UNA MONELLA DI CLASSE
Quella peste di
Sophie, Contessa de Ségur, Sophie de La Villefromoit
(trad. Maria Vidale)
Donzelli 2016
NARRATIVA PER MEDI (dai
9 anni)
A Sophie capitava
spesso di fare le cose senza pensare. E, quando non si pensa, si
possono fare anche grosse sciocchezze. Ecco quello che combinò un
giorno. Sua mamma aveva dei pesciolini rossi molto carini, lunghi
come una spilla da balia e larghi come la piuma di un passero, che
vivevano in una boccia di vetro piena d'acqua in fondo alla quale
c'era della sabbia che serviva loro da nascondiglio e da letto.
Il
papà di Sophie le ha regalato un prezioso coltellino di osso che
Sophie adora e con cui tagliuzza tutto ciò che le capita a tiro.
Quel giorno il suo desiderio era quello di prepararsi una gustosa
insalata. A questo punto vanno messi insieme gli adorati pesciolini
rossi, l'adorato coltellino e l'insalata da preparare e il gioco, il
più crudo che si possa immaginare, è fatto. Questa volta la
sventatezza di Sophie ha colpito i pesci, ma altre volte è toccato
alle api o a galletti neri o ad asini pacifici.
In un castello, circondata da affettuosa e servizievole servitù, Sophie passa le sue giornate tra esperienze avventurose e un po' sconsiderate, condotte di solito al fianco del mansueto cugino Paul, e punizioni o sgridate esemplari della sua amorevole mamma, Madame de Réan.
Accanto ai numerosi e
sfortunati episodi che la vedono in azione con diversi animali che ci
rimettono la pelle ogni volta, la piccola Sophie è in grado di farsi
un gran male anche da sola: tagliandosi le sopracciglia, rotolandosi
nella calce fresca, inzuppandosi i capelli con la speranza le
diventino ricci.
Nella ventina di
racconti che si susseguono Sophie si dimostra ladra, bugiarda,
aggressiva, golosa, ma anche ogni volta sinceramente pentita del male
che procura a se stessa e agli altri. Sua madre, a fine giornata,
elabora per lei punizioni adatte ai misfatti compiuti, ma è anche
molto comprensiva e sa leggere nella faccina contrita della sua
bambina l'autentico pentimento e l'onesto impegno da parte della
piccola a fare meglio in futuro.
Fino al guaio successivo.
La Sophie di Madame de
Ségur è una bambina di altri tempi che vive in un ambiente
aristocratico di altri tempi, tra scuderie e giardini rigogliosi, con
i suoi genitori e non lontano dalla tenuta del cugino Paul, sorta di
suo personale 'grillo parlante', nonché compagno fedele e devoto di
ogni avventura.
E' circondata da maggiordomi e governanti che la
accudiscono con discrezione. Vive in un mondo ovattato, fatto di
buone maniere e sentimentalismo, di giocattoli che non ci sono più,
come le bambole di cera, di abitudini perdute, come il ricamo. Eppure
in questo clima idilliaco, fiabesco, quasi lezioso questa bambina si
muove controcorrente: viviseziona le api, taglia a fettine i pesci
rossi della madre, si infila uno spillone nella scarpa per pungolare
un asino troppo lento, ruba a sua madre il contenuto prezioso di un
cestino da ricamo, nasconde sull'armadio la frutta candita per
tenerla tutta per sé, si ingozza del pane destinato al suo pony,
affoga una tartaruga per distrazione...
In questo cortocircuito
tra contesto e trama, tra leggerezza dello stile e durezza dei
contenuti (e tra genere maschile e femminile), sorta di ripetute
contraddizioni in termini, spesso improvvise e del tutto inaspettate,
risiede la grandezza di questo libro che Donzelli sapientemente
ripubblica in una versione illustrata dalla terza Sophie del libro,
Sophie de Villefromoit. Quest'ultima, non poi così lontana da alcuni
elementi della lowbrow art, crea una galleria di personaggi, un po'
bambole, dalle grandi teste su corpicini minuti, per accogliere i
grandi occhi sgranati. Su un insieme che privilegia la decorazione
floreale, le rose leggermente sfiorite, le porcellane, l'intreccio
di nastri e decorazioni, abiti ottocenteschi gonfi e pieni di pizzi e
crinoline, la piccola Sophie e il cugino Paul hanno nello sguardo lo
specchio dell'inquietudine un po' 'gotica' delle loro malefatte.
Il mondo ottocentesco
che questa scrittrice riproduce nei racconti della piccola Sophie è
dichiaratamente lo stesso in cui ha vissuto lei, fanciulla russa
trapiantata in Francia a diciotto anni, figlia di un generale dello
zar e quindi moglie dello squattrinato conte di Ségur. Ma questo
mondo un po' snob, attraversato da moti di sentimentalismo romantico,
pur contenendo echi pedagogici di matrice rousseauiana, soprattutto
nei metodi educativi di Madame de Réan, ha anche la capacità di
cogliere e raccontare con un tono autentico la vivacità e, più in
generale, alcuni caratteri propri dell'infanzia. E per di più lo fa
in una chiave tutta al femminile.
I racconti su Sophie
sembrano essere il risultato di una puntuale osservazione della
giornata di una bambina, come nota lo stesso Faeti nel suo libro sui
classici della letteratura da proporre a un pubblico contemporaneo,
Gli amici ritrovati (BUR,
2010).
Per questa ragione,
l'aver saputo cogliere 'la vita vera dell'infanzia', la piccola
Sophie ancora oggi è molto amata dai bambini e dalle bambine
francesi e, c'è da augurarsi, d'ora in poi lo sarà anche da giovani
lettrici e lettori italiani.
Carla
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