LA MADELEINE DELL'ELEFANTE
La memoria
dell'elefante. Il viaggio indimenticabile di Marcello
Sophie Strady,
Jean-François Martin (trad. Rosa Vanina Pavone)
Il Castoro 2016
ILLUSTRATI PER MEDI
(dai 7 anni)
"Marcello è un
vecchio, vecchissimo elefante. Ha la pelle grigia e rugosa come
quella di tutti gli elefanti: è difficile indovinare la sua età.
'Ma che giorno è oggi?' si chiede stiracchiandosi tutto."
Con questo dubbio il
vecchio Marcello fa colazione, poi una doccia, quindi cerca un abito
adatto. Si veste, si mette al tavolo nella sua biblioteca e, dando
un'occhiata fuori, sente un ticchettio sul vetro. È Ziggy, un
colibrì che entra e volando veloce, lo invita ad andare in salone
dove un mucchio di scatole e pacchetti ingombra il pavimento. Il
pacco dalla forma più insolita contiene un elicone, lo strumento che
in gioventù Marcello suonava nel suo gruppo musicale pop.
Rivedere e riprendere
in mano quell'elicone solletica mille ricordi nella testa
dell'elefante: il suo viaggio in Asia, attraverso il Pacifico fino in
Vietnam a trovare un cugino geografo; quindi il suo rientro in
Francia e il suo successivo impiego come giardiniere al Jardin du
Luxembourg.
Quanti ricordi a Parigi
in quel tempo: i cortei e il maggio di libertà. Era il 1968! E
mentre Marcello è lì che ricorda, alle sue spalle dagli altri
pacchi e pacchetti escono tutti i suoi amici, riunitisi per una festa
a sorpresa. Che tanto a sorpresa forse non è....
Questo libro è grande.
Per almeno cinque motivi. Anzi sei.
Il primo e il più
evidente è che misura 36 cm di altezza e 29 cm di larghezza:
d'altronde deve contenere un elefante e una intera enciclopedia...
Il secondo motivo è
immediatamente derivante da quanto appena scritto. Questo libro, che
a una lettura superficiale può sembrare un'esile racconto di un
vecchio elefante in vena di ricordi, è in realtà una vera
enciclopedia delle sua vita. Un catalogo selezionato per menti
curiose di argomenti svariati che in qualche modo hanno attraversato
la sua esistenza: dalla cucina, alla musica, dalla navigazione
all'architettura, dalla moda alla botanica e all'ornitologia.
Il terzo motivo che ha
a che fare con la grandezza, o forse sarebbe più corretto parlare di
profondità, è la sua struttura narrativa. Esiste un filo della
trama che è più grande degli altri e segue in senso strettamente
narrativo il racconto dell'elefante Marcello. Intorno a questo se ne
intrecciano diversi più sottili che non sono vere e proprie
narrazioni, ma piccoli box che mettono a fuoco, in più grandi
insiemi tematici (ma non sempre), piccole curiosità su argomenti
diversi che, però con il racconto principale hanno una qualche
connessione. Uno in particolare è sempre dedicato
all'approfondimento delle abitudini dei pachidermi (quelli veri).
Ne risulta un tempo
narrativo molto diversificato e oltremodo interessante. Si legge,
pagina dopo pagina la storia di Marcello, la sua storia di adesso e
anche il suo passato, e poi pagina per pagina invece ci si sofferma a
leggere le abitudini del picchio, la storia del frac o delle
caramelle salate. Che cosa abbiano a che fare picchio, caramelle
salate e frac con l'elefante Marcello è già stato detto: sono tutti
elementi che in qualche misura hanno attraversato a sua esistenza.
Sono porzioni delle sue conoscenze, delle sue esperienze, sono
ricordi di cose viste, apprese, sentite, toccate, assaggiate. Un po' come la madeleine dell'altro Marcel...
Se così è,
magicamente entra nella testa del lettore un concetto da non
sottovalutare: la memoria della propria vita conferisce spessore al
nostro essere.
Una lettura così tanto
stratificata e complessa la si fa, di solito, con un romanzone russo o francese, di nuovo l'altro Marcel,
per le mani, ma con un albo illustrato l'esperienza ha davvero il
carattere della novità.
Il quarto motivo di
grandezza sta nell'alto valore dell'esperienza estetica di chi lo
legge e lo sfoglia.
Sebbene sia un
argomento molto aperto in ambito critico, l'educazione dello sguardo
dei più piccoli nei confronti della bellezza a me pare fondamentale
se non addirittura urgente. In termini puramente teorici non qui e
non ora bisogna scriverne, tuttavia con questo libro in mano non si
può fare a meno di notare quanto Jean-François Martin alleni lo
sguardo dei suoi lettori a forme di arte altissima. E non lo fa solo
inserendo importanti elementi del design - vere icone - come arredi
della casa di Marcello, oppure costruendo skyline o scenari
riconoscibili, ma anche nella composizione delle figure animali,
forse l'elemento più suggestivo per un bambino, che diventano un
meraviglioso gioco di incastri.
Senza contare ancora la figura di
questo grande elefante 'umano', perfetto nel solco della tradizione
di Babar, caratterizzato qui da un segno 'fuorifuoco' che rende
diversa e originale la parte 'narrativa' rispetto alla pulizia e al
nitore delle pagine 'informative'.
Ma la grande bellezza
di queste ultime sta proprio in questo alternarsi equilibrato di
testo, immagine ed elementi di raccordo grafico: veri e propri ricami
in cui i vuoti e i pieni si compensano in una tessitura di cornici
con motivi sempre diversi, che denunciano una competenza da grafico
della carta stampata di grande calibro.
In questo omaggio
visuale alla memoria (di un elefante!) di un tempo passato si innesca
una riflessione più grande sul senso del tempo e su quanto esso
modelli la nostra esistenza. E qui forse si coglie la quinta
grandezza, ovvero la chiave metaforica che permette a un tema del
genere di essere capito da tutti: al contrario se fosse stato
trattato in senso letterale, sarebbe risultato invalicabile per
molti. Invece il grande e vecchio elefante, simbolo per eccellenza
del concetto di memoria, diventa con naturalezza simbolo dello
scorrere del tempo che modella il senso di una vita. La sua, come
quella di tutti.
Tralascio volutamente
la sesta grandezza che va riconosciuta agli ideatori di questa
architettura mirabolante: Strady e Martin, i quali hanno saputo
sfruttare al massimo del suo potenziale l'albo illustrato, inteso
come linguaggio complesso che sa parlare a piccoli e grandi, anche
attraverso grammatiche differenti. La tralascio perché chi legge
queste righe è adulto abbastanza per potersela godere in autonomia.
Carla
Noterella al margine. A questo libro non ho pensato tutti i giorni, ma ci ho pensato spesso in questo ultimo anno. Ho come il sospetto che sia passato sotto silenzio, o quanto meno in sordina, un libro così bello e quindi penso che forse Strady e Martin non ce li meritiamo...e forse mai vedremo nel catalogo Il Castoro il secondo dal titolo: Souvenirs de Marcel au Grand Hôtel.
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