Settembre 2016
perché:
"E' quasi un'ovvietà
dire che i libri di Eva Ibbotson siano bei libri, ma questo in
particolare, pubblicato postumo, si distingue per saper infondere nei
lettori e nelle lettrici un senso di appagamento diffuso.
Fin dalle prime
pagine in cui ci si trova catapultati come se nulla fosse, in uno
scenario piuttosto inverosimile, si partecipa con trasporto al
percorso educativo dei piccoli da parte di Lady Agata. Ci si
intenerisce per le abitudini che prendono i piccoli, ma nello stesso
tempo, senza parere, ci si trova di fronte a un modello pedagogico
che dovrebbe far ragionare piccoli e grandi."
perché:
"Di
ciascun animale viene rappresentata la collocazione geografica, la
dimensione e l'appartenenza a questo o quel genere; ma il pezzo forte
sta nella descrizione delle sue modalità di alimentazione: del
formichiere, ad esempio, viene descritta l'efficacissima lingua, che
riesce ad insinuarsi nei formicai, acchiappando un numero altissimo
di formiche, senza per altro distruggere l'intera costruzione. Seguono
le schede relative a numerosi predatori, più o meno feroci, dai
piranha ai coccodrilli, dai 'vampiri' alle megattere. La scelta dei
diversi soggetti risponde sia ai criteri sopra ricordati, di
rappresentatività di un ecosistema o di un altro, ma ovviamente
anche alla particolarità delle diverse modalità di alimentazione:
la bocca del fenicottero, che funziona come una pompa, o la bocca di
una stella marina, sono sicuramente esempi che possono colpire la
fantasia dei giovani lettori."
Ottobre 2016
perché:
"L'autore, che immagino animato da grande senso dell'umorismo, gioca con il lettore, confidando nella consuetudine di iniziare la lettura partendo dal titolo e poi a seguire. Per capire la storia, o per darne una diversa interpretazione, bisogna tornare indietro e chiedersi che ci stanno a fare lì un uomo, un bambino e un carretto pieno di forme di giallo formaggio. Già questo mescolamento di carte vale tutto il libro, ma non basta; è magistrale il personaggio dello scoiattolo, ansioso e preoccupato oltre ogni dire dalle conseguenze delle sue azioni; nemmeno per un momento si ferma a pensare cosa sia realmente quella cosa tonda, è la luna e basta, e qualcuno sicuramente la vorrà indietro e se la prenderà con lo scoiattolo se non la troverà al suo posto."
perché:
"Fin
dalla sua veste grafica, esso denuncia l'intento di essere un libro
di lettura per persone che nei libri cercano qualcosa che non si
esaurisca in un soffio, ma piuttosto che si insinui lentamente e che
inesorabilmente radichi nella mente del proprio lettore o della
propria lettrice.
È
un tascabile a tutti gli effetti, almeno per dimensioni (ha la misura
di un breviario), ma nello stesso tempo nella sua rilegatura rigida
si conserva e preserva la preziosità dell'interno. Sulla
sovraccoperta bianca compare un disegno a matita di Matticchio che
ha, come spesso accade, la solennità di una forma leggibile e nota,
ma nel contempo il guizzo dell'ironica reinterpretazione della
stessa. In questo caso un teschio shakesperiano è attraversato nelle
orbite vuote da un verme - quello che arriva per ultimo, appunto -
che ammicca un sorriso e un colpetto di coda.
Sottile,
nella sua ironia, Matticchio 'cavalca' lo spunto offerto dal titolo
di Cinquetti (che a sua volta rende omaggio a Calvino) e ne dà una
lettura ancora più filosofica, se possibile, laddove il verme è
davvero l'ultimo che arriva a chiudere e a cancellare del tutto la
nostra esistenza terrena."
Novembre 2016
perché:
"Un'idea
originale, stimolante, nuova proveniente dalla poliedrica Teresa
Porcella: una collana di narrativa che ha come filo conduttore il
racconto di quei passaggi decisivi, nella storia e nella cultura, che
modificano in modo radicale lo stato di cose presente. Rivoluzioni.
L'intento è spiegarle alle ragazze e ai ragazzi di oggi con l'aiuto
di valenti scrittori e disegnatori.
