mercoledì 18 gennaio 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

QUANDO SI FA SERA...

Le luci alle finestre, Alessio Di Simone, Alessandro Di Sorbo

ILLUSTRATI

"Si è fatta sera.
E' sceso il buio tra le strade e le case.
Dalle finestre si vede una signora camminare portando un vassoio.
Nell'altra stanza un uomo è seduto su una poltrona.
Quell'uomo è mio nonno."

Quando si fa sera tutto diventa nero.
Rimangono, sulle pareti scure delle case, finestre gialle di forme diverse. Le luci all'interno delle case le trasformano in piccoli quadri incorniciati dal buio.
Luce che si alterna all'ombra.


Nella prima finestra il nonno seduto, il nonno che si appresta a raccontare.
Nelle finestre che si avvicendano, girando le pagine, o per meglio dire, aprendo il grande poster che dà vita al libro, si illumina la storia come fosse un film.
Si vedono i cannibali che stavano per mangiare il nonno, se lui non fosse fuggito mentre loro tagliavano le verdure di condimento...A seguire una finestra giapponese, un sottile diaframma che si apre sul nonno quando tentava di vendere cinture ai piedi del monte Fuji, cinture che spacciava per italiane, pur avendole comprate in Islanda.




A lui le aveva vendute Björn che però dall'Arabia le aveva importate. Ed è proprio all'Arabia che si riferiscono le finestre a ogiva dell'ultima piega del libro. Sullo sfondo un cammello vero, non come quello fasullo che suo nonno vendette agli arabi. Ultima piega prima del grande poster, che al buio si illumina in un suggestivo cielo stellato.
Davanti agli occhi di quel bambino in canottiera.


Poche righe che danno vita a un intreccio che attraversa mezzo mondo. Dalla Calabria, terra di partenza di quel nonno che, all'età di quindici anni, con il suo carretto tutto colorato e il somaro che spaccia per cammello portatile arriva in Arabia. E dall'Arabia all'Islanda con un piroscafo grande come il Rex. E dalla terra dei geyser dove compra cinte da vendere ai Mongoli, il nonno si dirige verso il Giappone: forse cerca di venderle anche agli africani che non ci cascano e decidono di cucinarlo a loro modo.


In un gioco di incastri e di rimandi la storia si dipana e diventa visibile attraverso uno sguardo quasi voyeuristico che curiosa tra le finestre che, illuminate, pagina dopo pagina, apertura dopo apertura, trovano la loro conclusione nell'ultima grande cornice con le veneziane alzate che permette di vedere la silhouette nera di un bambino che nel cielo vede, nelle costellazioni, mongolfiere, 2CV e monocicli di altre epoche.
Originale nel formato e felicissimo nella scansione dei tempi narrativi di Alessio Di Simone che segnano ogni dispiegamento del grande foglio 70x100, il nuovo libro poster di Verbavolant, ancora una volta illustrato da Alessandro Di Sorbo è una conferma della capacità di questa coppia di giovani autori molto affiatati di immaginare e progettare uno sviluppo insolito per una storia illustrata che, al consueto giro di pagina che magicamente resta, aggiunge quello dell'apertura di un unico grande foglio che è il poster (in questo caso addirittura fosforescente) da un lato e una curiosa sequenza della storia dall'altro lato con immagini in gran disordine, un po' dritte e un po' rovesciate. 


Va confessato: di Alessandro Di Sorbo mi piacciono diverse espressioni: quella timida che ha sulla faccia piena di barba, che si 'accende' quando ci si incontra (con una regolarità metronomica, ogni dicembre a PLPL); quella pungente delle sue copertine per Biancaevolta; quella pigra, talmente pigra che neanche si vede perché è girata sullo schienale del divano del suo blog; e quella illustrativa con la quale, in coppia con Alessio Di Simone, crea libri mai consueti.
E ciascuna di queste espressioni mi conferma il fatto che questo ingegnere informatico ci sappia fare.

Carla

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