UN RITORNO TEMPESTIVO
Ammetto di apprezzare Neal Layton come
illustratore e come divulgatore : ‘Grande storia universale’ del
2006, non solo è un capolavoro, ma è stato uno dei libri più
innovativi della produzione scientifica per ragazzi.
Il suo incipit era un vero manifesto:
‘C'era
una volta, tanto tempo fa, proprio NIENTE. Niente spazio, niente
tempo, nessun pianeta, nessuna persona, non io, neppure voi, niente
di niente, finché... e no! Non possiamo rivelarvi tutto ...’,
accompagnato
dal famoso pop up del big bang.
Ovvero,
quella innovativa commistione di interattività, illustrazione e
testo, peraltro ironico, che in quel caso costituiva, come in tutta
l’opera dell’autore inglese, un tratto distintivo.
Il
pop up del big bang che si apriva nelle mani della bambina, o
bambino, esploratrice, catturava immediatamente l’attenzione,
mentre il testo, di lì a poco, avrebbe introdotto il giovane lettore
a incontrare concetti assai complessi.
Dunque,
il ritorno di Layton, in ‘Un pianeta pieno di plastica’,
pubblicato da Editoriale Scienza, non può che essere un gradito
ritorno. Il titolo dichiara chiaramente le intenzioni, spiegare uno
dei problemi ambientali più difficili da affrontare, la gestione dei
rifiuti di plastica.
Intanto,
come ogni buon libro di divulgazione, si parte dalla spiegazione
delle caratteristiche di questo materiale, la cui storia è in realtà
piuttosto breve, grosso modo centocinquanta anni. Il paradosso di
questo materiale sta nella sua solidità: a differenza di tante
altri, la plastica è quasi indistruttibile e impiega molti anni non
a scomparire, ma a ridursi in frammenti piccolissimi, la micro
plastica, che è un inquinante forse anche peggiore dell’oggetto
originario.
Particolarmente
drammatico l’effetto sugli ecosistemi marini: credo che poche
immagini rendano il paradosso del nostro tempo come le gigantesche
isole di rifiuti di plastica che si ritrovano in tutti gli oceani,
trasportate dalle correnti.
C’è,
alla fine, anche la parte propositiva, con l’enunciazione di alcuni
‘buoni’ comportamenti che possono ridurre significativamente
l’impatto ambientale di questi prodotti, che hanno in realtà
caratteristiche molto diverse.
Layton,
come nel suo stile, affronta tutto questo con molta chiarezza e
semplicità, con testi ridotti e immagini didascaliche, che spiegano
ulteriormente, con la consueta ironia, l’argomento. Per la prima
volta, almeno per quanto riguarda i testi tradotti in italiano,
utilizza immagini che fondono fotografia e disegno, abbandonando le
consuete animazioni. Un libro quindi più essenziale, orientato anche
all’aspetto operativo, ma che non rinuncia al sorriso e allo
scherzo, nonostante la serietà dell’argomento.
Può
essere un utile strumento operativo in classe, così come può
piacere a bambine e bambini a partire dai sei anni, per una prima
seria introduzione alle tematiche ambientali. Consigliato,
ovviamente, anche a tutti i genitori e insegnanti che vogliano
modificare il proprio atteggiamento rispetto ai consumi, dando il
buon esempio.
Eleonora
“Un
pianeta pieno di plastica”, N. Layton, Editoriale Scienza 2010
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