LA STATUA ANIMATA
Senza batter
ciglio, Andrea Ferrari (trad. Elena Rolla)
Beisler, 2019
NARRATIVA PER MEDI
(dai 10 anni)
"Per qualche
giorno ho sfruttato questa mia abilità a non fare niente, finché un
pomeriggio, passeggiando nel parco, la soluzione mi è balzata
davanti agli occhi: dovevo diventare una statua!
Sono sicura che vi
sarà capitato di vederle. Salgono su un piedistallo con un bel
costume e la faccia truccata e se ne stanno completamente immobili,
senza batter ciglio né grattarsi il naso, finché qualcuno non mette
una moneta nella cassetta delle offerte."
Florencia
ha dodici anni e un paio di problemi da risolvere: quello che a lei
pare il più urgente di tutti è dare un aiuto economico a sua madre
che lavora dieci ore al giorno per riuscire a mantenere la famiglia,
visto che da mesi il padre se ne è andato e non manda più un soldo
a casa. In tutta solitudine, è in cerca di una soluzione, ma non
sono molte le cose che sa fare (a parte fare liste o ascoltare i
saggi precetti dello zio Antonio) e forse stare ferma per qualche ora
in un parco può essere un'occupazione alla sua portata. Ma come in
tutte le cose, è meglio avere dei buoni maestri ed è per questo che
Flor convince il Re del parco a insegnarle il mestiere e quindi a
prenderla in società con lui che, con una corona in testa, fa bei
guadagni dopo una giornata di lavoro.
Flor
diventa, nonostante le perplessità di tutti gli adulti che ruotano
intorno alla vicenda, una bella statua di Principessa perché
dimostra di prendere sul serio il lavoro, perché è brava a stare
ferma e soprattutto perché al momento ha un posto vacante nel suo
cuore.
Se
i libri sono buoni libri, anche se con qualche svista dentro, è
facile che la storia che raccontano sia fatta dall'intreccio di
diversi fili. Tanti più ne contiamo, tanto più essa si dimostra
robusta e 'spessa'. È opzione di chi legge, individuarne uno, di
norma quello che risulta il più congeniale, e seguirlo attraverso il
tortuoso percorso che fa all'interno di una trama.
Di
Senza batter ciglio, pubblicato per la prima volta in Argentina nel 2005, il
filo che racconta il problema economico a casa, che al principio
sembra fondamentale, si assottiglia lentamente, e lascia spazio ad
altro: una ragazzina che cresce (a suo dire, ben poco), che deve
combattere nei corridoi di scuola, che ha un amore nascosto, che non
va bene in matematica, che ha un fratellino turbolento, che ha una
madre ansiosa e un padre che non c'è. Ed è proprio ciò che questa assenza
genera che mi sembra il filo più interessante da seguire.
Degna di nota
la capacità della Ferrari di raccontarlo con una lingua felice e senza didascalie, ma per
allusioni.
"Sentivo le
persone che parlavano di me.
'È una bambina.'
'Ma quant'è brava,
così piccola!' '
Saranno padre e
figlia?'
Sia
come sia, Flor sembra fare spallucce al problema. Sembra infatti più
preoccupata delle conseguenze economiche sull'economia casalinga, che
non del fatto in sé.
Nonostante faccia di mestiere la
statua - quanto di meno 'animato' ci sia al mondo - è proprio una statua di Re
che dimostra di avere l'anima giusta per questa ragazzina.
La
prima cosa corretta che fa, questo ragazzo che si guadagna da vivere
facendo la statua negli spazi aperti di Buenos Aires, è ascoltarla e
sospendere ogni giudizio (ed evitando ogni compatimento) nei suoi
confronti, la seconda è insinuarsi in quel vuoto lasciato da un
padre in fuga, e prenderne il posto, giusto per il tempo necessario a
Flor di rimettersi in sesto. Senza parere, come fanno le statue
'animate', con impercettibili gesti lenti, cambia posizione e si
mette a protezione delle spalle di Flor. Le sta accanto, con
delicatezza e giusta distanza, nell'innamoramento con Daniel: il
racconto della statua 'animata' di sirena che regala la conchiglia è
una pietra preziosa dell'intera storia. È contento e fiero quando la
vede emozionarsi. Con altrettanto garbo, contribuisce a distendere
certa 'rabbia' che Florencia cova. La rassicura sui suoi sentimenti,
sulle sue paure. Le ridà la fiducia in se stessa che aveva un po'
perso e nello stesso tempo le chiede impegno, ma mai l'impossibile:
in altri termini, pretende da lei che stia immobile per ore, ma le dà
anche una sedia, un trono, perché lei lo possa effettivamente fare.
E quando intuisce che ormai Flor può riprendere a sostenersi sulle proprie gambe, la guarda alzarsi da quella sedia e camminare di nuovo da
sola. E va bene così.
Carla
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