venerdì 7 giugno 2019

ECCEZION FATTA!


A CHE PUNTO SIAMO


A quasi quattro anni dal rapporto Pisa, redatto per l’Ocse, che delineava un quadro non esaltante per quanto riguarda la lettura in Italia, mi sembra interessante condividere le mie riflessioni sull’ultimo rapporto Aie  sullo stato del mercato editoriale.
Anche quest’anno, i primi mesi sono stati impietosi e indicano una flessione, non enorme, ma significativa, proprio perché il mercato editoriale italiano già di suo non è dei più floridi. Si comprano meno libri, in qualsiasi canale di vendita, si tratti di libri cartacei o e-book. Perde sensibilmente anche il settore ‘ragazzi’, finora traino incontrastato in anni sostanzialmente privi di bestsellers. Perdono vendite sostanzialmente la Grande Distribuzione e le librerie indipendenti, mentre acquistano uno spicchio di mercato in più le vendite online e le librerie di catena, che hanno in comune vastità di catalogo e soprattutto una politica di sconti aggressiva.


L’elaborazione dell’Aie si sofferma molto sulle modalità di scelta dei libri acquistati: consigli di amici e parenti sono la prima voce, ma è molto cresciuta la percentuale di persone che si documentano in rete, mentre crolla il ruolo delle pubblicazioni specializzate, delle recensioni sui giornali o, addirittura, in televisione. Particolarmente significativo il dato che il 51% di chi acquista online prima si documenta sui blog per poi effettuare l’acquisto sui link che in essi si trovano.
Significa che sostanzialmente si cercano nella rete le informazioni che orientano l’acquisto e la cosa non è un granché tranquillizzante perché in rete non si trova facilmente molta informazione indipendente.
Gli indici di lettura sembrano, ed è un dato grezzo che non distingue categorie all’interno dell’insieme dei lettori, stabili, con una leggera flessione nei lettori di e-book.
Cosa significano questi dati così raggruppati? Una prima constatazione, anche banale, che il nostro mercato del libro è sostanzialmente in una fase stagnante; che uno dei canali di vendita è in netta flessione; che a soffrire maggiormente della concorrenza della vendita online sono le librerie indipendenti.
Senza nulla togliere alla professionalità di chi lavora nelle librerie di catena, la difficoltà delle librerie indipendenti, unita al fatto che ci si rivolge a siti sponsorizzati per orientare le proprie scelte, implica una maggiore difficoltà a trovare riflessioni più approfondite, suggerimenti meno orientati al lato commerciale. Ci sono siti, o canali you tube, che possono fare la fortuna di un libro, così come ci sono ‘libri’, provenienti proprio dal mondo degli ‘influencer’, che vendono milioni di copie senza nemmeno passare dalle librerie.

Nello stesso tempo, trovo che le diverse iniziative, premi, concorsi, laboratori di lettura, circoli e altre iniziative, comincino ad avere una maggiore estensione e capillarità. Mi riferisco, ovviamente, soprattutto al mondo dell’editoria per ragazzi, dove è sicuramente maggiore l’attenzione alla costruzione del soggetto ‘lettore’.


Qui diventa centrale il ruolo della scuola che, come risultava già evidente nella pubblicazione di Save the Children Italia, ‘Atlante dell’infanzia a rischio’, le realtà sono drammaticamente differenti: da scuole estremamente attive nei progetti di promozione della lettura, ad altre che si devono confrontare con tematiche più basilari. Anche nel microcosmo di un municipio romano, diventa difficile avere una mappatura precisa della quantità e qualità delle biblioteche scolastiche, con differenze evidenti fra una scuola e l’altra. Trovare risorse economiche ed umane per raggiungere ovunque uno standard accettabile, che significa che tutti i bambini e le bambine abbiano a disposizione realmente una certa quantità di libri, che in ogni scuola si adottino progetti di promozione della lettura, che le librerie e le biblioteche si coordinino a questo scopo: tutto questo mi sembra un importante obbiettivo ‘politico’ e soprattutto penso sia cruciale che nell’agenda politica entri questo obbiettivo, superare le differenze fra regione e regione, quartiere e quartiere nella qualità dei servizi culturali offerti ai più giovani.
Per tutti e tutte noi che lavoriamo in questo settore è una grande responsabilità e un impegno prioritario rimettere le cose sulle proprie gambe, facendo la nostra parte, per piccola che sia, per dare a tutti e tutte l’accesso alla cultura.

Eleonora




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