venerdì 26 maggio 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


GIOCO DI SQUADRA
 
Il Gigante Salterino, Julia Donaldson, Helen Oxenbury 
(trad. Chiara Carminati)
Mondadori 2017


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"Un giorno Coniglio stava saltellando verso casa, quando dì una voce tonante che veniva da dentro la tana: Sono il GIGANTE SALTERINO non osare venire più vicino!' 'Aiuto! Aiuto!' gridò Coniglio. 'Cosa succede, Coniglio' chiese Gatto. 'C''è un Gigante Salterino nella mia tana!' 'Non preoccuparti' disse Gatto. Entrerò di soppiatto e gli balzerò addosso!' Così Gatto strisciò fino alla tana. Ma proprio quando stava per entrare di soppiatto sentì una voce tonante che diceva: 'Sono il GIGANTE SALTERINO e ti spappolo come un moscerino.'"


Ora è il turno del gatto che, atterrito e orripilato, grida aiuto.



Al sentirlo, giunge Orso e anche lui si offre di infilare la sua zampona nella tana di coniglio per 'bonificarla'. L'urlo dall'interno è sempre lo stesso, o quasi. Questa volta ad attendere orso ci sono i denti dell'usurpatore di tane, più feroci di quelli di un mastino. Dall'orso all'elefante cui viene urlato dalla grotta 'se ti tocco ti riduco ad un grissino' e poi arriva lei, buona ultima, in perfetta controtendenza all'aumento di mole, Mamma Rana che non si spaventa davanti all'ignoto minacciatore...


In un'accoppiata che fa scintille di per sé, Donaldson e Oxenbury rivisitano uno dei topoi fiabeschi più conosciuti e diffusi (per esempio, ne esiste un'altra versione illustrata che ha per titolo: Il piccolo coniglio bianco ed è pubblicato da Kalandraka). E lo fanno da par loro.
La grande armonia che si instaura subito tra testo, che in origine era una pièce teatrale, e figura dipende sia dal grande spessore delle due autrici, sia dal grande lavoro di squadra condotto a monte dell'editore che, lo dichiara in un'intervista, le ha volute entrambe intorno a un tavolo per discutere le criticità. La prima fra tutte la copertina con il titolo che allude a una creatura misteriosa che non poteva essere svelata. La scelta della Oxenbury vira quindi verso gli animali protagonisti. 
Metterli tutti insieme in una unica tavola significa fare i conti con la differenza di mole di ciascuno. E allora come armonizzarli? Facile: ritraendoli seduti, attutendo di fatto così le differenze d'altezza, e mettendoli in dialogo corporeo: il gatto che tocca la zampa sinistra dell'elefante, il coniglio che si appoggia a quella di destra, l'orso che si tira a sé le ginocchia.
Sono magicamente diventati un gruppo di amici. E allora, e questo è un non detto nel testo che invece si delinea solo nelle figure, accanto alla paura c'è subito il gioco di squadra.
La narrazione è molto equilibrata e punta sulla ripetizione, tema caro e congeniale ai più piccoli.
La Donaldson con sicurezza entra immediatamente in media re, affermando che il coniglio non riesce a riconquistare la sua casa perché occupata da una creatura misteriosa e nella triplice ripetizione l'ilarità sorge spontanea nel constatare che ogni volta l'animale chiamato in causa è sempre più grande.


Se da un lato si gode della semplicità ed efficacia del testo, perfetto per una lettura ad alta voce, tradotto con la consueta sensibilità e musicalità da Chiara Carminati, dall'altro tanta morbidezza la si ritrova nelle figure dei sei animali protagonisti. Che, come di solito nel repertorio oxenburiano, hanno contemporaneamente qualcosa di animalesco ma anche molto di umano: nelle posture, nello sguardo...


Questa circostanza è quella che crea la chiave del successo che dura da oltre 50 anni delle illustrazioni di Helen Oxenbury. Pur nella loro compostezza classica, i suoi acquerelli sono sempre in grado di rendere il lettore protagonista al tempo stesso. Si pensi al suo ben noto capolavoro A caccia dell'orso. Qui come altrove, come per esempio nel recente E' ora di andare a nanna, la Oxenbury raffigura piccoli eroi coraggiosi che sfidano le loro paure e le vincono. Lo schema è pressoché lo stesso ma perché abbandonarlo se si rivela vincente? Creare un luogo di avventura, sia costruito in uno scatolone di cartone, sia un bosco fitto, farci agire i protagonisti, fargli valicare la paura e quindi ricondurli in salvo. Questa rilettura in chiave 'anfibia' concepita dalla Donaldson di una fiaba costruita sullo spavento e sul terrore dell'ignoto è assolutamente perfetta per la sensibilità dell'illustratrice britannica.


E infatti il risultato è sotto gli occhi di tutti. Spassatevela.

Carla

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