mercoledì 7 giugno 2017

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


PROBLEMI D'IDENTITA'


E' sicuramente un periodo felice per i coccodrilli e i loro parenti stretti, considerando quanto spesso siano comparsi recentemente nei libri per bambini.
In UFFA! Non sono un coccodrillo!(Mi chiamo Alfonso e sono un alligatore!), scritto e illustrato da Delphine Perret, l'apprezzata illustratrice di Lettere con pelo e piume,  abbiamo ancora una volta questi grossi, ingombranti e cattivissimi rettili a reggere le fila di un albo divertente, tutto basato sugli equivoci.
I protagonisti sono Cesare, il coccodrillo, e il cugino Alfonso, l'alligatore. Per chi non lo sapesse, alligatori e coccodrilli sono cugini stretti, ma con alcune caratteristiche fisiche e comportamentali differenti. E quasi tutti, come lamenta il povero Alfonso, chiamano coccodrilli anche gli alligatori.


Dunque, il nostro Alfonso, roso da questa crisi d'identità, va a trovare il cugino, che gli rivela come la causa di questa confusione siano i bambini della città di Nonsisadove.
I due, dopo un rilassante bagno di fango, si mettono in cammino, con l'idea, magari, di cogliere l'occasione per dare un assaggino a un bambino, che ancora non hanno avuto la ventura di incontrare.
Trovano presto la città e lì capitano in un classe di bambini molto informati e combattivi: la bimba Giulietta mette ko Alfonso, e il primo della classe, Giacomo, spiega a tutti come distinguere un coccodrillo da un alligatore, grazie a un certo dente che spunta nel sorriso del coccodrillo. Tutto finisce in festa e Cesare e Alfonso se ne tornano a casa. Tutto bene? Giulietta scrive una lettera a entrambi e scambia Alfonso, l'alligatore, per un caimano. Dense nubi tempestose si addensano all'orizzonte, chissà, magari con banchetto finale.


La forza comica di questo albo illustrato sta tutta nei personaggi, inesorabilmente cattivi, qualunque cosa facciano e comunque li si voglia umanizzare, e nel paradosso di una cornice narrativa in cui tutto sembra scorrere normalmente, se non fosse che tanta cattiveria non può che fare capolino, qua e là. L'imperturbabilità della bimba azzannata alla caviglia è il contraltare grottesco dell'alligatore gourmet, che vuole mettere sotto i denti almeno un pezzettino di bambina. Così come alla ferocia insopprimibile di questi rettili, nella storia si affianca una umanissima delusione per lo scarso peso attribuito alla propria specie. I dialoghi sottolineano il lato surreale della storia, mentre le immagini, con due colori, il verde e il rosa, a punteggiare il bianco e nero del disegno, ci restituiscono l'idea di una assurda normalità.
Le bambine e i bambini lettori si divertiranno proprio per questo, per la prevedibilità di certe reazioni e per i piccoli colpi di teatro che smentiscono il lieto fine, scontato e rassicurante.


Sono questi dei meccanismi di sicuro successo fra lettori e lettrici, dai cinque anni in poi, che apprezzino l'umorismo e il gusto delle situazioni paradossali.

Eleonora

“UFFA! Non sono un coccodrillo!(Mi chiamo Alfonso e sono un alligatore!)”, D. Perret, La Margherita 2017


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