SOLI, NELL'UNIVERSO
Dove
sono tutti quanti? è un vero miracolo della divulgazione
dedicata a ragazze e ragazzi, per diversi motivi: è uno dei pochi
testi dedicati alla fascia d'età superiore ai dodici anni ed è,
nello stesso tempo, un ottimo esempio di come si possa parlare con
semplicità di argomenti complessi.
Per
essere dei bravi divulgatori è utile attingere alla propria
carriera di 'curiosi', nata magari fra un film di fantascienza e un
romanzo. Ed è esattamente questo che fa Amedeo Balbi, astrofisico e
valido divulgatore, con il giustificato mito di Piero Angela.
La sua
curiosità infantile relativa alle stelle e ai loro misteri è legata
alla vastità del cielo stellato, sicuramente, ma anche a più
modeste immagini tratte da film che hanno immaginato la specie umana
a confronto con altre civiltà, 'aliene', in particolare 2001.
Odissea nello spazio, Spazio 1999 e Star Trek.
Spesso
ho sostenuto che le vie attraverso le quali evolvono le curiosità
infantili sono molteplici e non disdegnano un approccio che unisce
realtà e fantasia, cognizioni e finzione; questo humus di domande
apparentemente semplici è il fertile terreno di coltura su cui può
crescere una predisposizione, un talento, una vocazione. Sicuramente
cresce l'interesse per i diversi ambiti della conoscenza e, non
ultimo, per i libri.
L'autore,
dunque, ci conduce per mano attraverso le scoperte scientifiche che
hanno ridimensionato l'immagine che avevamo del nostro ruolo nel
mondo: dalla centralità aristotelico-tolemaica allo scoprirci persi
nell'infinità del cosmo, il nostro pianeta non al centro
dell'universo, ma un puntino fra tanti in cui, casualmente, ha avuto
origine la vita. Scopriamo che il materiale di base della medesima è
abbastanza frequente nel cosmo e potremmo per questo pensare che gli
stessi processi possono essersi determinati anche altrove: ma se è
così, dove sono tutti quanti?, che è poi la domanda
paradossale posta da Enrico Fermi.
Ecco
aprirsi il mondo delle esplorazioni spaziali, delle costosissime
ricerche che tentano di dare una risposta assolutamente ipotetica a
questa domanda cruciale; se dunque non siamo unici, anche nel senso
filosofico, quante possibilità abbiamo di individuare altre forme di
vita e dove, quanto lontane e quanto evolute.
Il
libro, assolutamente gradevole, divertente nell'essere preciso e
documentato, è ricco di riferimenti che consentono eventuali
approfondimenti: una sorta di mappa celeste per orientarsi in un
ambito complesso, come quello della cosmologia e dell'astrofisica, ma
che nello stesso tempo risponde a domande elementari, proprio quelle
che affollano la mente di bambini/e e ragazzi/e, anche se, bisogna
dirlo, sono di più i quesiti che pone, le nuove domande, i territori
sconosciuti che indica.
La vita
aliena, che possiamo immaginare sulle lune di Saturno o ai confini
della Via Lattea, ha riempito l'immaginazione di tantissimi lettori e
lettrici nel momento di massimo successo della letteratura
fantascientifica e il tema dell'alieno, dell'altro, diverso e/o
minaccioso, è stato uno dei più frequenti nella produzione del
secondo dopoguerra. Ma su questo tema tornerò presto, convinta come
sono che quelle domande, quegli interrogativi siano ancora lì,
magari proposti in termini diversi.
Buon
viaggio nell'universo a frotte di lettori e lettrici decisi a
muoversi ai confini della realtà.
Eleonora
“Dove
sono tutti quanti?”, A. Balbi, Rizzoli 2016
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