GLI INGREDIENTI CHE FANNO UNGERER
Scarpa, dove sei? Tomi
Ungerer,
Salani 2016
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)
"Uno due tre
La mia scarpa sai dov'è?
Novantanove cento
Proprio qui sul pavimento!"
Questo è il testo che apre e chiude
questo nuovo libro (si fa per dire perché ha compiuto 50 anni due
anni fa) di Tomi Ungerer.
L'unico testo.
Formato quasi quadrato, pubblicato per
la prima volta negli Usa dalla prestigiosa Harper and Row che ha
pubblicato tutti i più grandi autori di libri per l'infanzia, da
Sendak in poi, il libro Scarpa, dove sei? è un buon esempio di
quello che è il modo di concepire i libri di Ungerer.
Molti degli ingredienti che considera imprescindibili
per lui, qui sono presenti.
Il primo: il gusto per l'assurdo. Il
gioco stesso che il libro sottintende, ovvero mascherare dentro
figure consuete, profili di scarpe ogni volta diverse - dagli stivali
della Wehrmacht ai décolleté rosa, dagli scarponi neri da contadino
ai mocassini, dalle babbucce alle ballerine con il laccetto.
Maestro incontrastato dell'invenzione
più imprevedibile, Tomi Ungerer si muove sempre molto a suo agio in
tutto ciò che nega il sentire comune, il buon senso. In una lunga
intervista che ha rilasciato un paio di anni fa, ricorda come il
metro dell'assurdo per lui sia fondamentale per misurare la realtà.
La vita di tutti i giorni è spesso portatrice di assurdo ed è
quindi saggio mettere i bambini di fronte a questa prospettiva
insolita; ciò li aiuterà moltissimo, per esempio, nel prendersi
gioco del mondo dei grandi. Ma l'assurdo si impasta volentieri con il
gioco, di cui i bambini -fortunatamente- hanno grande contezza. E
così scarpe con il tacco diventano corna di bufalo o musi di maiali,
o corni di rinoceronti o teste di serpenti. Una declinazione, quella
del profilo di una scarpa da donna con il tacco, che si rivela
nell'immaginario di Ungerer davvero feconda.
Il divertimento, che è il secondo
ingrediente dei libri di Ungerer, spesso si innesta nella scoperta
del dettaglio che Ungerer cura con grande competenza. Sebbene in
Scarpa, dove sei? la pagina si presenti piuttosto asciugata rispetto al piccolo
particolare (fa eccezione il becchime ai piedi di una delle oche), tuttavia in moltissimi suoi libri, il dettaglio si
rivela fondamentale come per esempio in Lo strano animale del signor
Racine (nord-Sud 2010). Piccoli elementi, quasi impercettibili,
punteggiano i suoi disegni e diventano potenziali inneschi di
curiosità da parte dei piccoli lettori e delle piccole lettrici.
Sono dettagli che generano domande nelle loro giovani teste e che un
adulto è chiamato a soddisfare.
E proprio nel tipo di relazione che
Ungerer vuole stabilire con il suo lettore che si delinea il terzo
elemento: la parità di relazione. Mai in un libro di Ungerer
troveremo qualcosa che subordina il ruolo dei piccoli nei confronti
dei grandi. 'Un bambino è una persona piccola che un giorno
crescerà', felice definizione di apertura di Che cos'è un
bambino? (Topipittori, 2008) di Beatrice Alemagna direi che può
calzare a pennello anche per l'idea di infanzia di Ungerer. Il grande
rispetto e fiducia che egli nutre nei loro confronti traspare anche
in questo piccolo libro che gioca sulle forme. Nessuno sconto o
facilitazione nei confronti dei piccoli: la difficoltà evidente in
alcuni casi sarà cimento per loro e soddisfazione finale, una volta
svelato il trucco. Ai bambini e alla bambine piacciono le sfide.
Direttamente connesso al terzo punto è
il quarto: il coraggio della verità nel raccontare la realtà.
Sempre sottile, ma diretto, con una forte impronta sociale, Ungerer
disegna quindi il suo maiale con la scarpa al posto del grugno
spalancato di fronte all'orrore di salamelle e prosciutti appesi,
le oche con gli stivali che marciarono con il tradizionale omonimo passo, oppure un lucido stivale nazista che si confonde con la canna di un
cannone pronto a sparare.
Questo è un po', solo un po', di
quello che Ungerer è veramente.
Carla
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