venerdì 16 novembre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IN MEZZO AL MAR...
 
La voce del mare, Marlies van der Wel (trad. Irena Trevisan)
Sassi junior 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"L'acqua bagna i suoi piedi, le onde scivolano avanti e indietro.
Sembra che sussurrino: 'Vieni qui, avanti!'
Così, quando nessuno lo vede, Giona si immerge.
Cullato dalla marea, Giona capisce immediatamente una cosa: questo è il suo posto.
Qui, in mezzo al mare."

Nuota tra le alghe e le meduse e, come fanno i pesci, boccheggia. L'aria però finisce. E al volo viene ripescato dalla mamma, quel bambinetto di due anni. La passione però è una cosa che non si cura così Giona a otto anni ci riprova e naviga in un ombrello. Fallisce di nuovo ma a 18 è di nuovo lì su quella spiaggia e guarda il mare, prima di immergersi, da uno strano scafandro. Questa volta è colpa della marea che lo riporta a riva. La riprovazione è generale: gli uomini appartengono alla terra e non al mare!


Giona non demorde: a 30 è di nuovo lì con un razzo subacqueo che, purtroppo però finisce nella rete dei pescatori.
Sulla sua collinetta passano gli anni e Giona colleziona tutto quello che il mare abbandona sulla riva e a 80 anni in una notte d'inverno durante un temporale il mare gli regala l'ultimo pezzo che mancava per completare il suo magnifico progetto. La mattina dopo il mare ha invaso l'intera spiaggia e non si vede che acqua a perdita d'occhio. La casa di Giona è sparita e al suo posto c'è...

E' un libro illustrato che nasce da un film d'animazione di 11 minuti che è stato selezionato al Sundance e ha ricevuto premi e menzioni, tra cui il Tiff di Toronto.


Che sia una gemmazione da una animazione lo confermano, oltre ad alcune sequenze di immagini, che sono solo del cinema, due elementi: l'impostazione delle tavole come fossero dei set e le 'dissolvenze' del libro che necessariamente deve stare in un numero di pagine limitato rispetto ai fotogrammi di un film. Il corto si muove più liberamente tra un prima e un dopo di quanto possa fare un libro (nonostante l'insolito alto numero di pagine che La voce del mare conta) ma il senso ultimo della storia è salvo: eleggere un posto prediletto come casa, sentire di appartenervi nonostante tutto e coltivare il sogno di raggiungerlo. E alla fine riuscirci.
Cosa colpisce positivamente chi legge questo libro?
Per prima cosa la brevità dei testi che guadagnano in efficacia nel loro essere così 'asciutti'.
La seconda cosa sono i dettagli affidati all'illustrazione che aprono zone inesplorate per ragionare su cosa questo bambino (e poi ragazzo e poi uomo e poi vecchio) stia mettendo in piano per raggiungere il suo obiettivo, ma anche per caratterizzare i personaggi che sulla pagina sono, rispetto al movimento del film, inevitabilmente immobili e piuttosto uguali a se stessi.



Il fiocchetti del pannolino di Giona a 2 anni sono un dettaglio che nel libro vanno un po' più scovati; la boccia di vetro dentro cui infila la testa per poter respirare sott'acqua va notata fin dal momento che lo si vede camminare sul molo; i baffetti che segnano i suoi 18 anni e che si consolidano e infoltiscono a 30...Insomma cose così.


La terza cosa di interesse è il lavoro silenzioso che Marlies van de Wel fa del tempo interno alla storia che ha un coerente riscontro nel colore. Si parte da una luminosità diffusa, di una duna attraversata da una carrozzina, e si arriva a una cupa notte di temporale. 


Nel lasso di tempo e di pagine che lo sguardo attraversa, il mare e il suo colore lentamente prende il sopravvento sulla terra, come è giusto che sia, visto il senso della storia.


Quarta cosa è la resa di un'atmosfera tipica di un Mare del Nord, un mare che non è 'nostrum'. Il confronto si può stabilire facilmente con parecchi dei libri concepiti da autori nordeuropei, due per tutti, il mare del Nord che fa da sfondo ai pensieri di Bice Speciale di Miriam Koch o quello di Heidelbach in Wenn ich gross bin, werde ich Seehund, che con La voce del mare condivide non solo il mare di sfondo, ma un paio di questioni intorno a cui entrambi ruotano: il senso di appartenenza, la libertà di poter scegliere dove stare. 


E questa è la quinta cosa apprezzabile: ragionare su questo.

Carla

Noterella al margine. Peccato quel mare e quella spiaggia che bisticciano un po' per stare entrambi su un unico specchio di pagina...

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