ARRENDERSI ALL'EVIDENZA
Ma come, è sparito così?
Catarina Sobral (trad. Marta Silvetti)
La Nuova Frontiera Junior 2019
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)
"...finché un giorno il mondo
si arrese.
Sparì così da un momento
all'altro. Nello stupore generale, non c'erano più piante, né
animali, né oceani, né continenti. I politici si riunirono
d'urgenza per cercare una soluzione."
In uno spazio piano
brulicano persone che fanno domande, che fanno discorsi, che
tacciono. Tutti inevitabilmente devono fare i conti con una ben
strana circostanza: il mondo se ne è andato, ovvero si è arreso (!)
ed è sparito. E con sé ha portato anche tutto il resto. E anche
sulla pagina del libro sono rimaste solo le persone a guardarsi
intorno, in un vacuum monocromatico diffuso. Solo lo stretto
necessario è rimasto a creare contesto: una borsetta, delle sedie,
una lavagna, qualche tavolo con un paio di computer sopra,
un'astronave, un frigo aperto e una dormeuse con la relativa poltrona
alle spalle.
I discorsi, le
domande di tutto quel brulicare di persone converge in un unico
punto: e adesso che si fa? Il politico di turno, quello con una bella
camicia e un microfono in mano, fa sproloqui di difficile
comprensione, il ragazzo con gli occhiali da sole, scialla, va al
mare olografico con la ragazza e si gode la novità e in assenza di
sabbia, i filosofi fanno i filosofi, gli astronauti gli astronauti,
lo psicanalista ha il suo cliente e l'esercito marcia.
Pagina dopo
pagina si va avanti; arrivano persino i cuochi di cucina molecolare,
ma spetta agli ecologisti farsi carico più degli altri della
soluzione. Il loro punto di vista diventa quello diffuso: la bizzarra
situazione è a un punto di svolta: è colpa dell'uomo (a pari
merito con la donna) se la terra se ne è andata: questa è la vera
verità.
Le due cose più
apprezzabili di Catarina Sobral sono le idee e il modo del tutto
trasversale che ha di raccontarle.
Anche qui non
smentisce la sua poetica.
Come di solito,
tutto parte in medias res, con un titolo che è una domanda e
con una frase di avvio che echeggia nel vuoto, nel fondo nero
dell'universo. Quello che doveva accadere è già accaduto, il mondo
è andato. E già da lì ci viene offerto un modo per capire meglio.
Se si sanno leggere i significati profondi delle parole, si scopre
che il mondo non è semplicemente sparito, no: si è arreso.
Arrendersi, non andarsene tout court, significa farlo con
rassegnazione, con l'esaurimento dell'energia per combattere.
Ed ecco che arriva
la trasversalità di Catarina Sobral. La situazione ben buffa si
delinea, si mette a fuoco, dialogo dopo dialogo. I lettori in tal
modo entrano 'nel mezzo' e partecipano della situazione come se
fossero lì ad origliare. Si apprendono dettagli da frasi smozzicate,
si evincono le posizioni delle diverse categorie sociali: dal
politico che predica fuffa dal pulpito, agli ecologisti arrabbiati. E
sono proprio questi ultimi che coagulano intorno al loro pensiero, la
questione su cui Catarina Sobral vuole dire la sua.
A grandi passi, e
il fumetto e il medium ideale per far andare veloce una storia, si va
verso un bel finale.
Va
detto che la novità non sta nel fatto di sostenere che dobbiamo
prenderci cura del mondo. Questo, come dire, è sulla bocca di molti
(i fatti poi sono un'altra storia), ma l'originalità sta nell'idea
di come dirlo. Un inizio forte dove, con una zampata, il mondo è al
tappeto. E un finale ben studiato che lascia distante la banalità
del dire a parole e si carica invece di forza con il disegno. Potente
il crescendo per arrivarci e quell'ultima frase, che spicca nel
riguadagnato silenzio, dopo tanto vocio, porta in sé un'eco
primigenio, mitico. Sembra quasi che quella conchiglia e quei due
pesci assumano un significato, questa volta tutto laico, analogo a
quello che ebbe in altri tempi e in altre storie, la colomba con un
rametto di ulivo nel becco. E tutto questo succede nei risguardi che
all'inizio invece ci raccontano, in una composizione che pare alludere a
Kandinsky e Delaunay, un cosmo in movimento.
Come sempre nei
libri di Sobral la stratificazione di linguaggi e di messaggi prevede
due pubblici diversi: da un lato gli adulti che si divertiranno nel
cogliere la crudele stereotipizzazione di certi atteggiamenti, nonché
l'ironia di alcuni dialoghi e monologhi e dall'altro i più piccoli
che invece si godranno di più l'aspetto brulicante del disegno, un
po' a matita e un po' a collage, e il diffuso gusto per l'assurdo.
Carla
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