età (altra eccezione è Ottoline di
Chris Riddell) è la cura messa nel disegno, ma soprattutto in certe
ricercatezze di grafica.
Quarto
elemento che mi pare necessario sottolineare è il tono generale
dell'intera storia, caratterizzato da una gentilezza di fondo che
pervade ogni dialogo e ogni situazione. La relazione di amicizia tra
bambina e tapiro nasce proprio grazie ad un gesto affettuoso di cura
dell'una verso l'altro. Il povero tapiro raggomitolato in mezzo alle
strisce pedonali è una immagine che genera tenerezza all'istante e
la piccola Mango ne è incarnazione per tutto il resto del libro.
Delicata e garbata anche con chi si dimostra senza scrupoli o
villano, la piccolina è esempio per tutti di autocontrollo e di
serenità interiore degna di un bonzo. Il tapiro che, così solo e
diverso, ha tanto bisogno di protezione e aiuto in un mondo che gli
evidentemente ostile ed estraneo non poteva trovare amica migliore.
Garbato,
parecchio surreale, questo libro è stata piacevole compagnia per la
durata di un viaggio in treno. E più scorrevano le pagine, più mi
si consolidava l'idea potesse essere anche buona lettura per lettori
e lettrici in erba.
Apprendo
con piacere essere il primo volume di una serie di quattro che Polly
Faber e Clara Vulliamy hanno in uscita nei prossimi tempi.
Un
unico grande limite di questo libro: non aver pubblicato in fondo la
ricetta dei pancakes alla banana...
Carla
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