venerdì 26 ottobre 2018

FAMMI UNA DOMANDA!


MA QUANDO E’ COMINCIATA?


Fa un certo effetto vedere, sia pur sinteticamente e ironicamente, esposta la storia dell’oppressione femminile, si può dire dagli albori dell’umanità. E’ quello che fanno Soledad Bravi e Dorothée Werner con un libro divertente e, nello stesso tempo, agghiacciante: ‘La grande avventura dei diritti delle donne. Perché esistono le disuguaglianze tra donne e uomini?’, pubblicato dall’editore Sonda.
Più debole nella primissima parte, dove sembra ignorare le società matriarcali, diventa via via più preciso e incalzante, raccontando senza mezzi termini le grottesche giustificazioni alla sottomissione del genere femminile.


Questa grande corsa nella Storia ci viene raccontata a vignette, improntate alla sintesi e all’ironia:
così vediamo una carrellata di abusi, giustificati spesso in modo stravagante. Dalle società antiche, come quella greca, in cui le donne erano poste sotto tutela prima del padre, poi del marito, o in quella medievale, in cui, secondo la dottrina della Chiesa, la donna, colpevole della tentazione nel peccato originale, viene considerata un essere imperfetto. Già qui sono evidenti le differenze di censo, perché diverso è il destino delle donne appartenenti alla nobiltà, cui talvolta capitava di comandare. Breve ed efficace la descrizione del periodo della feroce caccia alle streghe e della Santa Inquisizione, quando si estorcevano confessioni di oscuri patti col diavolo grazie alle raffinate tecniche di tortura. E a esserne oggetto erano spesso donne portatrici di sapienza, di conoscenze tradizionali.


Interessante, più di tutto questo, l’andamento contraddittorio, fatto di passi avanti e altrettanti indietro, dalla rivoluzione francese in poi, quando per la prima volta si affaccia la bandiera dell’emancipazione femminile. Da Olympe de Gouges alle suffragette, eroiche militanti inglesi, il tema dell’emancipazione femminile entra ed esce dal dibattito pubblico, fino al 1926 anno in cui le donne inglesi conquistano il diritto di voto.
Diritto che in Italia viene riconosciuto solo nel 1946. Da quel momento si sono susseguite molte tappe importanti, dalla legge sul divorzio, a quella sulla riforma del diritto di famiglia, alla legge sull’aborto, a quella sulla violenza sessuale e lo stalking. Queste battaglie le ho vissute tutte e riguardano una parte importante della mia giovinezza, in cui credevo che la Storia avesse intrapreso il suo viaggio verso un futuro luminoso, o anche solo migliore.
Mi sono dovuta ricredere, e i tempi recenti non fanno presagire nulla di buono.
Nonostante i suoi limiti, questo è un libro importante che dice due cose sostanziali: non c’è nessun elemento naturale che sancisca l’inferiorità delle donne; la questione chiave, e questo bisogna dirlo forte e chiaro, è sempre stata ed è tuttora, il controllo sulla riproduzione. La libertà femminile nell’uso del corpo è di per sé rivoluzionaria, nel senso proprio che mina uno dei cardini della società patriarcale. La seconda cosa: nessuna conquista è per sempre.


Quindi alle ragazze, e ai ragazzi, che si sono appassionati alle ‘bambine ribelli’, consiglio caldamente la lettura, veloce, agile, divertente, di questo libro che imposta la questione in modo del tutto differente. A partire dai dodici anni.

Eleonora

“La grande avventura dei diritti delle donne”, S. Bravi e D. Werner, Sonda 2018

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