IN COMPAGNIA DI UN GATTO NERO
Un gioiello, piccolo e prezioso, ci
viene regalato dalla casa editrice LiberAria: una storia breve, un
racconto del grande e compianto Osvaldo Soriano, che qui realizza una
storia per bambini, ‘Nero, il gatto di Parigi’.
La storia è semplice: il ragazzino
protagonista ci racconta la storia di Nero, il suo gatto parigino.
Sì, perché il nostro ragazzino è fuggito con la famiglia
dall’Argentina, ai tempi di Videla, lasciando là un po’ di
ricordi e una gatta, Pulqui, affidata al nonno.
Questa sì è una separazione triste, è
difficile stare senza la sua compagnia.
Per questo arriva Nero, un gattino nero
preso al rifugio degli animali abbandonati. El Negro è un gatto di
carattere, che la notte gira per i tetti di Parigi, corteggiando
gattine e combattendo con i rivali; col suo amico umano fa lunghe
conversazioni, non proprio uguali a quelle degli umani, ma che alla
fine si rivelano decisive.
Il nostro ragazzino cresce e col tempo
riesce ad ambientarsi a Parigi, ad apprezzarne la lingua, ad andar
bene a scuola; dell’Argentina il ricordo più vivo è della gatta
Pulqui, che è là ad aspettare. Nell’83, con la fine della
dittatura e la riorganizzazione dello stato democratico, il papà e
la mamma organizzano il ritorno in patria; ma come sarà Buenos Aires
e lo stadio de la Plata?
Ma a vedere l’Argentina da Parigi ci
vuole poco: basta salire, dopo aver sconfitto una temibile banda di
cani, in cima alla Torre Eiffel insieme a un gatto coraggioso. Com’è
bella Buonos Aires vista da lassù! Ora è possibile riconoscere le
strade, le piazze, si può addirittura vedere Pulqui che gioca con un
gomitolo di lana nel soggiorno del nonno.
Ecco, la magia è fatta, i fili
interrotti dall’esilio si sono man mano riannodati e ora è
possibile tornare, con il cuore gonfio di speranza.
Il racconto di Soriano è perfetto,
intorno al filo narrativo che racconta di una fuga e di un ritorno,
cresce un’atmosfera magica, dove la presenza del gatto, El Negro de
Paris del titolo originale, permette al bambino di rivedere la sua
città, di ritrovarla per un futuro ancora incerto, ma pieno di
promesse. La lettrice e il lettore, anche ai primi passi della
lettura, salta prodigiosamente dal registro realistico al fantastico
come solo i bambini, e i grandi scrittori, sanno fare. E’ vero, a
guardar bene, un bambino argentino può vedere, dalla cima della
Torre Eiffel, la sua casa lontana, la gatta che lo aspetta, curiosa
di incontrare il nuovo amico parigino.
In questa storia c’è molto della
vita di Soriano, anche lui esiliato, anche lui stregato dai gatti.
C’è la nostalgia, struggente come un tango di Gardel, c’è la
speranza del ritorno, e c’è la magia della scrittura, che racconta
con singolare sobrietà le tristi vicende dell’Argentina sotto
Videla, la diaspora, la necessità del ricordo. Più di tante
spiegazioni, rende immediata l’idea della ferita immane causata
dalla dittatura: è un sentimento, una struggente nostalgia, una
lontananza non voluta, una consapevolezza del dolore che non consente
di voltare pagina.
E’ un libro prezioso, molto curato
nella traduzione, di Ilide Carmignani, nella veste grafica e nelle
illustrazioni, di Vincenza Peschechera, che questo piccolo editore,
LiberAria ci regala; una lettura per tutte le età, anche per quegli
adulti che possono smentire il gatto Nero che afferma che ‘a la
gente grande le falta imaginacion’. Leggetelo!
Eleonora
“Nero, il gatto di Parigi”, O.
Soriano, LiberAria 2019
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