UN GIALLO ILLUMINANTE
La vita di Marie Curie, per certi
versi, è esemplare: descrive quanto possa essere stato difficile,
per una donna, farsi strada nel mondo della ricerca pura, nel mondo
ottocentesco che altri ruoli attribuiva alle donne.
Il libro, scritto da Irene Cohen-Janca
e illustrato da Claudia Palmarucci, ‘Marie Curie. Nel paese della
scienza’ parte proprio da qui, dalla pura e semplice descrizione
della vita di Marie, nata in Polonia da una famiglia illuminata. Il
padre non ha fatto mancare a Marie, e alle sue sorelle e al
fratello, il nutrimento intellettuale di cui i bambini hanno bisogno
per sviluppare quelle passioni che diventano, da grandi, ragioni di
vita.
Marie cresce piena di curiosità, ma le intricate traversie
della sua vita le impediscono di portare avanti gli studi in modo
continuativo. Frequenta in Polonia l’Università Volante, una
scuola clandestina nel periodo dell’occupazione russa.
Una tratto peculiare del carattere di
questa donna straordinaria è la tenacia: niente riesce a fermarla,
non le difficoltà economiche, il doversi mantenere lavorando, o le
delusioni amorose. La curiosità per il mondo è diventata una vera
passione assoluta, una vocazione alla ricerca.
La vera svolta avviene quando può
recarsi a Parigi e riprendere lì gli studi; nonostante tutte le
difficoltà, riesce a laurearsi col massimo dei voti in fisica e in
matematica. Ma la sua passione per la ricerca non si ferma qui. A
dare una svolta alla sua vita è l’incontro con Pierre Curie, con
cui finirà per condividere tutto, la vita professionale e quella
familiare.
Entrambi riceveranno nel 1903 il Premio Nobel per le
ricerche sulla radioattività. Dopo pochi anni, Pierre muore, ma le
ricerche di Marie non si fermano e di lì a poco riceve il secondo
premio Nobel. Finanziatori inaspettati, riconoscimenti straordinari,
tutto fa sì che la scienziata polacca possa continuare a dedicare la
sua vita alle ricerche sulla radioattività, che però le toglierà
la vita. Ma prima che questo succeda, la scienziata polacca mette a
disposizione dei feriti francesi della Prima Guerra Mondiale i suoi
saperi, applicando le ricerche sulla radioattività alla medicina.
Il racconto inizia e finisce
immaginando la presenza fantasmatica di Marie Curie che ancora
aleggia intorno al suo giardino, al suo laboratorio, dove è
conservata la scatola contenente il preziosissimo grammo di radio. Ed
è una scelta appropriata, perché stiamo parlando di un personaggio
leggendario, assolutamente fuori dal comune, che rappresenta la forza
di una passione assoluta, quella per la scienza, forza necessaria ad
affrontare non solo una ricerca pionieristica ma anche un mondo di
discriminazioni sessiste.
Tutto questo affascinante racconto è
accompagnato dalle immagini di Claudia Palmarucci. La sua scelta
compositiva accentua il carattere quasi ieratico della protagonista,
descritta in tutte le fasi della sua vita. Particolarissima la gamma
cromatica, a partire dalla copertina giallo cinabro, un giallo quasi
verde, acido, che ritorna anche in altre tavole, realizzate con
grande sapienza con colori a olio e matita.
Le scelte grafiche affiancano il gusto
per la composizione geometrica, vista sia in prospettiva sia
appiattendola in chiave decorativa, al richiamo di grandi pittori,
nei dettagli come nella composizione. Nello stesso tempo, alcune
tavole sono più direttamente evocative, ‘sentimentali’, nel
rendere lo stato d’animo, le vicissitudini, infine l’assenza di
un donna davvero eccezionale, che ha segnato la storia della scienza.
E’ un libro di rigorosa bellezza, di
grande linearità nei testi e di intense suggestioni nelle immagini.
Lettura necessaria per ragazze e
ragazzi, dagli undici anni in poi, alla ricerca di passioni vere, di
quelle capaci di cambiare il mondo.
Eleonora
“Marie Curie. Nel paese della
scienza”, I. Cohen-Janca, C. Palmarucci, orecchio Acerbo 2019
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