IN MEZZO AL MAR...
La voce del mare,
Marlies van der Wel (trad. Irena Trevisan)
Sassi junior 2018
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"L'acqua bagna
i suoi piedi, le onde scivolano avanti e indietro.
Sembra che
sussurrino: 'Vieni qui, avanti!'
Così, quando
nessuno lo vede, Giona si immerge.
Cullato dalla marea,
Giona capisce immediatamente una cosa: questo è il suo posto.
Qui, in mezzo al
mare."
Nuota
tra le alghe e le meduse e, come fanno i pesci, boccheggia. L'aria
però finisce. E al volo viene ripescato dalla mamma, quel bambinetto
di due anni. La passione però è una cosa che non si cura così
Giona a otto anni ci riprova e naviga in un ombrello. Fallisce di
nuovo ma a 18 è di nuovo lì su quella spiaggia e guarda il mare,
prima di immergersi, da uno strano scafandro. Questa volta è colpa
della marea che lo riporta a riva. La riprovazione è generale: gli
uomini appartengono alla terra e non al mare!
Giona
non demorde: a 30 è di nuovo lì con un razzo subacqueo che,
purtroppo però finisce nella rete dei pescatori.
Sulla
sua collinetta passano gli anni e Giona colleziona tutto quello che
il mare abbandona sulla riva e a 80 anni in una notte d'inverno
durante un temporale il mare gli regala l'ultimo pezzo che mancava
per completare il suo magnifico progetto. La mattina dopo il mare ha
invaso l'intera spiaggia e non si vede che acqua a perdita d'occhio.
La casa di Giona è sparita e al suo posto c'è...
E'
un libro illustrato che nasce da un film d'animazione di 11 minuti
che è stato selezionato al Sundance e ha ricevuto premi e menzioni,
tra cui il Tiff di Toronto.
Che
sia una gemmazione da una animazione lo confermano, oltre ad alcune
sequenze di immagini, che sono solo del cinema, due elementi:
l'impostazione delle tavole come fossero dei set e le 'dissolvenze'
del libro che necessariamente deve stare in un numero di pagine
limitato rispetto ai fotogrammi di un film. Il corto si muove più
liberamente tra un prima e un dopo di quanto possa fare un libro
(nonostante l'insolito alto numero di pagine che La voce
del mare conta) ma il senso
ultimo della storia è salvo: eleggere un posto prediletto come casa,
sentire di appartenervi nonostante tutto e coltivare il sogno di
raggiungerlo. E alla fine riuscirci.
Cosa
colpisce positivamente chi legge questo libro?
Per
prima cosa la brevità dei testi che guadagnano in efficacia nel loro
essere così 'asciutti'.
La
seconda cosa sono i dettagli affidati all'illustrazione che aprono
zone inesplorate per ragionare su cosa questo bambino (e poi ragazzo
e poi uomo e poi vecchio) stia mettendo in piano per raggiungere il
suo obiettivo, ma anche per caratterizzare i personaggi che sulla
pagina sono, rispetto al movimento del film, inevitabilmente immobili
e piuttosto uguali a se stessi.
Il
fiocchetti del pannolino di Giona a 2 anni sono un dettaglio che nel
libro vanno un po' più scovati; la boccia di vetro dentro cui infila
la testa per poter respirare sott'acqua va notata fin dal momento che
lo si vede camminare sul molo; i baffetti che segnano i suoi 18 anni
e che si consolidano e infoltiscono a 30...Insomma cose così.
La
terza cosa di interesse è il lavoro silenzioso che Marlies van de
Wel fa del tempo interno alla storia che ha un coerente riscontro nel
colore. Si parte da una luminosità diffusa, di una duna attraversata
da una carrozzina, e si arriva a una cupa notte di temporale.
Nel
lasso di tempo e di pagine che lo sguardo attraversa, il mare e il
suo colore lentamente prende il sopravvento sulla terra, come è
giusto che sia, visto il senso della storia.
Quarta
cosa è la resa di un'atmosfera tipica di un Mare del Nord, un mare
che non è 'nostrum'. Il confronto si può stabilire facilmente con
parecchi dei libri concepiti da autori nordeuropei, due per tutti,
il mare del Nord che fa da sfondo ai pensieri di Bice Speciale di
Miriam Koch o quello di Heidelbach in Wenn ich gross bin,
werde ich Seehund, che con
La voce del mare condivide non
solo il mare di sfondo, ma un paio di questioni intorno a cui
entrambi ruotano: il senso di appartenenza, la libertà di poter
scegliere dove stare.
E
questa è la quinta cosa apprezzabile: ragionare su questo.
Carla
Noterella
al margine. Peccato quel mare e quella spiaggia che bisticciano un
po' per stare entrambi su un unico specchio di pagina...
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