GIOCO DI SQUADRA
Il Gigante
Salterino, Julia Donaldson, Helen Oxenbury
(trad.
Chiara Carminati)
Mondadori 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 3 anni)
"Un giorno
Coniglio stava saltellando verso casa, quando dì una voce tonante
che veniva da dentro la tana: Sono il GIGANTE SALTERINO non osare
venire più vicino!' 'Aiuto! Aiuto!' gridò Coniglio. 'Cosa succede,
Coniglio' chiese Gatto. 'C''è un Gigante Salterino nella mia tana!'
'Non preoccuparti' disse Gatto. Entrerò di soppiatto e gli balzerò
addosso!' Così Gatto strisciò fino alla tana. Ma proprio quando
stava per entrare di soppiatto sentì una voce tonante che diceva:
'Sono il GIGANTE SALTERINO e ti spappolo come un moscerino.'"
Ora è il turno del
gatto che, atterrito e orripilato, grida aiuto.
Al sentirlo, giunge
Orso e anche lui si offre di infilare la sua zampona nella tana di
coniglio per 'bonificarla'. L'urlo dall'interno è sempre lo stesso,
o quasi. Questa volta ad attendere orso ci sono i denti
dell'usurpatore di tane, più feroci di quelli di un mastino.
Dall'orso all'elefante cui viene urlato dalla grotta 'se ti tocco ti
riduco ad un grissino' e poi arriva lei, buona ultima, in perfetta
controtendenza all'aumento di mole, Mamma Rana che non si spaventa
davanti all'ignoto minacciatore...
In un'accoppiata che
fa scintille di per sé, Donaldson e Oxenbury rivisitano uno dei
topoi fiabeschi più conosciuti e diffusi (per esempio, ne esiste
un'altra versione illustrata che ha per titolo: Il piccolo
coniglio bianco ed è pubblicato da Kalandraka). E lo fanno da
par loro.
La grande armonia che
si instaura subito tra testo, che in origine era una pièce teatrale,
e figura dipende sia dal grande spessore delle due autrici, sia dal
grande lavoro di squadra condotto a monte dell'editore che, lo dichiara in
un'intervista, le ha volute entrambe intorno a un tavolo per discutere
le criticità. La prima fra tutte la copertina con il titolo che
allude a una creatura misteriosa che non poteva essere svelata. La
scelta della Oxenbury vira quindi verso gli animali protagonisti.
Metterli tutti insieme in una unica tavola significa fare i conti con
la differenza di mole di ciascuno. E allora come armonizzarli?
Facile: ritraendoli seduti, attutendo di fatto così le differenze
d'altezza, e mettendoli in dialogo corporeo: il gatto che tocca la
zampa sinistra dell'elefante, il coniglio che si appoggia a quella di
destra, l'orso che si tira a sé le ginocchia.
Sono magicamente
diventati un gruppo di amici. E allora, e questo è un non detto nel
testo che invece si delinea solo nelle figure, accanto alla paura c'è
subito il gioco di squadra.
La narrazione è molto
equilibrata e punta sulla ripetizione, tema caro e congeniale ai più
piccoli.
La Donaldson con
sicurezza entra immediatamente in media re, affermando che il
coniglio non riesce a riconquistare la sua casa perché occupata da
una creatura misteriosa e nella triplice ripetizione l'ilarità sorge
spontanea nel constatare che ogni volta l'animale chiamato in causa è
sempre più grande.
Se da un lato si gode
della semplicità ed efficacia del testo, perfetto per una lettura ad
alta voce, tradotto con la consueta sensibilità e musicalità da
Chiara Carminati, dall'altro tanta morbidezza la si ritrova nelle
figure dei sei animali protagonisti. Che, come di solito nel
repertorio oxenburiano, hanno contemporaneamente qualcosa di
animalesco ma anche molto di umano: nelle posture, nello sguardo...
Questa circostanza è
quella che crea la chiave del successo che dura da oltre 50 anni
delle illustrazioni di Helen Oxenbury. Pur nella loro compostezza
classica, i suoi acquerelli sono sempre in grado di rendere il
lettore protagonista al tempo stesso. Si pensi al suo ben noto
capolavoro A caccia dell'orso. Qui come altrove, come per
esempio nel recente E' ora di andare a nanna, la Oxenbury
raffigura piccoli eroi coraggiosi che sfidano le loro paure e le
vincono. Lo schema è pressoché lo stesso ma perché abbandonarlo se
si rivela vincente? Creare un luogo di avventura, sia costruito in
uno scatolone di cartone, sia un bosco fitto, farci agire i
protagonisti, fargli valicare la paura e quindi ricondurli in salvo.
Questa rilettura in chiave 'anfibia' concepita dalla Donaldson di una
fiaba costruita sullo spavento e sul terrore dell'ignoto è
assolutamente perfetta per la sensibilità dell'illustratrice
britannica.
E infatti il risultato
è sotto gli occhi di tutti. Spassatevela.
Carla
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