HOUBA!
Il nuovo nido dei Piccoli Marsù,
Benjamin Chaud
Bohem press 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"I Marsupilami hanno costruito
il loro nido al di sopra degli alberi, al riparo da ogni pericolo. È
un nido fatto come di deve, né troppo grande, né troppo piccolo, e
soprattutto molto accogliente. Un giorno una terribile tempesta si
abbatte sulla foresta. Il nido va in pezzi e la famiglia Marsupilami
si disperde nell'aria."
'Houbalalà' è l'esclamazione di Papà
Marsù nel momento in cui afferra i suoi tre cuccioli. Con Mamma
Marsù si stringono forte aspettando che il vento si plachi. Ora,
senza casa, è un bel problema. Anche perché nessuno dei luoghi che
nelle loro intenzioni sarebbero ottimo nuovo nido è libero: un
albero è occupato dal leopardo, un altro è presidiato dagli
uccelli. Anche le pietre sono di proprietà di qualcun altro,
l'armadillo che prontamente li caccia. Persino tra i cactus c'è
qualcuno: il porcospino. E anche l'ultima foglia appartiene alla
rana. E come se non bastasse, ora anche il fiume sembra volersi
mettere di traverso. I tre cuccioli, finiti in acqua, leggeri come
sono, sono trascinati via dalla corrente e con loro, attaccati per la
coda, sembrano intenzionati a trascinare con sé tutti gli altri
animali. Dalla rana al leopardo, sono un unico groviglio che naviga
inesorabilmente verso le cascate...
Potrebbe avere questo tragico finale la
nuovissima serie che Benjamin Chaud ha creato per rendere omaggio a
un grande fumettista e sceneggiatore degli anni Cinquanta, il belga
André Franquin, padre di Gaston Lagaffe e dei notissimi Marsupilami?
No, ovviamente no.
Apparsi per la prima volta nel 1952 su
Spirou queste buffe creature -sorta di marsupiale leopardato e dalla coda
lunghissima, multiuso e dal nasone a palla nero e lucido e dalle
orecchie da cane, che dice pervicacemente solo Houba- nel corso del tempo sono diventate anche
protagoniste di diversi film d'animazione, l'ultimo dei quali ancora
nel 2013.
In questa ultima rilettura fatta da
Benjamin Chaud la famiglia 'abita' un nuovo formato, diverso dal
fumetto. Sono entrati nell'albo illustrato e lo stanno facendo con la
classe che a Benjamin Chaud va riconosciuta.
A parte questo, il suo segno si
dimostra perfetto erede del tratto originale di Franquin, con lieve gusto pop.
Mentre invece, dal punto di vista del
colore, la distanza si nota, non a caso lì era un fumetto e qui è
un albo. Chaud non si lascia sfuggire l'occasione di giocarsi tutto
lo spazio della grande doppia pagina e pure di godersi un repertorio
di colori, sconosciuto negli originali. Alterna al fondo bianco,
cieli tempestosi o intricati scorci di foresta che sono pura gioia
per gli occhi. Abbandona invece il brulicare urbano visto nella
Canzone degli orsi per scenari decisamente più
lussureggianti.
Quello di Chaud, anche se focalizzato
principalmente sui piccoli della famiglia Marsù, lo abbiamo già
detto, è un omaggio nei confronti di André Franquin, visto che
questo primo titolo in particolare si riconnette quanto meno
formalmente al suo progenitore Le nid des Marsupilamis,
apparso nel 1960.
Ma Chaud nella costruzione della sua
storia si concede qualcosa in più.
Qualcosa che al gauchiste Franquin
sarebbe di certo piaciuto.
Senza mai cadere nella didascalia,
Chaud sfiora una questione tragicamente attuale e con il suo consueto
tono di leggerezza mette sotto gli occhi del lettore il problema di
chi è costretto a fuggire in cerca di un 'nuovo nido'. E, come
avviene nella realtà, anche i Marsupilami sono respinti dai tanti No
pronunciati da tutti quegli animali che comodamente abitano già la
foresta.
Il finale che volge al meglio ha una sua piccola rivincita
'interna': senza i Marsupilami tutti gli altri animali sarebbero con
l'acqua alla gola. Letteralmente.
Chi vuole capire, capisca. In caso
contrario, a chi non ha l'intenzione di leggere significati ulteriori
al di là della storia in sé, rimane nelle mani comunque un albo
molto ben fatto.
Carla
Noterella al margine. Questo primo titolo è affiancato da un secondo, La scuola dei Piccoli Marsù.
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