SE UN ORSO E UN BAMBINO UN GIORNO, CORRENDO...
The
boy the bear the baron the bard (2004) è uno straordinario,
pluripremiato albo illustrato senza parole, che dà il nome anche
alla raccolta che comprende altre due storie, Midsummer night
(2006) e The hero of the little street (2009). L'autore,
Gregory Rogers, è stato un importante autore australiano, innamorato
dell'epoca elisabettiana, del teatro di Shakespeare e della cultura,
della musica, dell'arte del Rinascimento. E tutta questa passione si
trasmette nelle strabilianti, surreali, esilaranti avventure che
corrono da una tavola all'altra, restituendoci in allegria usi,
costumi, storie, paesaggi di un'epoca passata. E' molto difficile
rendere conto della trama, anche perché funziona essenzialmente come
un canovaccio, che il lettore può arricchire prendendo spunto dalle
immagini.
Cercando
di sintetizzare, possiamo dire che storia comincia con un ragazzino
londinese, dalla bella faccia rotonda, che inseguendo un pallone
entra per sbaglio in un teatro cadente. E' proprio il Globe Theatre e
the boy trova nei camerini fatiscenti dei costumi che non
esita a indossare; quando esce nuovamente sul palcoscenico, si trova
catapultato nel passato, nel bel mezzo di una rappresentazione,
facendo infuriare il Bardo, cioè il divino Shakespeare.
Comincia così un inseguimento a rotta di collo per le vie
dell'antica Londra fino a incappare nella gabbia di un povero orso;
ragazzino e orso fanno subito amicizia e proseguono la fuga insieme.
Nella
fuga precipitosa, i due finiscono nella Torre di Londra, dove
liberano dalle prigioni un emaciato barone. I due amici, fra
una festa e una danza, si separano e l'orso se ne va su una barchetta
lungo il Tamigi. Il ragazzo vuole ritrovare la strada di casa, ma
incappa nuovamente nel Bardo e così ricomincia l'inseguimento che
terminerà là dove è cominciato, nel Globe Theatre, riportando il
protagonista al presente.
Ritroviamo
l'intrepido orso nella storia successiva, esilarante omaggio al Sogno
di una notte di mezza estate, dove niente è come sembra:
l'orso è diventato più piccolo di un passerotto e il ragazzino gli
viene incontro nella veste di un allegro folletto ed è in questa
forma che prendono parte alla commedia, salvo separarsi nuovamente
alla fine della storia.
Nella
terza troviamo solo il bambino dalla faccia rotonda, in visita ad un
museo in cui campeggia un quadro di Vermeer, la Donna seduta alla
spinetta. Ed ecco il ragazzino entrarci dentro, cominciando ad
esplorare la città di Deft insieme a un cagnolino.
Nell'esplorazione salta fuori nuovamente il Bardo e così ricomincia
l'inseguimento cominciato nella prima storia, solo che si aggiungono
per via decine di cani di tutte le razze, che andranno ad allietare
la gentile signora del quadro.
E'
impossibile rendere l'idea della continua esplosione di trovate, di
invenzioni narrative, con un'azione continua che passa di tavola in
tavola, di pagina in pagina. L'autore passa da pagine fitte di
vignette, a tavole che prendono tutta la pagina, con punti di vista
audaci, dall'alto o dal basso, che danno la visione d'insieme.
Si
possono raccontare storie con una trama articolata senza utilizzare
una parola? Gregory Rogers dimostra quanto possa essere efficace una
scelta di questo tipo. Non cala mai l'attenzione in un turbinare di
azioni e colpi di scena, il tutto in un'atmosfera comica e surreale
che non svilisce l'accurata ricostruzione storica, i dettagli
accuratissimi, i colti riferimenti, anzi li rende fruibili anche ai
bambini. Nello stesso tempo, proprio per la sua struttura, può
diventare spunto per le invenzioni che il lettore o la lettrice
vorranno introdurvi.
Un
libro illustrato così originale, colto, ironico aspetta
pazientemente che un illuminato editore italiano lo faccia conoscere
ai nostri bambini. Nell'attesa, lo potete trovare nelle edizioni
Allen & Unwin.
Eleonora
“The
boy the bear the baron the bard and other dramatic tales”, G.
Rogers, Allen & Unwin 2015
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