CATALOGARE L'INFANZIA
Avete visto Anna?
Susanna Mattiangeli, Chiara Carrer
Il Castoro, 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Anna può
essere morbida. Si muove morbida, si siede morbida.
Se ascolta una
storia, per esempio, sta stesa a sentire, si tiene la faccia, è
soffice e liscia.
Ma tutto può
cambiare. L'aria, i pensieri, l'umore.
Se si indurisce,
cammina dritta, si sposta di scatto, urta gli oggetti, è tutta
compatta."
Al
mercato, al banco della frutta mamma e bambina stanno per scegliere i
mandarini. Un attimo, uno sguardo che si distrae e Anna sparisce alla
vista.
Comincia
la ricerca: la mamma chiede a tutti coloro che si muovono lì
intorno. E come un'onda si propaga la notizia e l'intenzione di
cercarla. Non si può cercare qualcosa che non si sa come sia. E
nessuno sa come sia Anna, la bambina sparita. Comincia così una sua
descrizione che porta un po' di qui e un po' di là: il colore della
pelle che può variare, i suoi modi che sono diversi ogni minuto, da
appiccicosa a pungente. Se sia grande o piccola? sa essere entrambe:
quando è aperta è gigantesca, ma quando è chiusa potrebbe stare in
una scatola...Tutti ormai la cercano e la chiamano tra i tanti suoni
intorno ai banchi del mercato. Così come è sparita, ricompare dal
nulla. O meglio da un angolo qualunque, rispunta una bambina
qualunque. Che come tutte le bambine qualunque, è diversa da tutte
le altre, perché come lei c'è solo lei.
Ora
si può riprendere da dove abbiamo lasciato: la scelta dei mandarini.
Emilio
Varrà, nel suo articolo Albo e tempo
(Ad occhi aperti, Donzelli 2012) con la chiarezza che distingue i
suoi scritti, mette in evidenza che la narrazione breve che è l'albo
illustrato ha due caratteri fondamentali: da una parte è un racconto
che si dirige in profondità, piuttosto che nella superficie
dell'intreccio e dall'altro è un racconto di un tempo sospeso. Il
tempo sospeso, spiega alludendo alla poetica di Beatrice Alemagna, è
una sorta di respiro che si trattiene dal momento che la storia ha un
suo avvio, fino al momento conclusivo. A questa modalità che non si
può non riconoscere al picture book di qualità io aggiungo che la
sospensione acquista maggior forza laddove la storia parta da un
elemento di realtà, per poi sospendersi e far sospendere il respiro
di chi legge, e in fase finale riagganciarsi a quella stessa realtà
di partenza. Penso al 'prototipo' del pb rappresentato da Nel
paese dei mostri selvaggi, dove
partenza e arrivo sono entrambi nella vera stanza del bambino Max,
mentre tutto ciò che è in mezzo è 'viaggio' sospeso in un altra
dimensione che con il reale poco condivide. Penso a Fortunatamente
di Remy Charlip, insomma libri così ben fatti posso diventare
canone.
Avete visto Anna?
a suo modo rispetta tale regola. Si parte dai mandarini e lì si
ritorna.
E
per di più, nella sospensione narrativa che costituisce il centro
del racconto, Susanna Mattiangeli si tuffa in profondità e ci si
muove con disinvoltura.
La
cosa che colpisce immediatamente nel leggere Avete visto
Anna? è la somiglianza di
andamento della narrazione con altri due libri importanti di
Mattiangeli - Gli altri (Topipittori, 2014)
e Come funziona la maestra (Il Castoro, 2013).
In tutti e tre i casi, assistiamo a una assenza sostanziale di trama,
manca il plot come suol dirsi, in favore di una disamina dettagliata,
quasi puntigliosa, del soggetto protagonista della storia: in
sostanza si tratta di tre cataloghi, tre liste di elementi
costitutivi o, se si preferisce, manuali di istruzioni.
Molto ben articolati, ma niente di più e niente di
meno. Se in Come funziona la maestra
si rideva molto nel constatare che questo essere umano veniva
descritto come un oggetto qualsivoglia, già nel secondo, Gli
altri, si facevano interessanti
tuffi verso una profondità di analisi.
In
Avete visto Anna? il
tema è ambizioso, ma ancora un volta si organizza come un catalogo.
Un catalogo che abbia come obiettivo di descrivere che cos'è un
bambino, anzi quel bambino (chissà se in chiave polemica?), o più
precisamente quella bambina.
Questo
a parole, ma nel nocciolo di senso del libro, la cosa che colpisce è
la sineddotica volontà di andare a fondo sul concetto di
'infanzia', attraverso un singolo esemplare: Anna.
In
questo senso, a ogni domanda degli interlocutori in cerca di Anna,
domande il più possibile oggettive - Come è fatta? Corre o va
piano? Cosa fa? Ma è grande o piccola? - la madre trova risposte che
vanno in direzione opposta e contraria all'oggettività. Dà risposte
articolate, apparentemente contraddittorie, spesso meravigliosamente
ambigue, ma sempre piene di emotività. E così Anna diventa unica e
inimitabile.
Anna
sa essere grande quando si apre tutta, ma quando si chiude diventa
piccola che sta in una scatola.
Com'è
Anna? In lei tutto può cambiare: sa essere dura e morbida, si agita
e si accende, ma sa star ferma a guardare le formiche. Alle volte è
appiccicosa, altre ha le spine per tenerti a distanza...
Questo
è Anna, bandiera dell'infanzia.
Sul
catalogo sembra concentrata anche una rinnovata Carrer con i
pennarelli in mano sui suoi amati fogli millimetrati, a righe, a
quadretti o di computisteria. Le pagine più felici sono quelle
corali, che sono molte. Il tratto che al principio sembra voler
alludere a un disegno infantile (ovviamente la sensibilità per la
pagina è quella di una grande artista), matura in alcuni momenti e
diventa rapido e impreciso per creare profondità e spessore dei
volumi, molto maturi e quindi lontani dai disegni di un bambino.
Felice la soluzione scelta per la pagina con la gente che chiama a
distesa il nome di Anna. Mi pare che il registro scelto qui si
allontani dalle soluzioni un po' cerebrali che avevano distinto Come
funziona la maestra. Qui mi pare
di cogliere una Carrer davvero nuova e felicemente più...chiara.
Carla
Noterella
al margine. Un plauso va fatto alla cura minuziosa del linguaggio.
Mai casuale, al contrario musicale. Sempre. Un piacere leggerlo a
voce alta.
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