mercoledì 4 gennaio 2017

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


NIDO DI VESPE


Dedico queste poche righe al piccolo Filippo, che giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, lotta per continuare a vivere.

Kenneth Oppel è un prolifico autore, vincitore, in America e in Canada, dove è nato, di numerosi premi letterari; in Italia è stato tradotto poco e quindi il nuovo romanzo, Il Nido, ce lo fa vedere quasi come un outsider.
Quarta di copertina e le illustrazioni, in rigorose tonalità di grigio, di Jon Klassen fanno subito pensare a qualcosa di misterioso e inquietante.
E l'inquietudine abbonda, in questo interessante romanzo dedicato alle giovani lettrici e lettori a partire dai dodici anni. Ma c'è molto di più.
Per necessità di sintesi, potrei dire che la narrazione utilizza due registri: la descrizione di una situazione drammatica, vissuta dalla famiglia del protagonista, Steve. E, d'altro lato, l'interpretazione onirica che quest'ultimo dà agli eventi.


Steve è un dodicenne pieno di ossessioni e fobie: per gestirle, ha costruito, insieme al suo terapeuta, dei rituali che hanno il potere di tranquillizzarlo; ma di notte, le paure attendono in fondo al letto che lui precipiti nel sonno e nel sogno, zona franca in cui tutto è possibile e mondi diversi si fondono; per difendersi, Steve si avvolge nelle coperte, come fossero una sorta di nido.
In famiglia è arrivato un nuovo fratellino, Theo, che purtroppo ha una malformazione genetica che lo costringe a lottare strenuamente per sopravvivere. Tutta l'attenzione dei genitori è rivolta a lui, mentre Steve si sente trascurato. In un pomeriggio estivo in cui i genitori sono all'ospedale ad assistere Theo, Steve viene punto da una strana vespa, e si palesa, così, la sua allergia. Ma quello che è più importante è che le vespe, e per l'esattezza la loro regina, da quel momento entrano di prepotenza nei suoi sogni: la regina, che gli appare avvolta nella luce, gli promette di salvare il fratellino, a patto che lui acconsenta esplicitamente a quello che si accinge a fare con il suo immenso sciame ronzante.
Steve non immagina quale possa essere il prezzo di questo patto onirico e così acconsente.
Nella vita reale, un grande e minaccioso nido di vespe sta crescendo vicino a una grondaia; nei sogni del ragazzino si svolge un'epica lotta, in cui è aiutato dall'evanescente Signor Nessuno, per impedire alle vespe di prendersi il bambino 'imperfetto'.


La vicenda è appassionante, lettori e lettrici sono portati a fare il tifo per questo ragazzino così fragile e pauroso, costretto però ad affrontare le sue peggiori paure per salvare il fratellino. Steve è un anti-eroe, è un ragazzino che ancora non ha lasciato l'infanzia, con tutto il suo 'pensiero magico', ma nello stesso tempo sa prendere decisioni, affrontare pericoli, anche suo malgrado. Chi legge resta nel dubbio: i sogni di Steve sono davvero il territorio in cui si incontrano mondi diversi, o sono solo le sue elaborazioni fantastiche di una situazione insostenibile. E quanto può essere seducente e ambigua la proposta della regina delle vespe, che promette una guarigione miracolosa o forse uno scambio fra un bambino 'imperfetto' e il suo simulacro, privo di difetti.
In questo passaggio, in questa attrazione verso il 'male', vedo echi di uno dei capolavori di Gaiman, Coraline.
La morale, pienamente condivisibile, ci vede tutti e tutte avvolti nelle nostre imperfezioni, sinonimo, spesso sgradito, di umanità. Non c'è modo di sfuggire a esse, sono quelle che fanno di noi quello che siano. Correggibili, modificabili, ma intrinseche alla nostra natura.
Accettare questo, accettare i propri e altrui limiti contribuisce a diventare grandi.
E poi il nido, simbolo dell'infanzia più tenera, luogo di protezione e nello stesso tempo, minacciosa prigione.
Come si può capire, è un testo che consente diversi livelli di lettura, ma che tiene in ogni caso inchiodati alla pagina.

Eleonora

“Il nido”, K. Oppel con le illustrazioni di J. Klassen, Rizzoli 2016




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