L'ETA' DEL GRANDE TAMPONAMENTO
L'età della ragione,
Didier Lévy, Thomas Baas
(trad. Maria Pia Secciani)
Edizioni Clichy, 2018
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"Martedì
Georges guarda le sue macchinine.
Quando uno diventa grande, pensa Georges, forse non ha più voglia di
giocare con le macchinine. Forse vuole solo riordinare la sua stanza
e imparare il dizionario a memoria.
Geoerges fa rotolare le macchinine
sul pavimento, adesso c'è una bella pila ai piedi del suo armadio.
Georges lancia una decappottabile contro le macchinine accatastate.
Poi furgoni, semirimorchi, bulldozer, carri armati...
Proprio 7 anni, l'età del grande
tamponamento."
E siamo solo a martedì. Mancano ancora
6 giorni alla data del suo settimo compleanno, quando Georges
entrerà nell'età della ragione. Per lui è una grande incognita:
lui è il primo nella classe a compierli. Avere informazioni dai
genitori non sembra essere la strategia vincente: è passato troppo
tempo dai loro 7 anni.
Mercoledì tenta la crema anti età per
riguadagnare i magnifici 5 anni. Venerdì Georges ragiona sulla vita
prenatale e teme che quel periodo possa influire sulla data effettiva
del compleanno. Sabato tenta di immaginare se stesso da vecchio,
pieno di rughe, come Geronimo. Domenica è il giorno fatidico.
Davanti allo specchio con il certificato di nascita che attesta
l'orario di venuta al mondo : 15.33 trepida ne minuti immediatamente
precedenti e in quelli immediatamente successivi. 34, 35, 36. Nessuna
metamorfosi. Un sospiro di sollievo e un briciolo di delusione giusto
un attimo prima che la festa di compleanno abbia inizio.
Sono passate 4 ore e Georges, mentre
gli invitati ballano, guarda i regali: macchinine, un copricapo da
indiano (dovrà aspettare un bel po' prima di diventare Geronimo), un
orologio, una macchina fotografica e un dizionario...
Nella vita però non si può mai stare
tranquilli, perché già solo il martedì successivo, come dice Olive
la sua fidanzata, ad attenderlo c'è l'età dell'incoscienza. Sembra
una bella prospettiva.
Mestiere duro e pieno di incognite, il
crescere.
Con il ritmo cadenzato di un conto alla
rovescia e la regolarità di un metronomo, giorno dopo giorno Georges
si avvicina inquieto alla data fatidica. Si suppone che sia stata Olivia a
mettergli in testa questa questione dell'età della ragione, anche se
a 7 anni ogni bambino comincia a prendere le misure con il tempo che
passa e con il 'diventare grandi'.
A questa presa di coscienza
contribuiscono goffamente gli adulti stessi che, non si sa perché,
hanno una gran fretta di dimenticare e far dimenticare ai piccoli
l'età della spensieratezza. Ma tant'è.
A 7 anni si trotterella
lungo il fiume che separa l'età del grande tamponamento dall'età
del dizionario. Mezz'ora di qua e mezz'ora di là.
Sei grande per portare pazienza con tuo
fratello più piccolo che ti ha appena preso un giocattolo, ma sei
piccolo per andare da solo all'edicola all'angolo a comprarti un
giornalino. Sei grande per ciucciarti un minuto il dito per ritrovare
un po' di pace, ma sei piccolo per rilassarti con una partita a
biliardo (finta).
Georges è proprio lì in mezzo al guado che
trotterella e si guarda intorno.
Il tempo è la sua grande domanda. A 7
anni la percezione che esso scorra è lì e se proprio non se ne può
fare a meno, che almeno da vecchi si diventi Geronimo, anche se
interiormente la speranza è quella di invertire il senso marcia e
andare all'indietro di almeno un paio d'anni.
Bravo Didier Lévy a raccontare questo
ondivagare, caracollare del piccolo Georges a un passo dall'evento
che più di ogni altro sancisce il trascorrere del tempo: il
compleanno.
Bravo a registrare la trepidazione, bravo a 'ritornare'
sulle riflessioni di quel bambino, alludendovi con un sapiente
elenco di regali ricevuti.
E bravo anche per il tono, ben tradotto,
del monologo interiore, così pieno di marce in avanti e marce
indietro, nella scansione regolare dei giorni di una settimana. E a
proposito di tono, è bello anche il registro che usa Thomas Baas. A
partire dalla copertina che molto dice dell'incertezza nel procedere:
un bambino che si affaccia da una porta socchiusa, in attesa degli
eventi. Il colore che diventa strumento di focalizzazione.
I luoghi
della storia sono solo tracciati in bianco e nero, mentre i due
colori guida riempiono Georges, il centro dell'attenzione, e via via
sfumano nel contesto, nelle cose che raccolgono i suoi interessi. Non
dichiarata, questa soluzione conduce inevitabilmente lo sguardo a
cogliere tre diversi livelli di relazione e di importanza.
Bella idea.
Carla
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