IL CONTAGIO DELLA LIBERTA'
L'editore
Il Castoro, con grande coraggio sta proponendo dei testi che
criticamente mettono in luce le contraddizioni del nostro presente.
In Solo per sempre tua Louise
O'Neill ci ha raccontato di un mondo in cui le ragazze sono
programmate per compiacere, a vari livelli, i maschi, signori e
padroni del mondo.
Ora, Luigi Ballerini con (Im)perfetti
sposta lo sguardo sui paradossi impliciti nella nostra cultura di
massa, la ricerca della perfezione, con le tentazioni di ingegneria
genetica, il controllo del comportamento sociale attraverso i mezzi
di comunicazione di massa o, per dirla più direttamente, la perversa
cultura dei reality, che coinvolge tante persone. Nel caso di questo
romanzo i tre protagonisti, due ragazzi e una ragazza, appartenenti
alla stirpe dei Perfetti, concepiti cioè artificialmente, devono
affrontare una serie di prove che stabiliranno il loro ruolo
all'interno della élite che governa il mondo. Ciascuno di loro
nasconde un segreto: l'essere un falsificato, cioè un imperfetto
trasformato chirurgicamente per sabotare il sistema; avere una
malattia non prevista dal codice genetico; essere portatore di un
talento che non corrisponde alla propria categoria.
Queste
prove, che esaltano la purezza della 'razza', e il riferimento è
pienamente voluto, avvengono all'interno di uno show in cui realtà e
mistificazione si confondono perfettamente. La descrizione del
meccanismo di manipolazione che guida questo rito di passaggio è
calzante: eroi fasulli, che diventano star popolari, confermando la
validità dei valori dominanti attraverso la manipolazione, lo
stravolgimento della realtà con una sapiente regia che tutto
controlla. Se uno dei protagonisti, Adon P, è in realtà in missione
per conto della Resistenza, non sarà l'esecuzione del piano
originario a mandare all'aria la messa in scena, ma il rifiuto del
controllo sociale sulla vita di ciascun individuo. Quello che ne
emerge è un grido d'allarme e una speranza: il grido d'allarme è
rivolto all'ottundimento delle coscienze, soprattutto giovanili,
nella cultura odierna. La presenza di ideali di perfezione modellati
sulle esigenze commerciali, che vendono un'idea di felicità
associata ad un corpo non umano, plasmato su modelli impossibili; una
cultura dell'apparire, enfatizzata dalle produzioni tv che si nutrono
dell'osceno spettacolo delle umane debolezze, delle finte avventure,
dei finti amplessi.
La
speranza che l'autore con forza sottolinea è che si diventi
consapevoli che la strada della felicità, ammesso che esista, passa
per la libertà di essere se stessi.
Leggendo
questo romanzo, che spero aiuti le ragazze e i ragazzi di oggi a
riflettere sui propri miti, non ho potuto non pensare ad un racconto
di fantascienza, che mi colpì molto negli anni lontani della mia
adolescenza. Si tratta di “Pentiti arlecchino!” Disse l'uomo
del Tic-Tac,* che nel 1966 valse il premio Hugo al suo autore,
Harlan Ellison, noto soprattutto come sceneggiatore di serie
televisive come Ai confini della realtà.
In
questa storia, si immagina una società in cui il controllo sociale
si fonda sul tempo e un uomo potentissimo, l'Uomo del Tic-Tac, ha la
facoltà di sottrarre del tempo di vita alle persone che non
rispettano la rigida organizzazione cronometrica. Arlecchino, che è
proprio la maschera che indossa il protagonista, è un uomo diverso,
non allineato e non allineabile, almeno con le buone. Passa il tempo
a mettere sabbia nell'ingranaggio perfetto in cui nessuno è libero.
Inonda le strade mobili di gelatine di frutta, causando una seria di
incidenti che costringono tutto il sistema a perdere tempo,
provocando grande confusione. Il sistema non può che dargli la
caccia. Verrà preso, naturalmente, e virtualmente distrutto. Ma
l'Uomo del Tic-Tac, inspiegabilmente, comincerà ad accumulare
ritardi.
Anche
allora, il timore era quello di una società iper-organizzata,
gestita dall'alto e nemica giurata del libero pensiero e della
libertà personale. Anche in questo prezioso racconto, la via di fuga
è individuale, e la semplice presenza di un soggetto ingovernabile è
di per sé la miccia necessaria ad innescare il cambiamento. Efficace
metafora di una società spersonalizzante in cui tutto è controllato
e misurato, questo manifesto del pensiero anarchico è anche l'invito
per niente velato a fare della propria vita una testimonianza di
libertà. Costi quel che costi.
Letture
intelligenti e impegnative per ragazzi e ragazzi di almeno dodici
anni.
Eleonora
“(Im)perfetti”,
L. Ballerini, Il Castoro 2016
*
purtroppo non credo esista un'edizione attualmente in commercio
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