BALENE RISCOPERTE
La collana ‘Le Fenici’ della De
Agostini ripercorre la via tracciata da altri editori dotati di un
catalogo considerevole: ovvero la riproposizione, molto selezionata,
di testi del proprio o altrui catalogo o tradotti per l’occasione,
come in questo caso. Un esempio è rappresentato dalle diverse
operazioni effettuate da Mondadori, sia nella collana degli Oscar
junior, sia, per esempio, con la riproposizione dei testi della
Blyton. Nel nostro caso, De Agostini propone un testo, ‘Quando le
balene’, di Judy Blume, scrittrice americana molto versatile e
avvezza a trattare tematiche che hanno scatenato reazioni indignate e
censure: si tratta del corpo delle ragazze, di sesso, di bullismo al
femminile.
Quest’ultimo è proprio il tema del
romanzo in oggetto, scritto nel 1974, e centrato sui rapporti interni
a un gruppo di ragazzine di dieci, undici anni. A raccontare la
storia è la piccola Jill, ragazzina normale con una famiglia
normale, con una vera amica del cuore e una serie di relazioni
‘sociali’ con le altre bambine della scuola.
Tutto sembra rientrare nelle dinamiche
di una classe fino al giorno in cui si devono leggere ad alta voce le
relazioni scritte sui mammiferi. Una bambina non particolarmente
popolare, Linda, e decisamente sovrappeso, presenta una relazione
sulle balene. E da lì, quasi per caso, parte un progressivo
isolamento della bambina, oramai chiamata Balena, con scherzi che si
fanno via via più feroci. Sì, perché la capobanda del gruppetto di
bambine, Wendy, alza sempre più la posta, sottoponendo Linda a prove
sempre più umilianti, confermando via via la sua influenza sul
gruppo.
Questo è l’aspetto più
interessante: la descrizione delle dinamiche del gruppo di ragazzine
in cui il movente della complicità è sostanzialmente la paura di
diventare in prima persona delle vittime: accreditarsi presso il
‘capo’ con ossequiente obbedienza allontana da ciascuna di loro
l’incubo dell’isolamento.
La nostra Jill non è consapevole di
tutto questo e trova divertente strapazzare la povera Linda,
partecipare allegramente alle aggressioni, che hanno ben poco
d’innocente. Solo quando non si ritrova d’accordo con Wendy sulle
procedure di un processo farsa cui vogliono sottoporre la povera
Linda, si rende conto che c’è qualcosa che non va in Wendy. In men
che non si dica, le parti si invertono, Linda diventa amica di Wendy
e Jill la nuova vittima, con la differenza di avere abbastanza
scaltrezza da poter scardinare la nuova gerarchia.
Di questa storia salta agli occhi il
coraggio di parlare del bullismo fra bambine, in una dinamica in
realtà molto comune e che spesso non sfocia in comportamenti
eccessivi: i gruppetti di amiche, le esclusioni, la competizione, i
dispetti.
Ne emerge un ritratto dell’essere
bambina che ben poco ha a che fare con l’immagine edulcorata di
piccole principessine; al contrario emerge una bella, chiara lotta
per il potere, per quanto piccolo esso possa essere.
L’autrice americana descrive questa
situazione con grande naturalezza e senza moralismi, mostrando quanto
sia difficile per i bambini e le bambine distinguere il bene dal
male, laddove la popolarità è il principale metro di valutazione
sociale. Il romanzo, dallo stile scorrevole e asciutto,è permeato di
ironia, che riesce a dare il giusto peso alle vicende narrate.
Il personaggio di Jill incarna
perfettamente l’insieme di ingenuità e malizia che caratterizza i
giovani in formazione e mostra come tutti abbiano dei punti deboli
che con grande facilità possono diventare il terreno delle
scorribande di un gruppetto di bulle.
Consiglio caldamente la lettura a
ragazzine fra i dieci e i dodici anni, ma anche a quei genitori che
non vedono, non sentono e si guardano bene dal parlare.
Eleonora
“Quando le balene”, J. Blume, De
Agostini 2020
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