MA QUANDO E’ COMINCIATA?
Fa un certo effetto vedere, sia pur
sinteticamente e ironicamente, esposta la storia dell’oppressione
femminile, si può dire dagli albori dell’umanità. E’ quello che
fanno Soledad Bravi e Dorothée Werner con un libro divertente e,
nello stesso tempo, agghiacciante: ‘La grande avventura dei diritti
delle donne. Perché esistono le disuguaglianze tra donne e uomini?’,
pubblicato dall’editore Sonda.
Più debole nella primissima parte,
dove sembra ignorare le società matriarcali, diventa via via più
preciso e incalzante, raccontando senza mezzi termini le grottesche
giustificazioni alla sottomissione del genere femminile.
Questa grande corsa nella Storia ci
viene raccontata a vignette, improntate alla sintesi e all’ironia:
così vediamo una carrellata di abusi,
giustificati spesso in modo stravagante. Dalle società antiche, come
quella greca, in cui le donne erano poste sotto tutela prima del
padre, poi del marito, o in quella medievale, in cui, secondo la
dottrina della Chiesa, la donna, colpevole della tentazione nel
peccato originale, viene considerata un essere imperfetto. Già qui
sono evidenti le differenze di censo, perché diverso è il destino
delle donne appartenenti alla nobiltà, cui talvolta capitava di
comandare. Breve ed efficace la descrizione del periodo della feroce
caccia alle streghe e della Santa Inquisizione, quando si estorcevano
confessioni di oscuri patti col diavolo grazie alle raffinate
tecniche di tortura. E a esserne oggetto erano spesso donne
portatrici di sapienza, di conoscenze tradizionali.
Interessante, più di tutto questo,
l’andamento contraddittorio, fatto di passi avanti e altrettanti
indietro, dalla rivoluzione francese in poi, quando per la prima
volta si affaccia la bandiera dell’emancipazione femminile. Da
Olympe de Gouges alle suffragette, eroiche militanti inglesi, il tema
dell’emancipazione femminile entra ed esce dal dibattito pubblico,
fino al 1926 anno in cui le donne inglesi conquistano il diritto di
voto.
Diritto che in Italia viene
riconosciuto solo nel 1946. Da quel momento si sono susseguite molte
tappe importanti, dalla legge sul divorzio, a quella sulla riforma
del diritto di famiglia, alla legge sull’aborto, a quella sulla
violenza sessuale e lo stalking. Queste battaglie le ho vissute tutte
e riguardano una parte importante della mia giovinezza, in cui
credevo che la Storia avesse intrapreso il suo viaggio verso un
futuro luminoso, o anche solo migliore.
Mi sono dovuta ricredere, e i tempi
recenti non fanno presagire nulla di buono.
Nonostante i suoi limiti, questo è un
libro importante che dice due cose sostanziali: non c’è nessun
elemento naturale che sancisca l’inferiorità delle donne; la
questione chiave, e questo bisogna dirlo forte e chiaro, è sempre
stata ed è tuttora, il controllo sulla riproduzione. La libertà
femminile nell’uso del corpo è di per sé rivoluzionaria, nel
senso proprio che mina uno dei cardini della società patriarcale. La
seconda cosa: nessuna conquista è per sempre.
Quindi alle ragazze, e ai ragazzi, che
si sono appassionati alle ‘bambine ribelli’, consiglio caldamente
la lettura, veloce, agile, divertente, di questo libro che imposta la
questione in modo del tutto differente. A partire dai dodici anni.
Eleonora
“La grande avventura dei diritti
delle donne”, S. Bravi e D. Werner, Sonda 2018
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