lunedì 14 maggio 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA MADELEINE DELL'ELEFANTE

La memoria dell'elefante. Il viaggio indimenticabile di Marcello
Sophie Strady, Jean-François Martin (trad. Rosa Vanina Pavone)
Il Castoro 2016


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)

"Marcello è un vecchio, vecchissimo elefante. Ha la pelle grigia e rugosa come quella di tutti gli elefanti: è difficile indovinare la sua età. 'Ma che giorno è oggi?' si chiede stiracchiandosi tutto."

Con questo dubbio il vecchio Marcello fa colazione, poi una doccia, quindi cerca un abito adatto. Si veste, si mette al tavolo nella sua biblioteca e, dando un'occhiata fuori, sente un ticchettio sul vetro. È Ziggy, un colibrì che entra e volando veloce, lo invita ad andare in salone dove un mucchio di scatole e pacchetti ingombra il pavimento. Il pacco dalla forma più insolita contiene un elicone, lo strumento che in gioventù Marcello suonava nel suo gruppo musicale pop.
Rivedere e riprendere in mano quell'elicone solletica mille ricordi nella testa dell'elefante: il suo viaggio in Asia, attraverso il Pacifico fino in Vietnam a trovare un cugino geografo; quindi il suo rientro in Francia e il suo successivo impiego come giardiniere al Jardin du Luxembourg.
Quanti ricordi a Parigi in quel tempo: i cortei e il maggio di libertà. Era il 1968! E mentre Marcello è lì che ricorda, alle sue spalle dagli altri pacchi e pacchetti escono tutti i suoi amici, riunitisi per una festa a sorpresa. Che tanto a sorpresa forse non è....


Questo libro è grande. Per almeno cinque motivi. Anzi sei.
Il primo e il più evidente è che misura 36 cm di altezza e 29 cm di larghezza: d'altronde deve contenere un elefante e una intera enciclopedia...
Il secondo motivo è immediatamente derivante da quanto appena scritto. Questo libro, che a una lettura superficiale può sembrare un'esile racconto di un vecchio elefante in vena di ricordi, è in realtà una vera enciclopedia delle sua vita. Un catalogo selezionato per menti curiose di argomenti svariati che in qualche modo hanno attraversato la sua esistenza: dalla cucina, alla musica, dalla navigazione all'architettura, dalla moda alla botanica e all'ornitologia.


Il terzo motivo che ha a che fare con la grandezza, o forse sarebbe più corretto parlare di profondità, è la sua struttura narrativa. Esiste un filo della trama che è più grande degli altri e segue in senso strettamente narrativo il racconto dell'elefante Marcello. Intorno a questo se ne intrecciano diversi più sottili che non sono vere e proprie narrazioni, ma piccoli box che mettono a fuoco, in più grandi insiemi tematici (ma non sempre), piccole curiosità su argomenti diversi che, però con il racconto principale hanno una qualche connessione. Uno in particolare è sempre dedicato all'approfondimento delle abitudini dei pachidermi (quelli veri).
Ne risulta un tempo narrativo molto diversificato e oltremodo interessante. Si legge, pagina dopo pagina la storia di Marcello, la sua storia di adesso e anche il suo passato, e poi pagina per pagina invece ci si sofferma a leggere le abitudini del picchio, la storia del frac o delle caramelle salate. Che cosa abbiano a che fare picchio, caramelle salate e frac con l'elefante Marcello è già stato detto: sono tutti elementi che in qualche misura hanno attraversato a sua esistenza. Sono porzioni delle sue conoscenze, delle sue esperienze, sono ricordi di cose viste, apprese, sentite, toccate, assaggiate. Un po' come la madeleine dell'altro Marcel...


Se così è, magicamente entra nella testa del lettore un concetto da non sottovalutare: la memoria della propria vita conferisce spessore al nostro essere.
Una lettura così tanto stratificata e complessa la si fa, di solito, con un romanzone russo o francese, di nuovo l'altro Marcel, per le mani, ma con un albo illustrato l'esperienza ha davvero il carattere della novità.
Il quarto motivo di grandezza sta nell'alto valore dell'esperienza estetica di chi lo legge e lo sfoglia.


Sebbene sia un argomento molto aperto in ambito critico, l'educazione dello sguardo dei più piccoli nei confronti della bellezza a me pare fondamentale se non addirittura urgente. In termini puramente teorici non qui e non ora bisogna scriverne, tuttavia con questo libro in mano non si può fare a meno di notare quanto Jean-François Martin alleni lo sguardo dei suoi lettori a forme di arte altissima. E non lo fa solo inserendo importanti elementi del design - vere icone - come arredi della casa di Marcello, oppure costruendo skyline o scenari riconoscibili, ma anche nella composizione delle figure animali, forse l'elemento più suggestivo per un bambino, che diventano un meraviglioso gioco di incastri.


Senza contare ancora la figura di questo grande elefante 'umano', perfetto nel solco della tradizione di Babar, caratterizzato qui da un segno 'fuorifuoco' che rende diversa e originale la parte 'narrativa' rispetto alla pulizia e al nitore delle pagine 'informative'.
Ma la grande bellezza di queste ultime sta proprio in questo alternarsi equilibrato di testo, immagine ed elementi di raccordo grafico: veri e propri ricami in cui i vuoti e i pieni si compensano in una tessitura di cornici con motivi sempre diversi, che denunciano una competenza da grafico della carta stampata di grande calibro. 


In questo omaggio visuale alla memoria (di un elefante!) di un tempo passato si innesca una riflessione più grande sul senso del tempo e su quanto esso modelli la nostra esistenza. E qui forse si coglie la quinta grandezza, ovvero la chiave metaforica che permette a un tema del genere di essere capito da tutti: al contrario se fosse stato trattato in senso letterale, sarebbe risultato invalicabile per molti. Invece il grande e vecchio elefante, simbolo per eccellenza del concetto di memoria, diventa con naturalezza simbolo dello scorrere del tempo che modella il senso di una vita. La sua, come quella di tutti.
Tralascio volutamente la sesta grandezza che va riconosciuta agli ideatori di questa architettura mirabolante: Strady e Martin, i quali hanno saputo sfruttare al massimo del suo potenziale l'albo illustrato, inteso come linguaggio complesso che sa parlare a piccoli e grandi, anche attraverso grammatiche differenti. La tralascio perché chi legge queste righe è adulto abbastanza per potersela godere in autonomia.


Carla

Noterella al margine. A questo libro non ho pensato tutti i giorni, ma ci ho pensato spesso in questo ultimo anno. Ho come il sospetto che sia passato sotto silenzio, o quanto meno in sordina, un libro così bello e quindi penso che forse Strady e Martin non ce li meritiamo...e forse mai vedremo nel catalogo Il Castoro il secondo dal titolo: Souvenirs de Marcel au Grand Hôtel.

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