LE ZUFFE SONO UN PO' COME I SOUFFLÉ
La grande azzuffata,
Davide Calì Serge Bloch
Edizioni Clichy 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"A cosa serve
la zuffa? La zuffa fa molto bene alla salute e assai utile in molti
campi. Ecco qualcuno dei suoi benefici: - fa fare esercizio alle
braccia...e alle gambe...-fa accelerare il sangue...fa ossigenare i
polmoni...fa sperimentare la resistenza dello stomaco...e quella dei
pantaloni. Una bella zuffa prevede un allenamento completo. E non c'è
bisogno di andare in palestra."
A ben vedere, non solo
la zuffa è utile, ma è vecchia come il mondo.
Si ipotizza che le
prime abbiano avuto luogo per questioni di proprietà di mammuth.
Oltre a essere utile e
antica, la zuffa è imprevedibile.
Spesso nasce a
ricreazione, da uno sguardo che non va o per un piccolo errore.
Talvolta da un motivo che può sembrare futile, ma che all'improvviso
diventa importante: per esempio una penna a quattro colori nella mani
sbagliate...
Le zuffe sono
intergenerazionali: piccoli o grandi non fa molta differenza. Sebbene
i grandi prendano molto sul serio le ragioni delle loro zuffe,
farcendole di odio, non riescono mai a capire a fondo i motivi delle
zuffe dei piccoli, che invece dell'odio non sanno che farsene.
Ai maschi piacerebbe
che le zuffe fossero solo loro appannaggio, ma ingenuamente non
tengono conto di tutte quelle femmine che si rivelano disponibili per
una bella zuffa con stile. Peggio per loro, verrebbe da dire.
La zuffa dovrebbe
prevedere comunque una certa deontologia professionale, che tenga
conto delle forze in campo, della sabbia negli occhi, della sera
incombente, della maestra in arrivo, del richiamo per andare a
tavola.
Le zuffe, per
costituzione, sono un po' come i soufflé: finita la fase bollente,
si sgonfiano e diventano un niente. Ma, come loro, hanno un sapore
meraviglioso.
Si passeggia
allegramente nel politicamente scorretto.
Evviva! Edizioni Clichy
non si smentisce e continua, con il garbo di sempre, a instillare il
dubbio nelle teste adulte che il mondo dei bambini non sia tutto
fatto di buoni sentimenti.
Attraverso un disegno
grande ma pieno di sporcizia - macchie e strappi ovunque -
caratteristico di un qualsiasi scenario di cortile di scuola, Serge
Bloch racconta la sua idea di infanzia: grandi testoni su corpi
ancora fragili che si affrontano a suon di pugni, calci e capocciate.
Attraverso una mappa
ragionata e ben argomentata, si percorre un terreno 'minato': quello
dello scontro, della lotta, del 'prendersi per il ciuffo' e farsi un
po' male, non tanto, ma almeno un po'. Un cerotto, uno strappo sui
pantaloni, un livido, una tasca del grembiule divelta diventano
trofei agli occhi dei contendenti. Segni di intemperanza, di qualche
disagio nascosto, di un disturbo che va curato invece agli occhi di
un preside o di una maestra o di un 'capannello' di mamme vigili.
Saper vivere in armonia
con gli altri, accettarsi e rispettarsi nelle diversità, imparare a
condividere spazi, oggetti e affetti è obiettivo che ogni abitante
del pianeta dovrebbe prefiggersi. Non si può tuttavia negare che sia
lavoro di anni, sia impegno quotidiano, sia fatica nel processo di un
percorso educativo.
Non ho occhi da
pedagogista quando osservo i bambini e le bambine che incontro. E ne
sono abbastanza fiera perché penso di aver mantenuto così una certa
verginità e ingenuità di lettura dei loro comportamenti, ma d'altro
canto l'essere naïf rende ogni discorso più fragile. Ciò nonostante
la visuale di questo libro mi pare in larga parte condivisibile.
Se si parte
dall'assunto che l'infanzia, più di qualsiasi altra età dell'uomo,
mantiene incontaminati dei tratti di selvatichezza, di ferinità, in
una connessione quasi ombelicale con la primitività da cui tutti
discendiamo, diventa innegabile che la zuffa alberghi nel DNA di
molti, se non di tutti i bambini.
Nel linguaggio non
verbale tra animali della stessa specie, l'aggressività è una
modalità di confronto di assoluta routine. Vederla fa paura, ma è
del tutto normale. In natura gli animali, soprattutto quelli sociali,
si azzuffano per diversissime ragioni: un ciuffo d'erba o per la ius
primae noctis.Come è stato osservato dagli etologi, gli animali si
dimostrano però aggressivi fino a un certo punto; nel momento in cui
si valica il limite del pericolo di vita, il livello dello scontro
cala e, in qualche modo, si torna amici come prima.
Ed ecco che la zuffa,
come è detto chiaramente nel libro, perde il connotato di odio,
ovvero di persistente avversione e diventa un gioco, una schermaglia.
All'ora di cena si
posano le armi e domani è un altro giorno e si vedrà.
Carla
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