DELL'UNIVERSO
E DELLA MORTE
E'
arrivato da poco in libreria il nuovo romanzo di Michelle Cuevas,
autrice di Le avventure di Jacques Papier.
Il fantastico viaggio di Stella, pubblicato da De Agostini,
esprime il tentativo di raccontare con leggerezza, nei limiti del
possibile, le fasi del lutto.
La
protagonista, Stella, è una ragazzina che ha perso da poco il padre,
con cui condivideva, fra le tante cose che possiamo immaginare, anche
la passione per la scienza, per l'astrofisica in particolare.
Un
planetario personalizzato, un piccolo modellino di un mondo alieno
del tutto inventato sono state alcune fra le tante esperienze
condivise, che ora sembrano essere prive di senso. A un certo punto
della storia, Stella decide di disfarsi di tutto quello che aveva a
che fare con la vita precedente, i ricordi, gli oggetti, i legami e
getta tutto quello che le passa per la mente nel ventre oscuro del
nuovo stravagante amico. E' una metafora molto chiara e questo forse
è il limite maggiore del libro: questo passaggio fino ai limiti
della propria esistenza, all'interno di una singolarità fisica, è
il viaggio che la ragazzina compie nel proprio dolore, che sembra
cancellare tutto. Abbandonare i ricordi per non soffrire è uno
strumento di difesa evidente. Passare attraverso questo dolore,
accettandolo, è l'unico modo per tornare a vivere.
La
Cuevas, con Le avventure di Jacques Paier ci aveva stupito per
la leggerezza, l'ironia sottile e mai distruttiva con cui affrontava
la storia un po' malinconica di un amico immaginario inconsapevole
del proprio destino. Qui di certo non muta lo stile, la capacità di
far sorridere pur parlando di una situazione estremamente dolorosa;
così come ho trovato interessante l'uso di alcuni concetti della
fisica, dal buco nero alla singolarità agli studi di Carl Sagan
sulle intelligenze aliene, per dare corpo alla storia. Mi è
sembrato, però, troppo artificioso il meccanismo narrativo che
mescola continuamente la descrizione dello stato emotivo della
protagonista con la storia fantastica del buco nero divenuto animale
domestico, metafora troppo chiara anche per una lettrice o un lettore
alle prime armi; il romanzo diventa in un certo senso troppo serio e
nello stesso tempo troppo semplice per avere una reale presa sul
lettore.
Resta
in ogni caso una lettura piacevole, scorrevole, anche divertente e
mai troppo pedante per ragazzine e ragazzini a partire dai dieci
anni; immagino farà contenti quegli adulti che cercano nei libri
risposte facili per situazioni difficili, quale può essere la
perdita di una persona cara.
Eleonora
“Il
viaggio fantastico di Stella”, M. Cuevas, De Agostini 2018
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