mercoledì 2 maggio 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


DALLA PARTE DEI VINTI


Torna, attesissimo, Paul Dowswell con un nuovo avvincente romanzo storico, ambientato, questa volta, nella Berlino occupata nel maggio del ‘45 dall’Armata Rossa.
Protagonisti, un gruppo di ragazzini, miracolosamente scampati ai bombardamenti che hanno praticamente raso al suolo la città. Ci sono due fratelli, Otto e Ulrich, quest’ultimo ancora sedotto dalla fantasia di un ritorno del Reich; Helene, coetanea di Otto e amica di famiglia, e due gemelli, quattordicenni, di poco più piccoli degli altri.
La loro vita quotidiana è scandita dalla ricerca del cibo, ovvero dal frugare fra le rovine della città per trovare qualcosa da barattare. Si imbattono, a un certo punto, in una bambina rimasta sola, che si aggiunge alla sparuta compagnia.
Sopravvivere non è facile, l’occupazione sovietica è durissima, e, nello stesso tempo, fra le macerie si aggirano bande di criminali disposti a tutto.
I gemelli, Klaus ed Erich, si divertono a cercare mine e granate inesplose, Ulrich cerca le tracce della resistenza nazista, i cosiddetti Lupi Mannari e s’imbatte in un ex ufficiale delle SS, che lo utilizza per svolgere i suoi loschi traffici. Questo legame, che alimenta nel giovane Ulrich fantasie di improbabili rivincite belliche, è il centro narrativo della seconda parte del romanzo, in cui sulla descrizione della città distrutta e della vita grama dei berlinesi prende il sopravvento l’azione: Otto, inseguito da una banda di ragazzini, si nasconde in un tubo di areazione e viene morso da un ratto. La sua ferita si infetta ed è necessario procurarsi la rarissima penicillina. Per ottenerla Ulrich decide, con la complicità, ambigua, di un medico, di rubare dei preziosi disegni custoditi dal gerarca nazista, provocandone la rabbiosa reazione. Da qui, un susseguirsi di colpi di scena, di ribaltamenti di fortune che lasceranno una scia di lutti, ma anche di rinnovata speranza.
I figli del Lupo. Berlino 1945: sopravvivere non è un gioco, pubblicato come i precedenti romanzi di Dowswell, da Feltrinelli, è un grande romanzo corale, che, come in L’ultima alba di guerra,  nel presentarci con il massimo realismo accettabile da un pubblico di lettrici e lettori giovani le conseguenze della guerra, ci tiene incollati alle pagine con la sua innegabile capacità di coniugare azione e descrizione, romanzo storico e avventura. Ancora una volta, si sente l’accorata partecipazione dell’autore alle vicende di chi poco ha voluto e deciso, ma è costretto a subire prima le conseguenze di una guerra spietata e poi l’occupazione da parte delle forze alleate. Un mondo che si sgretola davanti agli occhi dei più giovani, lasciando macerie fisiche e psicologiche. Il contrasto fra i due fratelli, uno proiettato verso il futuro, l’altro ancora legato all’ideologia nazista, con la consapevolezza che ne può avere un ragazzino, ben rende lo smarrimento e la confusione che si sono determinati dopo la sconfitta sui campi di battaglia. Un popolo annientato, che si è progressivamente rivelato a se stesso come l’artefice di una delle più brutali e inumane tragedie del Novecento.
Notevole anche la chiosa finale, che esprime la nostra stessa ambivalenza nei confronti dell’esercito sovietico, la cui resistenza al nemico nazista ha consentito agli alleati di vincere la guerra, ma, nello stesso tempo, ha imposto tutta la durezza e la crudeltà di un’occupazione che lasciava ben poche speranze ai civili inermi.
E qui sta uno degli aspetti più interessanti di questo romanzo: i buoni non sono solo buoni, i cattivi, almeno alcuni fra questi, in questo caso chi ha sostenuto con entusiasmo un regime folle e nefasto, non sono solo cattivi. E questa ambiguità, che è nelle cose, è nella natura umana, attraversa i personaggi, rendendoli credibili e dolenti nell’incertezza e nelle poche decisive speranze.
I ‘sommersi’ e i ‘salvati’ di questa storia ci restano impressi nella memoria nel loro rappresentare quella parte di umanità che subisce la guerra, con tutto il portato di disumanità che tutte le guerre comportano; le violenze, i tradimenti, gli espedienti per vivere, gli atti di anonimo eroismo.
Bella lettura, intensa e coinvolgente, direi necessaria per diventare grandi, per ragazzi e ragazze a partire dai tredici anni.

Eleonora

“I figli del Lupo. Berlino 1945: sopravvivere non è un gioco”, 
P. Dowswell, Feltrinelli Up 2018


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