venerdì 30 novembre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


L'ETA' DEL GRANDE TAMPONAMENTO

L'età della ragione, Didier Lévy, Thomas Baas 
(trad. Maria Pia Secciani)
Edizioni Clichy, 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Martedì
Georges guarda le sue macchinine. Quando uno diventa grande, pensa Georges, forse non ha più voglia di giocare con le macchinine. Forse vuole solo riordinare la sua stanza e imparare il dizionario a memoria.
Geoerges fa rotolare le macchinine sul pavimento, adesso c'è una bella pila ai piedi del suo armadio. Georges lancia una decappottabile contro le macchinine accatastate. Poi furgoni, semirimorchi, bulldozer, carri armati...
Proprio 7 anni, l'età del grande tamponamento."

E siamo solo a martedì. Mancano ancora 6 giorni alla data del suo settimo compleanno, quando Georges entrerà nell'età della ragione. Per lui è una grande incognita: lui è il primo nella classe a compierli. Avere informazioni dai genitori non sembra essere la strategia vincente: è passato troppo tempo dai loro 7 anni. 


Mercoledì tenta la crema anti età per riguadagnare i magnifici 5 anni. Venerdì Georges ragiona sulla vita prenatale e teme che quel periodo possa influire sulla data effettiva del compleanno. Sabato tenta di immaginare se stesso da vecchio, pieno di rughe, come Geronimo. Domenica è il giorno fatidico. Davanti allo specchio con il certificato di nascita che attesta l'orario di venuta al mondo : 15.33 trepida ne minuti immediatamente precedenti e in quelli immediatamente successivi. 34, 35, 36. Nessuna metamorfosi. Un sospiro di sollievo e un briciolo di delusione giusto un attimo prima che la festa di compleanno abbia inizio.
Sono passate 4 ore e Georges, mentre gli invitati ballano, guarda i regali: macchinine, un copricapo da indiano (dovrà aspettare un bel po' prima di diventare Geronimo), un orologio, una macchina fotografica e un dizionario...
Nella vita però non si può mai stare tranquilli, perché già solo il martedì successivo, come dice Olive la sua fidanzata, ad attenderlo c'è l'età dell'incoscienza. Sembra una bella prospettiva.

Mestiere duro e pieno di incognite, il crescere.
Con il ritmo cadenzato di un conto alla rovescia e la regolarità di un metronomo, giorno dopo giorno Georges si avvicina inquieto alla data fatidica. Si suppone che sia stata Olivia a mettergli in testa questa questione dell'età della ragione, anche se a 7 anni ogni bambino comincia a prendere le misure con il tempo che passa e con il 'diventare grandi'. 
A questa presa di coscienza contribuiscono goffamente gli adulti stessi che, non si sa perché, hanno una gran fretta di dimenticare e far dimenticare ai piccoli l'età della spensieratezza. Ma tant'è. 
A 7 anni si trotterella lungo il fiume che separa l'età del grande tamponamento dall'età del dizionario. Mezz'ora di qua e mezz'ora di là.
Sei grande per portare pazienza con tuo fratello più piccolo che ti ha appena preso un giocattolo, ma sei piccolo per andare da solo all'edicola all'angolo a comprarti un giornalino. Sei grande per ciucciarti un minuto il dito per ritrovare un po' di pace, ma sei piccolo per rilassarti con una partita a biliardo (finta). 
Georges è proprio lì in mezzo al guado che trotterella e si guarda intorno.


Il tempo è la sua grande domanda. A 7 anni la percezione che esso scorra è lì e se proprio non se ne può fare a meno, che almeno da vecchi si diventi Geronimo, anche se interiormente la speranza è quella di invertire il senso marcia e andare all'indietro di almeno un paio d'anni.
Bravo Didier Lévy a raccontare questo ondivagare, caracollare del piccolo Georges a un passo dall'evento che più di ogni altro sancisce il trascorrere del tempo: il compleanno. 
Bravo a registrare la trepidazione, bravo a 'ritornare' sulle riflessioni di quel bambino, alludendovi con un sapiente elenco di regali ricevuti. 
E bravo anche per il tono, ben tradotto, del monologo interiore, così pieno di marce in avanti e marce indietro, nella scansione regolare dei giorni di una settimana. E a proposito di tono, è bello anche il registro che usa Thomas Baas. A partire dalla copertina che molto dice dell'incertezza nel procedere: un bambino che si affaccia da una porta socchiusa, in attesa degli eventi. Il colore che diventa strumento di focalizzazione. 


I luoghi della storia sono solo tracciati in bianco e nero, mentre i due colori guida riempiono Georges, il centro dell'attenzione, e via via sfumano nel contesto, nelle cose che raccolgono i suoi interessi. Non dichiarata, questa soluzione conduce inevitabilmente lo sguardo a cogliere tre diversi livelli di relazione e di importanza. 
Bella idea.

Carla

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