Il
primo titolo, La Formula esatta della Rivoluzione, Libri
Volanti-Istos edizioni, è frutto del lavoro di Marcello Fois,
Alberto Masala e Otto Gabos, un terzetto di autori sardi che con
grande intelligenza raccontano le vicende di Lavoisier, il padre
della chimica moderna, durante la Rivoluzione Francese."
"Klassen è
così. Voglio il mio cappello!, Questo non è il mio
cappello, Toh! Un cappello sono tre capolavori
equivalenti.
fine
Dal punto di vista
strettamente formale, i tre albi di Klassen sono meccanismi perfetti
che dimostrano, in crescendo, una sua straordinaria capacità di
manipolazione dell'oggetto albo illustrato.
Nel primo aveva lavorato sul lettering del testo, dimostrando di saper piegare a suo uso e consumo il colore e la grafica di cui si impasta un albo illustrato e aveva nel contempo dimostrato al mondo che lui sapeva utilizzare lo spazio della pagina come contenitore ideale di sentimenti ed emozioni, sdraiando il grande orso nella disperazione, sedendolo su uno sfondo rosso nel momento della presa di coscienza, facendolo correre a ritroso sulla pagina nel suo ripercorrere indietro lo spazio, ma soprattutto il tempo, nella fase di riscatto. Nel secondo aveva saputo far dialogare testo e immagine con un gioco sapiente di continua smentita da parte del secondo nel confronti del primo. In Non è il mio cappello infinitesimi gesti rendono il racconto a parole semplicemente deflagrante. E ora nel terzo libro, che suona davvero come un inno alla bontà dopo due libri che erano stati inno alla cattiveria, si assapora il gusto che ha la redenzione finale."
Nel primo aveva lavorato sul lettering del testo, dimostrando di saper piegare a suo uso e consumo il colore e la grafica di cui si impasta un albo illustrato e aveva nel contempo dimostrato al mondo che lui sapeva utilizzare lo spazio della pagina come contenitore ideale di sentimenti ed emozioni, sdraiando il grande orso nella disperazione, sedendolo su uno sfondo rosso nel momento della presa di coscienza, facendolo correre a ritroso sulla pagina nel suo ripercorrere indietro lo spazio, ma soprattutto il tempo, nella fase di riscatto. Nel secondo aveva saputo far dialogare testo e immagine con un gioco sapiente di continua smentita da parte del secondo nel confronti del primo. In Non è il mio cappello infinitesimi gesti rendono il racconto a parole semplicemente deflagrante. E ora nel terzo libro, che suona davvero come un inno alla bontà dopo due libri che erano stati inno alla cattiveria, si assapora il gusto che ha la redenzione finale."
Dicembre 2016
perché:
"Se
dovessi riassumere il senso di questo romanzo, userei tre parole:
frontiera, ferocia, lealtà [...]
Le
immagini di Quarello rendono perfettamente tutto questo: il gelo dei
territori canadesi, la fatica indicibile dei cani da slitta, la
durezza della vita disperata dei cercatori d'oro. Su tutti i
personaggi, non può che emergere Buck, grande, maestoso, indomabile.
Ogni immagine sottolinea la durezza, la forza, la bellezza dei
paesaggi incontaminati.
E',
ovviamente, una visione epica, è avventura. Ma
questa è davvero una di quelle storie che restano nel cuore."
perché:
"Che
dire? E' Lane Smith con la sua designer di fiducia (l'ha anche
sposata) Molly Leach. Un altro suo libro che lascia il segno per
sensibilità narrativa, per capacità di lettura dell'infanzia, per
originalità di prospettiva, per accuratezza linguistica, per
dimestichezza con l'ironia.
In una intervista, con grande onestà, Lane Smith evita di fare
dichiarazioni di intenti a proposito del libro. Spetta a chi legge
trovare nessi, riferimenti, significati. Lui si trincera dietro il
fatto che si tratta semplicemente di un libro su molti animali.
Naturalmente non è solo questo. Ne riconosce, tuttavia, il merito di
stimolare la discussione, in particolare su due punti fondamentali di
una narrazione: l'inizio e la fine. Entrambi lasciati nell'ambiguità
che permette chiavi di lettura molteplici. Quel bambino da dove
arriva? Cosa trova in fondo alla sua strada? E, di conseguenza, cosa
va cercando nel mezzo?"
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