ALIENI DI TUTTI I TIPI
Interessante e originale il libro di
Piero (Papik) Genovesi e Sandro Natalini, dedicato alle specie
invasive: Per un pugno di ghiande. Le specie invasive che assaltano
la Terra, pubblicato da Editoriale Scienza, è un libro agile che
prevede una serie di schede, in ordine crescente di pericolosità,
dedicata ciascuna ad una specie che con modalità differenti ha messo
in pericolo l’ecosistema in cui è stata volontariamente o
involontariamente introdotta.
Se ne scoprono delle belle: che, per
esempio, una chiocciola può avere un effetto nefasto sull’ambiente
in cui è introdotta, così come la cozza zebrata o il calabrone
asiatico, che, fra l’altro è corresponsabile delle difficoltà
incontrate dalle nostre api.
Di alcune vicende qualcosa sapevo:
dell’invasione delle nutrie nei corsi d’acqua americani, e poi
anche europei, dove erano state introdotte per impiantare
l’allevamento di animali da pelliccia. O dello scoiattolo grigio,
americano, nemico acerrimo del nostro scoiattolo rosso, autoctono
europeo. Si potrebbe continuare, parlando di volpi e conigli
introdotti in Australia e Nuova Zelanda, o dei parrocchetti che dal
Sud America o dall’Africa hanno cominciato a popolare i nostri
parchi, con gravi difficoltà per i pennuti locali.
Meno conosciute le vicende che hanno
portato la coccinella arlecchino, asiatica, introdotta nel Regno
Unito come nemico naturale degli afidi e che è diventato nemico
giurato delle coccinelle locali; oppure il pitone birmano, anche
questo asiatico, liberato per caso nelle paludi della Florida e di
queste diventato padrone incontrastato.
Ma anche le piante non scherzano: la
panace di Mantegazza, considerata una specie ornamentale con
infiorescenze decorative, introdotta in Europa dall’Asia, si è
rivelata assai pericolosa per la salute umana, provocando irritazioni
cutanee e sensibilità al sole, con il piccolo dettaglio che è
difficilissima da estirpare. Oppure gli eleganti giacinti d’acqua,
che importati in Africa dall’America del sud per combattere la
malaria, in realtà sono diventati così fitti da ostacolare la
navigazione fluviale e hanno aumentato l’evaporazione dell’acqua,
che in paesi a rischio di siccità è un gran problema.
Inutile dire che i vincitori assoluti,
quanto a colonizzazione non richiesta in ogni angolo del pianeta,
sono animali che noi ben conosciamo: i ratti e le formiche, che hanno
colonizzato ogni ambiente vivibile.
Fatto questo panorama inquietante, gli
autori non possono finire il libro che indicando alcune regole
fondamentali quando si viaggia o quando si prendono in casa piante e
animali estranei al nostro ambiente (parrocchetti e tartarughe dalle
guance rosse, ormai onnipresenti, sono il frutto della nostra
insipienza), con la giusta speranza che i più giovani siano più
consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni.
Un’altra cosa emerge chiarissima da
quanto ci viene raccontato con grande chiarezza: in realtà noi umani
sappiamo ben poco dell’ambiente che ci circonda, delle sottili
relazioni che mantengono in equilibrio un ecosistema, dei rischi che
si corrono introducendo una specie all’interno di esso. L’assenza
di umiltà e di consapevolezza dei nostri limiti porta a
comportamenti con ricadute spesso opposte alle intenzioni iniziali.
Ed è secondo me un ben far comprendere
ai giovani lettori e lettrici quanta prudenza e quanto rispetto siano
necessari se davvero vogliamo rendere questo mondo, in termini
biologici, migliore.
Come sempre, Editoriale Scienza non ci
delude, anche quando affronta temi all’apparenza marginali o meno
popolari, proponendo un testo chiaro, incisivo e corredato dalle
immagini ironiche ed efficaci di Sandro Natalini.
Eleonora
“Per un pugno di ghiande. Le specie
invasive che assaltano la terra”, P. Genovesi & S. Natalini,
Editoriale Scienza 2018
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