mercoledì 17 maggio 2017

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


ODIO GLI INDIFFERENTI

E' da tempo che mi interrogo sulla apparentemente inspiegabile 'perdita di memoria' che segna la distanza fra noi e i ragazzi e le ragazze di oggi. Alcuni aspetti della storia del secolo scorso sono sottolineati con una certa ritualità, mentre altri sono del tutto ignorati.
Per questo motivo sono andata a cercare fra gli scaffali della libreria due libri per ragazzi che raccontano le vite di due personaggi pubblici che hanno segnato la vita del nostro Paese.


Il primo è E' Gramsci, ragazzi. Storia dell'uomo che odiava gli indifferenti, di Massimo Lunardelli, pubblicato da Blu edizioni. In poco meno di cento pagine vengono raccontate le vicende umane e politiche di uno dei più grandi intellettuali del Novecento, i cui testi sono stati a lungo passaggio obbligato per chi si definisse di sinistra. Ma le generazioni nate poco dopo la guerra sentivano la continuità con quella comunità di uomini e donne che aveva costruito l'Italia repubblicana e democratica, di cui Gramsci era un esponente irrinunciabile. Oggi questo patrimonio di storia e di idee viene accantonato come un elegante cascame di un'epoca sepolta, in cui esistevano ancora la 'destra' e la 'sinistra'. Se questo a me, appartenente ad un altro secolo, provoca un brivido freddo, è comunque necessario chiedersi perché e soprattutto che senso abbia archiviare una figura così importante della nostra cultura. Leggere della sua vita così piena di asprezza e di difficoltà, segnata da una costante lotta contro le ingiustizie e le disparità; il tempo percorso a Mosca, poi le persecuzioni, il carcere, la malattia; tutto questo contribuisce a costruire l'immagine di un personaggio scomodo per molti, perché ancorato alla propria incrollabile eticità. Al di là del percorso politico, al di là di concetti complessi che certo spaventerebbero molti lettori e lettrici, quello che emerge da questa biografia è proprio la dimensione morale, quella che, di fronte al lucido sguardo su una realtà fatta di ingiustizie, impone la ribellione, un imperativo morale che non si piega alle convenienze politiche.


Per quanto distante nel tempo e nell'orientamento politico, mi è sembrato di poter riconoscere lo stesso imperativo morale anche nella ricostruzione, un po' romanzata, che Anselmo Roveda fa della vita di Tina Anselmi, staffetta partigiana a diciotto anni, poi deputata della Repubblica e, nel 1981, presidente della commissione parlamentare sulla loggia massonica P2. Nel libro di Roveda, ripubblicato quest'anno con alcune modifiche dall'editore Coccole books, Tina, nome di battaglia Gabriella, assiste alle atrocità perpetrate dalle truppe naziste e dai loro sodali repubblichini e giovanissima si arruola nelle fila di una brigata partigiana indipendente. E' un imperativo morale che la guida, quello che costringe a sposare le sorti di una parte, costi quel che costi. Ed è in coerenza con quei principi ispiratori e quei valori che guida quella commissione parlamentare che mise a nudo l'intreccio profondo fra politica, malaffare e gruppi di potere occulti. Passato? No, presente e futuro prossimo, se solo si desse coerenza a quello che si legge sui giornali.
La nostra storia recente che spesso pensiamo solo attraversata da figure mediocri al limite del grottesco, ha i suoi eroi; fra questi, i due che ho maldestramente associato brillano per coerenza e per dirittura morale. Sono state persone che non hanno voltato la testa dall'altra parte, sono scese in campo, accettando il prezzo da pagare.
Abbiamo ancora bisogno di questa coerenza, di questi principi etici, di questo profondo senso di ribellione davanti alle ingiustizie e al dolore? Basta guardarsi intorno, leggere i commenti 'social' alla morte dei migranti in mare o di tre ragazzine nomadi dentro un camper incendiato. Siamo vicini a un baratro, dove rischiamo di perdere il senso della nostra stessa umanità. Noi, così civili, così superiori ai 'diversi da noi'.
Spero di non offendere lo spirito di Gramsci che si aggira nel bellissimo cimitero acattolico di Roma, parafrasando una sua celebre frase, che vorrei rivolgere ai giovani lettori e lettrici:
'Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza'.

Eleonora

“E' Gramsci, ragazzi. Breve storia dell'uomo che odiava gli indifferenti”, M. Lunardelli, Blu edizioni 2017
“Una partigiana di nome Tina”, A. Roveda con le illustrazioni di S. Natalini, Coccole books 2017


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