lunedì 17 ottobre 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


COLORIN COLORADO...

Le tre principesse pallide, MaríA JOsé Martín Francés, Carole Hénaff
(trad. Elena Rolla)



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Non riusciva a scegliere nessuna delle tre figlie per la successione, perché le amava tutte e tre allo stesso modo. Pertanto, decise di consultare la cittadinanza, affinché fosse il popolo a dire quale delle tre figlie meritasse di diventare regina."

Il re si è fatto vecchio e teme che alla sua morte il trono rimanga vuoto. Le sue tre figlie, nel loro pallore principesco, non convincono il popolo chiamato a sceglierne una delle tre. Troppo slavate per i sudditi che, riuniti sotto il balcone del palazzo, decretano in coro alla richiesta del re:

Delle tue tre figlie?
Nessuna! Sono pallide come la luna!


La più grande delle tre, per avere la meglio sulle sorelle si beve cielo notturno e succo di stelle. Ma il risultato è deludente. Da pallida diviene azzurra ed è scartata nuovamente. La mediana confida nella terra, visto che il cielo si era dimostrata una scelta sbagliata, e si rotola sull'erba dei prati e si avvinghia a un'edera. Ma anche questa volta il popolo decreta che una regina verde nell'incarnato non è indicata.
Come in ogni fiaba degna di questo nome, la terza figliola è tutt'altra dalle sorelle. La cosa che l'angustia non è certo il colore della sua pelle, men che meno regnare, ma piuttosto l'imminente scomparsa del padre. Così, mestamente piangendo al davanzale, si addormenta finché al sorgere del sole, il suo viso si colora della tinta ideale per diventare regina...


Una fiaba contemporanea scritta secondo la migliore tradizione classica. Tutti gli ingredienti necessari sono presenti. Il contesto consueto di un dilemma a corte, con un re che si trova costretto a trovarsi un successore. Il numero perfetto delle figlie: tre. Circostanza questa che preannuncia due altri topoi della tradizione: il primo, le tre diverse strategie adottate dalle fanciulle, laddove le prime due sbagliano e la terza, la più giovane, supera la prova; il secondo, la tripla reiterazione di uno schema pressoché analogo, con alcune varianti che si rivelano fondamentali per il successo (I tre porcellini docet). Ultimo ma non ultimo, il sapiente uso del ritornello in rima che scandisce le tre parti con un ritmo preciso da metronomo e la consueta chiusa finale Stretta la foglia, larga la via...che in originale suona con l'altrettanto consueto Colorin, colorado este cuento se ha acabado.
Nelle maglie di questa che potrebbe sembrare una fiaba della tradizione orale andalusa, viste le palme nei giardini del palazzo, viste le guglie a cipolla o gli ingombranti copricapi e le barbe bianche lunghissime, si insinuano elementi che ne denunciano la contemporaneità: primo fra tutti il finale rassicurante e condiscendente che ha lo scopo di allontanare ogni inquietudine dall'animo di lettori e lettrici giovani in cerca dell'auspicabile lieto fine: in questo caso al consueto e vissero tutti felici e contenti, si aggiunge un implicito per sempre



Cui si somma, nel disegno, una brocca e tre bicchieri 'riconciliatori'.
Ajo Martín Francés di mestiere fa l'insegnante e la formatrice di insegnanti e si occupa di promozione della lettura.
Tanta scioltezza  di costruzione e di linguaggio, tanta dimestichezza con la fiaba, si può presumere arrivi da lì.
I disegni sono altra cosa.
Testimoniano un gusto per la grafica e per il grafismo, in ogni particolare di arredi a tessuti che offra l'opportunità di esplicitarlo. Carole Hénaff, illustratrice francese trapiantata a Barcellona, è anche graphic designer. E si vede.


L'avevamo già apprezzata in un piccolo e longilineo libretto contenente un assurdissimo quanto breve racconto di Antonio Orlando Rodríguez pubblicato per Ekaré (Concierto para escalera y orquesta, 2013). Nelle Tre principesse pallide, forse perché dedicato a un pubblico di più piccoli, i colori pastosi e scuri, il segno sintetico, la prospettiva verticale data dal formato del libro, si perdono in una delicatezza diffusa, nei toni pastello richiesti anche dal tema. Tuttavia rimane il gusto per soluzioni grafiche interessanti, a partire dal taglio del cielo blu che attraversa la grande superficie bianca come un rigagnolo che finisce nella bocca della principessa più grande, per finire nei meravigliosi tre copricapo che le contraddistinguono: una sorta di carota, una sorta di melanzana e una sorta di grande cipolla che coronano i delicati contorni dei tre visi. A questi si aggiunga una predilezione per la decorazione che non risparmia nessuna superficie, ma in particolare riguarda i tessuti. 

Questo ornatismo, che in altri contesti forse non mi avrebbe convinto, qui trova una sua precisa ragion d'essere che sottilmente allude -purtroppo non sempre- al mondo fiabesco 'arabisant',  ma con un lessico che declina echi che spaziano dall'Art Nouveau alla miniatura persiana. Il tutto in chiave contemporanea.
Un piacere sfogliarlo, ma soprattutto leggerlo ad alta voce.

Carla

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