venerdì 13 luglio 2018

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


LE FACCE DELLA MEDAGLIA

 Zagazoo, Quentin Blake (trad. Sara Saorin),
Camelozampa 2016
Michael Rosen's Sad Book, Michael Rosen, Quentin Blake,
Walker Books 2011



ILLUSTRATI

Considero questi due libri inseparabili. A tenerli insieme non è solo l'illustratore, quindi un segno unico riconoscibilissimo come quello di Quentin Blake, ma qualcosa di molto più profondo.
Sono, per meraviglia del destino, le facce di una stessa medaglia. Ognuno porta in sé qualcosa dell'altro pur non toccandosi.
Di quale medaglia si tratti, mi pare subito evidente: la vita, nelle sue due facce.
Da un lato Zagazoo è un inno gioioso a un nuovo bambino che arriva: pieno di sottile ironia, percepibile al meglio se si è già grandi, racconta un'esistenza, o meglio due, ovvero tre che si intrecciano per fare strada assieme. Un libro pieno di colore, speranza, allegria. Due giovani pieni di entusiasmo si vedono recapitare un pacco e all'interno c'è un bambino rosa che immediatamente ne catalizza ogni intenzione, ogni pensiero, ogni momento...


Il bambino cresce e, per ogni fase, ironizza Blake, c'è un animale corrispondente: pulcino di avvoltoio per il suo pianto stridente, poi passando il tempo, per le goffate fatte in casa diventa elefante e poi, passati altri anni facocero fino ad arrivare a essere un bel giovanotto, poi irascibile drago nell'adolescenza fino a essere cortese e premuroso con i suoi genitori anziani, sul finire della storia. Ecco, se fosse possibile immaginare che il personaggio di Zagazoo esca dal suo libro per andare in quello di Michael Rosen, quello stesso giovane uomo potrebbe impersonare Eddie, il compianto figlio di Michael Rosen. Il destino che Blake ha pensato per lui sarebbe diverso.
Mentre dall'altro lato Michael Rosen e sua moglie avrebbero sperato per loro di entrare dentro Zagazoo in modo da aspettarsi un destino da pellicani...ma la medaglia è fatta così.


In mezzo, come legante delle due facce di questo unico oggetto che è la vita, c'è quel colosso di Quentin Blake. Da un lato racconta una storia tutta sua, come spesso accade, concepita sul margine tra realtà e immaginazione. Come l'inarrivabile La nave d'erba anche in Zagazoo si parte da un punto di realtà per poi manipolarlo fino ad arrivare all'assurdo. E, in fase finale, il sapore del meraviglioso, non si sa neanche come, continua a rimanere in bocca al lettore. E nulla è più come prima.
Siamo di fronte al 'tempo sospeso' di una narrazione, alla forza del racconto.
Dall'altra parte c'è lo stesso Blake, il suo segno pieno di espressione, lo stesso ritmo variato e movimentato dall'alternarsi di testo e immagini che si mischiano. La stessa tecnica. Solo in una cosa differisce: in Zagazoo c'è uno spazio bianco in cui tutto può espandersi, in Michael Rosen's sad book quella cornice ha la missione di 'chiudere' entro un margine chiaro a tutti.


Il tono della storia è, ovviamente, completamente un altro.
In primo luogo colpisce la lucidità del racconto di Rosen che riesce a mettere nero su bianco il suo dolore nei confronti della morte. Con la delicatezza di un vero amico, Blake dà forma alla tristezza che si alterna alla gioia temporanea di un ricordo. Con silenzioso rispetto si ferma con l'eloquente vignetta bianca quando deve raffigurare l'assenza, il vuoto lasciato, cui Rosen allude. 


È un gran libro e forse anche qualcosa di più.
La cosa che però colpisce maggiormente è la capacità di raccontare per immagini con il medesimo 'armamentario' figurativo tanto la gioia, quanto il suo rovescio, la tristezza; tanto la vita quanto il suo contrario, la morte. La voce, profonda, è la stessa. 


Solo i migliori lo sanno fare.

Carla

Noterella al margine. A chi volesse cimentarsi suggerirei la lettura di entrambi, nella dovuta sequenza, con ragazzini e ragazzine. Il contrasto il più delle volte ha il merito di portare luce dove c'è ombra e ombra dove c'è luce. Se ne potrebbe poi parlare per giorni e giorni...

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