mercoledì 5 febbraio 2020

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


BALENE RISCOPERTE


La collana ‘Le Fenici’ della De Agostini ripercorre la via tracciata da altri editori dotati di un catalogo considerevole: ovvero la riproposizione, molto selezionata, di testi del proprio o altrui catalogo o tradotti per l’occasione, come in questo caso. Un esempio è rappresentato dalle diverse operazioni effettuate da Mondadori, sia nella collana degli Oscar junior, sia, per esempio, con la riproposizione dei testi della Blyton. Nel nostro caso, De Agostini propone un testo, ‘Quando le balene’, di Judy Blume, scrittrice americana molto versatile e avvezza a trattare tematiche che hanno scatenato reazioni indignate e censure: si tratta del corpo delle ragazze, di sesso, di bullismo al femminile.
Quest’ultimo è proprio il tema del romanzo in oggetto, scritto nel 1974, e centrato sui rapporti interni a un gruppo di ragazzine di dieci, undici anni. A raccontare la storia è la piccola Jill, ragazzina normale con una famiglia normale, con una vera amica del cuore e una serie di relazioni ‘sociali’ con le altre bambine della scuola.
Tutto sembra rientrare nelle dinamiche di una classe fino al giorno in cui si devono leggere ad alta voce le relazioni scritte sui mammiferi. Una bambina non particolarmente popolare, Linda, e decisamente sovrappeso, presenta una relazione sulle balene. E da lì, quasi per caso, parte un progressivo isolamento della bambina, oramai chiamata Balena, con scherzi che si fanno via via più feroci. Sì, perché la capobanda del gruppetto di bambine, Wendy, alza sempre più la posta, sottoponendo Linda a prove sempre più umilianti, confermando via via la sua influenza sul gruppo.
Questo è l’aspetto più interessante: la descrizione delle dinamiche del gruppo di ragazzine in cui il movente della complicità è sostanzialmente la paura di diventare in prima persona delle vittime: accreditarsi presso il ‘capo’ con ossequiente obbedienza allontana da ciascuna di loro l’incubo dell’isolamento.
La nostra Jill non è consapevole di tutto questo e trova divertente strapazzare la povera Linda, partecipare allegramente alle aggressioni, che hanno ben poco d’innocente. Solo quando non si ritrova d’accordo con Wendy sulle procedure di un processo farsa cui vogliono sottoporre la povera Linda, si rende conto che c’è qualcosa che non va in Wendy. In men che non si dica, le parti si invertono, Linda diventa amica di Wendy e Jill la nuova vittima, con la differenza di avere abbastanza scaltrezza da poter scardinare la nuova gerarchia.
Di questa storia salta agli occhi il coraggio di parlare del bullismo fra bambine, in una dinamica in realtà molto comune e che spesso non sfocia in comportamenti eccessivi: i gruppetti di amiche, le esclusioni, la competizione, i dispetti.
Ne emerge un ritratto dell’essere bambina che ben poco ha a che fare con l’immagine edulcorata di piccole principessine; al contrario emerge una bella, chiara lotta per il potere, per quanto piccolo esso possa essere.
L’autrice americana descrive questa situazione con grande naturalezza e senza moralismi, mostrando quanto sia difficile per i bambini e le bambine distinguere il bene dal male, laddove la popolarità è il principale metro di valutazione sociale. Il romanzo, dallo stile scorrevole e asciutto,è permeato di ironia, che riesce a dare il giusto peso alle vicende narrate.
Il personaggio di Jill incarna perfettamente l’insieme di ingenuità e malizia che caratterizza i giovani in formazione e mostra come tutti abbiano dei punti deboli che con grande facilità possono diventare il terreno delle scorribande di un gruppetto di bulle.
Consiglio caldamente la lettura a ragazzine fra i dieci e i dodici anni, ma anche a quei genitori che non vedono, non sentono e si guardano bene dal parlare.

Eleonora

“Quando le balene”, J. Blume, De Agostini 2020



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