CONDIVISIONE CULINARIA
Un
frigorifero vuoto rappresenta una realtà disdicevole, antipatica,
originata dalla povertà come dalla distrazione o dall'assenza di
tempo per il troppo lavoro. Per Gaetan Dorémus è l'occasione per
raccontare il concetto della condivisione.
E' la
fine della giornata, per alcuni è stata una faticosa giornata
lavorativa, per altri una normale giornata passata in famiglia. Se si
guarda ad un qualsiasi condominio, verso sera si vedono rientrare le
persone, chi da un giro in bicicletta, chi da un giorno passato a
suonare sui marciapiedi della città. Ma se in quella giornata
particolare, nessuno ha pensato a fare la spesa e c'è poco o nulla
nella dispensa e nel frigo, il problema è davvero grande, quando ci
si mette a preparare la cena. Andrei, il suonatore, che dorme nel
sottoscala, ha solo tre carote.
E' davvero troppo poco! Allora sale
un piano di scale e bussa alla porta di Nabil, che purtroppo ha solo
due uova e un pezzo di formaggio. Insieme salgono un altro piano e
bussano alla porta di Lucie e Sandro, con relativi figli: hanno solo
un peperone e un po' d'erba cipollina. Si sale tutti insieme un altro
piano, da Claire, che però ha qualche pomodoro. L'ultima speranza è
al piano ancora superiore, dove abita Rosine. Lei riesce a trovare un
po' di farina, di burro e di latte. Indovinate. Rosine ha l'idea
geniale e si mette subito all'opera per cucinare una bella quiche,
capace di sfamare tutti quanti.
Anche i
vicini, negli altri condomini, vedono la bella tavolata a casa di
Rosine e vengono contagiati dall'idea: mangiare tutti insieme,
condividendo quel che si ha, aggiunge un po' di allegria al normale
desinare. Ma è come un contagio: non c'è piazza, non c'è strada
che non veda allegre tavolate, imbandite con quel che c'è, e non è
poco. Sono tutti così entusiasti che non sanno come tornare al
normale tran tran. Così il giorno dopo, Andrei si ritrova con tre
carote e Nabil...
Come
ben racconta Frigo vide, di Gaetan Dorémus, pubblicato da
Seuil Jeunesse nel 2009 , un frigo vuoto può essere un punto di
partenza, l'occasione per ripensare quel gesto quotidiano che è il
sedersi a tavola per mangiare. Tanti che hanno poco, mettendosi
insieme riescono a raggiungere un risultato importante per tutti. Non
solo mettere in tavola un bel piatto saporito e nutriente, ma
condividere un momento cruciale della giornata. Questo
bell'illustrato, per niente eclatante nello stile illustrativo, non
mette tanto l'accento sulla povertà e sulla solidarietà, quanto
sull'osservazione che la condivisione, per quanto si sia diversi,
migliora la vita, permette di moltiplicare le risorse e consente di
riscoprire il lato umano in ciascuno di noi.
Se tutti viviamo con
un'etichetta stampata in fronte, siamo impiegati, o maestre, o
studenti o pubbliche lettrici, ma quando ci mettiamo a tavola tutti
insieme, lasciando fuori dalla porta il nostro ruolo sociale,
ridiventiamo persone.
Restare
umani, bello slogan, più che mai attuale e in controtendenza
rispetto al clima di sospetto e di paura che inevitabilmente avanza.
L'illustrazione,
quasi un fumetto, asseconda la storia con pochi colori, uno sfondo
neutro e un disegno delicatamente ironico che ci consegna l'intimità
delle case di tutti personaggi. Alla fine, è lo stare insieme che
riempie la pagina di colori diversi, come diverse sono le persone.
L'albo,
premiato a Bologna nel 2015, verrà pubblicato in Italia nel prossimo
autunno, grazie all'intelligente iniziativa dell'editore Terre di
mezzo. E' una lettura divertente, riflessiva, che può fornire spunti
importanti anche in classe, per giovani lettori e lettrici a partire
dai sei anni.
Eleonora
“Frigo
vide”, g. Dorémus, Seuil Jeunesse 2009
l book trailer in inglese
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