BISOGNA PARTIRE PER DAVVERO
Maffin, Massimo De Nardo, Andrea Tentori Montalto
"Quando pensi
che quei momenti che stai guardando, in una foto, sono accaduti sul
serio, in quel preciso momento, che era il presente, che adesso è il
passato. Il tempo, forse, si scombussola anche solo a pensarlo,
perché è una materia difficile, il tempo."
Maffin,
all'anagrafe Martino Torren, ha quattordici anni, senza madre, ma con
due zie arrivate dopo, egli ha una missione da compiere. il signor
Gen, l'orologiaio, gli affida la consegna di un oggetto molto
speciale, sette volte speciale. Un orologio costruito con un legno
indistruttibile ma nello stesso tempo fragilissimo. Un meccanismo che
non deve essere ricaricato ma che non può fermarsi per più di sette
giorni e che, assolutamente, deve segnare l'ora con precisione
assoluta: non può retrocedere neanche di un secondo nel passato né
avvantaggiarsi nel futuro. Il signor Krons è il destinatario, ma
Martino non sa dove egli si trovi. A una stazione delle corriere il
suo misterioso viaggio ha inizio: torpedoni, barche, treni e per
finire un mitico camion, un meraviglioso Alfa 430 biancorosso,
guidato da un altrettanto mitico e visionario personaggio, Angelo
Vlad, detto Radar, portano Maffin attraverso luoghi reali e
fantastici, attraverso il passato e anche il futuro.
La sua è pura avventura: diritto verso l'ignoto con un obiettivo da realizzare.
Un
rocambolesco quanto incredibile viaggio che questo coraggioso e
gentile ragazzo compie, attraverso il tempo, che ogni tanto si
scombussola, ma anche attraverso pericoli e agguati che parecchi
nemici gli tendono lungo il percorso.La sua è pura avventura: diritto verso l'ignoto con un obiettivo da realizzare.
Come 'angeli' custodi può contare solo sull'insolito Vlad e su un gruppo assortito di animali: un cane e tre giovani aquile e su una ragazzina piena di lentiggini.
Vietato svelare oltre.
Curioso ed intrigante oggetto, il primo titolo di questa nuova collana di Rrose Sélavy, dedicata alla narrativa e intitolata Quaderni Ready Made, pronti all'uso, in onore -una volta di più- al genio di Duchamp.
Romanzi brevi o racconti lunghi, a scelta, ma che non siano più corti dell'ottantina di pagine.
L'esordio
dei Ready made (si potrebbe equivocare sulla radice di Ready-pronto
e Read-leggere?) entra
con forza in una zona dell'editoria piuttosto deserta, ovvero la
narrativa per lettori appartenenti a una età di passaggio.
Maffin, per intreccio fittissimo, per strutture narrative e lessico ricercati, per significato filosofico, non è un libro per lettori alle prime armi. Ma lo è di certo per lettori un po' visionari, per lettori che amano storie avventurose, che non si spaventano di saltare dalla realtà al fantastico così come si può passare da un divano a una poltrona. Nessuna concessione all'illustrazione, a parte una ricercata copertina a colori di Andrea Tentori Montalto, talento dell'iperrealismo, che si scompone all'interno, nei tre elementi che la costituiscono, in rigoroso bianco e nero: un camion, un cane e tre aquile.
Una materia difficile, il tempo. Io aggiungerei, vertiginosa. Ed è proprio il trattare questa materia liquida che genera tale sensazione tra lettori e lettrici. Spaesamento, disorientamento che di volta in volta poi si ricuciono in una trama senza smagliature.
Da
una parte il tempo e tutti gli interrogativi e le incognite che esso
pone e dall'altra, l'eroe e la sua avventura. Un piccolo eroe. Nella
prefazione, Beatrice Masini nota correttamente che a lui, in un mondo
di adulti, è affidato il compito di affrontare l'ignoto, di
risolvere questioni ben più grandi di lui e di districarsi in
situazioni sempre molto intricate. E, mi pare di poter aggiungere,
come ogni eroe di miti o fiabe, anche lui può contare su una sparuta
squadra di aiutanti che 'vegliano' da lontano e dall'alto.Maffin, per intreccio fittissimo, per strutture narrative e lessico ricercati, per significato filosofico, non è un libro per lettori alle prime armi. Ma lo è di certo per lettori un po' visionari, per lettori che amano storie avventurose, che non si spaventano di saltare dalla realtà al fantastico così come si può passare da un divano a una poltrona. Nessuna concessione all'illustrazione, a parte una ricercata copertina a colori di Andrea Tentori Montalto, talento dell'iperrealismo, che si scompone all'interno, nei tre elementi che la costituiscono, in rigoroso bianco e nero: un camion, un cane e tre aquile.
Una materia difficile, il tempo. Io aggiungerei, vertiginosa. Ed è proprio il trattare questa materia liquida che genera tale sensazione tra lettori e lettrici. Spaesamento, disorientamento che di volta in volta poi si ricuciono in una trama senza smagliature.
Una scrittura complessa, caratterizzata da soluzioni narrative inaspettate, costellata di frasi lapidarie per la loro densità, che è fatta della stessa materia della filosofia, Maffin è un libro pieno di domande e di spazi di libera interpretazione.
E questo, che non direi un dettaglio, ce lo fa piacere più di altri.
Carla
Noterella al margine. Un unico dubbio sull'avvicendamento delle zie nella cura di Maffin. Qualcosa mi sfugge, ma forse sto cercando ordine dove non è previsto che ci sia.
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