LA POETICA DELLA SALOPETTE
La fattoria di
Pina, Lucy Cousins
Terre di Mezzo, 2019
ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)
"Pina e i suoi
amici vanno alla fattoria.
Ciao pecore! Ciao
maiali!
Pina guida il
trattore nei campi.
Guarda lo
spaventapasseri!"
Pina
con Lillo e Piopio aprono il cancelletto del recinto della fattoria.
Hanno molto da fare: prendersi cura degli animali, pulirli, sfamarli
e poi coltivare la terra e quindi fare il raccolto nell'orto. A fine
giornata, quando il sole va giù, vorrebbero, forse, mettere tutti a
dormire.
Quando
la fattoria sembra ormai volgere al silenzio, qualcosa di inatteso
sta per succedere. L'interno della stalla si anima: gatti, cavalli,
pulcini, gufi, ragni, conigli, un maialino, due pipistrelli e un
panda (di peluche) hanno tutti gli occhi sgranati perché - chi l'ha
detto che è ora di andare a dormire? - ora ci si diverte davvero.
Che il gioco abbia inizio!
È
tornata. La Pina è finalmente tornata. La gioia nasce dalla semplice
constatazione che la Pina (un po' come Stanlio e Ollio, i Mumin, come
Winnie the Puh, Pippi o Mary Poppins) è necessaria per crescere. Non si
può diventare grandi per bene senza averli conosciuti, tutti
costoro, senza averli attraversati, e senza averci passato almeno un
po' di tempo assieme. E alludo a quel tempo che ognuno di noi
trascorre senza consapevolezza ma che poi, è sperabile, non si
dimentica: l'infanzia.
La
Pina è lì insieme a una moltitudine di altri personaggi che hanno
contribuito a costruire l'immaginario di ognuno.
Racconta
Lucy Cousins che la Pina è la risultante di una sua lunga ricerca
iconografica per trovare un animale che potesse diventare
personaggio. Personaggio versatile per creare una infinita varietà di libri per
bambini piccoli piccoli.
Fogli
riempiti di molti altri animali, elefanti, giraffe, fino ad arrivare
a questa topetta che ha saputo imporsi e prevalere su tutti gli
altri.
La
Pina, è chiaro a tutti, è volitiva, indipendente e molto curiosa di
tutto ciò che la circonda. Dovrebbe avere circa due anni e mezzo, al
massimo tre - è la Cousins a supporlo - e fa cose piuttosto
consuete, ma non disdegna l'avventura che spesso condivide con i suoi
amici di cui si prende cura, perché lei in un certo qual modo è
sempre quella che tiene le fila di tutto.
È
gentile e nello stesso tempo non ama troppo smancerie o leziosità.
Per esempio nel vestire: indossa salopette o magliette e pantaloni e
solo per le grandi occasioni, matrimoni e compleanni, sfodera un vestitino. Come tutti ha un abbigliamento preferito in cui si sente perfettamente a suo agio:
la maglietta rossa e i calzoni a righe verdi. Le righe, comunque, le
piacciono parecchio, e anche le salopette passioni che condivido entrambe e che testimoniano una scelta di campo. Non ha fiocchi, non ha lustrini, non ha coroncine e neanche cuori sulle magliette. Vorrà pur dir qualcosa...
È sempre molto appropriata: stivali quando c'è
da lavorare, e scarpe da ginnastica quando c'è da correre, sciarpa
quando fa freddo.
Lucy
Cousins la disegna con quella riga nera di contorno sempre molto
evidente, veloce e volutamente imprecisa, quel naso 'importante' usa
principalmente colori brillanti e puri, unica eccezione è il rosa
Pina con cui colora orecchie, muso, coda, mani e baffetti.
Il resto
del corpo ricorda il tipico candore britannico.
Quali
sono le ragioni per amarla? Esattamente quelle fino a questo momento
elencate più una: è un personaggio di grande inventiva; è piena di
interessi; non è leziosa (al contrario di Giulio coniglio) ; quel che dice fa, in altre parole è
affidabile, non è saccente (al contrario della Pimpa), ma sa essere istruttiva,
non è ironica ma sa far subito squadra. Attraversa la realtà,
sempre sorridente.
Ed è bella!
L. Cousins, Maisy Big, Maisy Small, Walker 2007 |
La
Pina è compagna ideale di letture con bambine e bambini, all'incirca
suoi coetanei. Ed è per questo che Terre di Mezzo ha stondato il
cartonato quadrato, piccolo e quindi più maneggevole anche per
giovanissime mani.
Come
nella maggioranza dei libri di Pina, almeno nella loro edizione
originale, l'interazione del lettore è richiesta, anzi necessaria.
Si tratta di pop-up che si costruiscono con linguette che si tirano,
personaggi che si muovono. In questo caso specifico si ottiene
l'interno della stalla in cui far agire i personaggi con una semplice
apertura di tre fustelle a fine libro. Probabilmente la scelta di un
prezzo contenuto ha fatto sì che si è dovuto sacrificare qualcosa
del pop up originale che prevedeva oltre trenta fustellati.
Non
sempre si può avere tutto.
Solo
su una scelta si potrebbe dissentire, ovvero la doppia lingua.
Il
testo originale in inglese è rimasto sulla pagina anche se non in
neretto come quello in italiano, comprese le onomatopee.
E così la
pagina si riempie un po' troppo. Sebbene l'intento dichiarato in
quarta di copertina 'scopri le prime parole in inglese' sia in linea
di principio lodevole, all'atto pratico sembra non esserlo davvero. E
soprattutto a scapito di una buona leggibilità dell'immagine.
Non
sempre si deve avere tutto.
Carla
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