Passo davanti, Nadine Brun-Cosme, Olivier Tallec
Coccole Books 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Erano in tre.
Léon il grande, Max il secondo,
Rémi il più piccolo-quando passeggiavano, Léon il grande camminava sempre davanti,
Gli piaceva tanto. Diceva: - Guardate! Le macchine, e le nuvole, e i grandi alberi che dondolano!
Dietro le larghe spalle di Léon, Max e Rémi non vedevano niente.
A loro non importava."
Le larghe spalle di
Léon li fanno sentire al sicuro e mentre camminano dandosi la mano,
Max racconta e racconta e racconta e Rémi ascolta e ascolta e
ascolta. A loro basta così.
A Léon il compito
di vegliare sui pericoli: semafori, macchine, pioggia.
Sino a che, per
vedere un palloncino rosso, Max chiede il permesso di passare in
prima fila e ora tocca a lui vegliare sul gruppo e questo lo fa
sentire grande. Nelle retrovie però la situazione è tutta diversa:
Léon non racconta nulla a Rémi che inevitabilmente si annoia.
Chiede di prendere lui la postazione numero uno, che gli viene
concessa, così come la responsabilità del gruppo e questo lo fa
sentire grande. Grande però non lo è veramente: Max lo capisce e
decide di camminargli accanto. Ma forse non è sufficiente perché la
città è piena di pericoli e forse la cosa migliore è che tutti e
tre camminino allineati. Sempre con il loro pacchettino. Magari tenendosi per mano...
Una storia di
misure, ruoli e possibilità, quindi soprattutto una storia di
cambiamento. Con una capacità di sintesi che già conosciamo, Nadine
Brun-Cosme mette insieme, in fila addirittura, tre categorie umane
che si nascondono dietro le loro misure, i loro ruoli e le loro
attitudini. Uno grande che guida e ha il compito di sorvegliare che
tutto proceda per il meglio per il gruppo. Lui rappresenta il buon
senso. Uno mediano che sta nel mezzo, come un anello di catena e come
tale ha il compito di tenere tutti insieme e infine un piccolo che
chiude la fila e ha come compito quello di essere il piccolo.
Sempre stando alla storia raccontata a parole, ognuno è felice dove si trova almeno fino al momento in cui la prospettiva cambia e le spalle grosse non rappresentano più una difesa o una garanzia di sicurezza, ma diventano piuttosto un ostacolo alla vista. Così tra Léon e Max ci si scambia di posto e apparentemente anche di ruolo. Stare davanti, assumersi la responsabilità anche per gli altri fa sentire grandi. Lo può testimoniare anche Rémi, quando arriva il suo turno di mettersi alla testa del gruppo.
Ma la questione,
così come la mette giù Nadine Brun-Cosme, è ben più articolata e complessa.
In primo luogo per
la chiave metaforica che decide di usare. Nel suo voler essere
ambigua e sfuggente non preconfeziona per chi legge un'unica interpretazione.Come spesso accade nelle sue storie, spetta alle molte cose non spiegate, non esplicitate, determinare la qualità e lo spessore del racconto.
Si pensi a quei dettagli narrativi che 'smontano' senza colpo ferire una fila indiana per farla diventare una passeggiata 'alla pari'. Perché Léon nelle retrovie tace? Perché Rémi si infanga? Perché Max e Rémi non vedono i camion? Nelle risposte a queste questioni vanno cercate le possibili letture di questa storia.
E poi arriva lui: quel gran genio di Tallec. Il quale, a tutta questa architettura di ragionamento dà una forma, un'immagine, una sua personale lettura: mettendo una creatura pelosa, rosa e ignota, forse un cagnone, a capo della fila, quindi un bimbetto nel ruolo di Max e un coniglio a impersonare Rémi. Questo suo dare forma alla storia - fortunatamente - non ne scioglie le ambiguità, non ne spiega i significati. Piuttosto li rilancia, rispettando e mantenendo il mistero del testo. Possibilmente aumentandolo.
Chi sono quei tre? E sono veramente tre?
Gran libro!
Carla
Noterella al margine. Ha appena vinto l'Andersen, ma una maggior cura nella traduzione non avrebbe nuociuto..
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