mercoledì 10 ottobre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


ALLA FINE DEL MARE, C'E' IL CIELO

Dolci di Luna, Chen Jiang Hong (trad. Tanguy Babled)
Babalibri 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Ogni sera, dal giorno in cui era nato, la nonna di Tian-Zi gli aveva raccontato la storia del Cammino del cielo e il bimbo ormai la conosceva a memoria. Un giorno d'autunno, Tian-Zi preparò un grande zaino, salutò la nonna e il padre e si avviò lungo il Cammino del cielo: voleva ritrovare sua madre."

Tian-Zi vuol dire figlio del cielo. Sua madre, la principessa Xian-Zi figlia dell'Imperatore di Giada, dal cielo guardava ogni giorno il mondo degli uomini, fino al giorno in cui decise di scendere sulla Terra. 
Mentre camminava ammaliata da colori e profumi incontrò un uomo che le chiese disperato di guarire la madre gravemente ammalata. Xian-Zi non solo guarì la madre dell'uomo, ma decise di restare sulla terra con lui. Il loro bambino è Tian-Zi. L'imperatore di Giada, resosi conto di essere sul punto di perdere la figlia per sempre, con la forza la riporta nel suo regno, il cielo. Ed è proprio verso il cielo che Tian-Zi si dirige in cerca di sua madre. 


Il viaggio è lungo e pericoloso ma con l'aiuto di una gru riesce ad arrivare alle porte del Palazzo. Ad accoglierlo tutto l'amore e la commozione della madre che, al colmo della felicità, per lui prepara con una ricetta segreta che sulla terra non esiste, i dolci di Luna. Si mangiano una volta l'anno con la luna piena. Ancora una volta però è l'imperatore che si mette in mezzo tra madre e figlio: caccia dal regno di Giada il piccolo Tian-Zi, perché a nessun umano è concesso viverci. Il dolore consuma la principessa a tal punto che suo padre le concede una volta all'anno, in occasione del ritorno sulla terra del bambino, di andare da lui con un paniere di dolci di Luna. I primi sarà proprio lui a prepararli.
Per ricordare questa storia, in Cina ogni anno si celebra la festa della Luna, a metà dell'autunno: le famiglie si riuniscono per godere dello stare insieme, e lo fanno anche mangiando i tradizionali dolci di Luna.


I fili con cui Hong è solito tessere i suoi bellissimi racconti ci sono tutti: l'amore tra genitori e figli, la separazione e il dolore inconsolabile, il viaggio e il coraggio di un bambino per affrontarlo, la terra e il cielo così diversi e lontani tra loro, la tradizione e il mito, la magia che attraversa la fiaba. E anche il suo modo di dipingere tutto questo è ancora lì, a conquistare lo sguardo.
Su uno sfondo di acquerello che si muove sul foglio prendendo la forma che l'acqua gli suggerisce, Hong governa il tratto sottile del pennino dedicato alle figure umane. Tra questi due opposti, in una sorta di piano intermedio, c'è il paesaggio, la botanica e l'architettura e qui il pennello di Hong imbriglia il colore e lo domina e lo ordina per dare forma e senso al racconto. 


Alterna, come sempre, tavole che riempiono il doppio specchio della pagina a sequenze più veloci e più contenute che sono riflesso del ritmo narrativo che accelera o rallenta. Certo è che alcune immagini raggiungono una potenza evocativa rara, anche in virtù dei colori che si accendono o si spengono a seconda del contesto. 


Intense sono le tavole dedicate alla bellezza della principessa, incorniciata dai fiori, e alla sua disperazione per il distacco dai suoi due amori, stravolta in uno sguardo feroce. Il percorso di viaggio del bambino, così come è raccontato per immagini, sottolinea la sua tenacia racchiusa in un corpo minuscolo, se paragonato alla natura circostante che lo circonda.
Tutto questo è attraversato dal mito legato alla festa della Luna. 
Lei, la luna, meravigliosamente ritratta nella sua pienezza, è testimone muta di quel che accade sotto di lei. Accompagna parti del viaggio, la salita in cielo sul dorso della gru. È testimone della durezza dell'imperatore. Talvolta, enorme sul fondo, illumina la scena, talvolta, discreta, si vela nei contorni. 


E come la luna è protagonista, lo sono anche i dolcetti che dalla prima ereditano il nome, la forma e un po' il colore. E, stando alla ricetta originale, ne rievocano la presenza discreta, al loro interno, nel tuorlo d'uovo marinato che nascondono. Quasi come fosse un omaggio, i pattern che di solito compaiono su questi dolci di luna Hong li ripete come elemento decorativo nei fregi architettonici o nelle grandi piastrelle dei pavimenti.
Sono molti i motivi di apprezzamento di questo libro, ma la ragione per cui andrebbe letto a distesa risiede nella grande verità che la gru pronuncia, piena di speranza, davanti a quel bambino in lacrime, stanco e abbattuto: alla fine della notte non c'è la notte, ma l'aurora, e alla fine del mare non c'è il mare, ma il cielo.


Carla

Noterella al margine: grazie di cuore a Francesca Archinto, che conosce evidentemente le mie passioni. La via verso i dolci di luna si è spalancata davanti a me. Il primo passo è stato procurarsi uno stampo adeguato e in legno. Domani è la volta dell'anko per il ripieno...

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