COLORIN COLORADO...
Le tre principesse pallide,
MaríA JOsé Martín Francés, Carole Hénaff
(trad. Elena Rolla)
Kalandraka 2016
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Non riusciva a scegliere
nessuna delle tre figlie per la successione, perché le amava tutte e
tre allo stesso modo. Pertanto, decise di consultare la cittadinanza,
affinché fosse il popolo a dire quale delle tre figlie meritasse di
diventare regina."
Il re si è fatto vecchio e
teme che alla sua morte il trono rimanga vuoto. Le sue tre figlie,
nel loro pallore principesco, non convincono il popolo chiamato a
sceglierne una delle tre. Troppo slavate per i sudditi che, riuniti
sotto il balcone del palazzo, decretano in coro alla richiesta del
re:
Delle tue tre figlie?
Nessuna! Sono pallide
come la luna!
La più grande delle tre,
per avere la meglio sulle sorelle si beve cielo notturno e succo di
stelle. Ma il risultato è deludente. Da pallida diviene azzurra ed è
scartata nuovamente. La mediana confida nella terra, visto che il
cielo si era dimostrata una scelta sbagliata, e si rotola sull'erba
dei prati e si avvinghia a un'edera. Ma anche questa volta il popolo
decreta che una regina verde nell'incarnato non è indicata.
Come in ogni fiaba degna di
questo nome, la terza figliola è tutt'altra dalle sorelle. La cosa
che l'angustia non è certo il colore della sua pelle, men che meno regnare, ma piuttosto l'imminente
scomparsa del padre. Così, mestamente piangendo al davanzale, si
addormenta finché al sorgere del sole, il suo viso si colora della
tinta ideale per diventare regina...
Una fiaba contemporanea
scritta secondo la migliore tradizione classica. Tutti gli
ingredienti necessari sono presenti. Il contesto consueto di un
dilemma a corte, con un re che si trova costretto a trovarsi un
successore. Il numero perfetto delle figlie: tre. Circostanza questa
che preannuncia due altri topoi della tradizione: il primo, le tre
diverse strategie adottate dalle fanciulle, laddove le prime due
sbagliano e la terza, la più giovane, supera la prova; il secondo,
la tripla reiterazione di uno schema pressoché analogo, con alcune
varianti che si rivelano fondamentali per il successo (I tre
porcellini docet). Ultimo ma non ultimo, il sapiente uso del
ritornello in rima che scandisce le tre parti con un ritmo preciso da
metronomo e la consueta chiusa finale Stretta la foglia, larga la
via...che in originale suona con l'altrettanto consueto Colorin,
colorado este cuento se ha acabado.
Nelle maglie di questa che
potrebbe sembrare una fiaba della tradizione orale andalusa, viste le
palme nei giardini del palazzo, viste le guglie a cipolla o gli
ingombranti copricapi e le barbe bianche lunghissime, si insinuano
elementi che ne denunciano la contemporaneità: primo fra tutti il
finale rassicurante e condiscendente che ha lo scopo di allontanare
ogni inquietudine dall'animo di lettori e lettrici giovani in cerca
dell'auspicabile lieto fine: in questo caso al consueto e vissero
tutti felici e contenti, si aggiunge un implicito per sempre.
Cui si somma, nel disegno, una brocca e tre bicchieri 'riconciliatori'.
Ajo Martín Francés di
mestiere fa l'insegnante e la formatrice di insegnanti e si occupa di
promozione della lettura.
Tanta scioltezza di
costruzione e di linguaggio, tanta dimestichezza con la fiaba, si può presumere arrivi da lì.
I disegni sono altra cosa.
Testimoniano un gusto per la grafica e per il grafismo, in ogni
particolare di arredi a tessuti che offra l'opportunità di
esplicitarlo. Carole Hénaff, illustratrice francese trapiantata a
Barcellona, è anche graphic designer. E si vede.
L'avevamo già apprezzata in
un piccolo e longilineo libretto contenente un assurdissimo quanto
breve racconto di Antonio Orlando Rodríguez pubblicato per Ekaré
(Concierto para escalera y orquesta, 2013). Nelle Tre
principesse pallide, forse perché dedicato a un pubblico di più
piccoli, i colori pastosi e scuri, il segno sintetico, la prospettiva
verticale data dal formato del libro, si perdono in una delicatezza
diffusa, nei toni pastello richiesti anche dal tema. Tuttavia rimane
il gusto per soluzioni grafiche interessanti, a partire dal taglio
del cielo blu che attraversa la grande superficie bianca come un
rigagnolo che finisce nella bocca della principessa più grande, per
finire nei meravigliosi tre copricapo che le contraddistinguono: una
sorta di carota, una sorta di melanzana e una sorta di grande cipolla
che coronano i delicati contorni dei tre visi. A questi si aggiunga
una predilezione per la decorazione che non risparmia nessuna
superficie, ma in particolare riguarda i tessuti.
Questo ornatismo,
che in altri contesti forse non mi avrebbe convinto, qui trova una sua
precisa ragion d'essere che sottilmente allude -purtroppo non sempre- al mondo fiabesco 'arabisant', ma con un lessico che declina echi che spaziano dall'Art Nouveau alla miniatura persiana. Il tutto in chiave contemporanea.
Un piacere sfogliarlo, ma soprattutto leggerlo ad alta voce.
Carla
Nessun commento:
Posta un commento