mercoledì 16 maggio 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


DELLA INUTILITÀ DELLA GUERRA


Di grande attualità, ma potremmo dire che la parodia dell’epica guerresca è purtroppo sempre attuale, uscito in concomitanza con la Fiera di Bologna, l’albo illustrato La battaglia delle rane e dei topi, scritto e illustrato da Daniele Catalli con la collaborazione, per il testo, di Claudio Malpede, è uno di quei libri che travalicano il recinto dei libri per bambini.
Racconta, riprendendo in larga parte la trama della Batracomiomachìa, attribuita a Omero, della battaglia fra le rane e i topi intorno a uno stagno, dove la vita potrebbe scorrere tranquilla. Rubabriciole, figlio del re dei topi Rodipane, si affaccia allo stagno dove regna Gonfiagote, re delle rane. Dopo una prima reazione diffidente, la rana invita il topo a salirgli in groppa, per potergli mostrare le meraviglie del suo regno. All’apparizione di una biscia d’acqua, Gonfiagote s’inabissa, lasciando annegare il povero Rubabriciole. La notizia giunge presto al re dei topi e il lutto lascia subito il passo al desiderio di vendetta e così il re raduna l’esercito, pronto a vendicare la morte del figlio. Giunto allo stagno, affronta Gonfiagote, che a sua volta chiama a raccolta il suo esercito.
Ora gli armati di una parte e dell’altra si affrontano selvaggiamente, infliggendosi reciprocamente numerose perdite. A fianco dei topi compare una lontra, poi a fianco delle rane un esercito di granchi muniti di potentissime chele. E’ una strage. Per porvi fine si affrontano i due re, che rimangono uccisi entrambi, lasciando un campo di battaglia coperto di cadaveri.


Questa la trama che si discosta un po’ dall’originale omerico, ma che ne conserva in pieno la forza dissacrante. Se il testo antico affrontava in termini grotteschi al retorica dell’epos della guerra, così come compariva nell’Iliade, qui ugualmente si usa il linguaggio, e non solo quello, per dissacrare le ragioni apparenti della guerra. La battaglia viene descritta minuziosamente, così come le armi, gli equipaggiamenti dei due eserciti, gli scontri feroci e i gesti eroici. Si parla del micromondo di animali che noi umani consideriamo infimi e così rivestendoli della retorica gladiatoria, si rende ridicola l’enfasi che solitamente accompagna le guerre, tutte le guerre. E gli scudi fatti di conchiglie, le lance fatte di aghi e tutto un armamentario che nella realtà è fatto di niente, ma nello stesso tempo, in quel microcosmo, è capace di distruggere vite.

 
Lo scoppio della guerra è pretestuoso, sarebbe stato possibile trovare un’altra soluzione, condividere un lutto nato dal caso. Ma la logica bellica prescinde dal buon senso e soprattutto dalla capacità di mettersi nei panni degli altri, di vedere le cose dal loro punto di vista. In realtà spesso le guerre hanno ragioni indicibili, coperte malamente da pretesti patriottici o da ragioni occasionali. Se l’inizio è del tutto arbitrario, la fine è certa ed è la distruzione di entrambi gli schieramenti; non c’è un esito positivo nelle guerre, l’unico possibile è non cominciarle affatto.
La descrizione della battaglia campale, come ho detto sopra, è minuziosa e ironica nel rendere l’assurdità della situazione. L’illustrazione segue questo percorso, mostrandoci grandi immagini a doppia pagina che descrivono con precisione le diverse fasi: ma ancor più, l’autore e illustratore, Daniele Catalli, interviene con il laser, ritagliando quinte teatrali che incorniciano l’azione, o che fanno intravedere la scena successiva. La gamma cromatica è ridotta e si sovrappone a un disegno dettagliato, accurato, preciso; spicca il rosso: il rosso delle foglie in copertina, il rosso dei papaveri, che adora il campo di battaglia, con un omaggio a un altro nemico della guerra, De André, il rosso del sangue; a questo si contrappone il verde dell’ambiente naturale, che verrà anch’esso stravolto dall’infuriare della battaglia. Ne restano intatti il grigio e il nero, simbolo della devastazione annunciata ed effettuata. 

 
Un libro affascinante, dunque, realizzato con grande cura, dal significato importante, che possiamo, anzi dovremmo proporre ai bambini e ai ragazzi che si perdono nei videogame guerreschi, tanto cruenti quanto irreali. Ma anche alle bambine e alle ragazze, che magari pensano che i guerrieri siano davvero eroi. Bello per tutti noi, che abbiamo bisogno di forza per sostenere la pace.

Eleonora

La battaglia delle rane e dei topi”, D. Catalli, L’Ippocampo edizioni 2018


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